La calligrafia, dal greco calòs: “bello”, e graphìa: “scrittura”, è, per definizione, l’arte della bella scrittura. Ha radici profonde in molte culture, si pensi ad esempio che nell’Asia orientale è considerata la più raffinata forma di pittura. Essere un calligrafo non significa solo scrivere bene, vuol dire soprattutto possedere capacità artistiche e tecniche che riguardano una modalità espressiva molto laboriosa. Cristina Mingolla, ancor prima di diventare un’esperta in materia, ha approfondito la lavorazione della creta, della pittura e del disegno. Attività apparentemente lontane dal mondo delle parole ma molto vicine al gesto creativo della scrittura. Perché scrivere, soprattutto per una calligrafa, è un’arte che ha a che fare con la pratica, con il movimento delle mani e con l’esercizio costante. Per Cristina la passione per la calligrafia, che si è poi trasformata in una vera e propria attività d’impresa, è nata per gioco. Da un lato c’era la voglia di conoscere le varie facce della creatività utilizzando creta, tele e pennelli. Dall’altro invece, c’è stato il momento in cui un giorno ha visto sua madre scrivere su una pergamena. È stata questa la molla che l’ha spinta a provare. Lo studio di numerosi testi specifici sull’argomento e tanta pratica hanno fatto diventare Cristina la professionista che è oggi.
Oltre a dover conoscere una varietà di stili calligrafici differenti come ad esempio il corsivo inglese, il gotico o l’onciale, per affrontare questa particolare attività è necessario essere provvisti di una serie di strumenti. I pennini variano a seconda dell’effetto che si vuole dare al carattere: a punta larga o flessibile, per citarne solo un paio. Così come esistono una varietà di inchiostri e supporti cartacei. Ma il risultato del lavoro, spiega la calligrafa che si è aggiudicata il Bando Artigianato Artistico , “è dato, oltre che dalla precisione, da un’armonia d’insieme che si ottiene con un attento studio sull’impostazione della pagina e sulle proporzioni. I decori, sempre fatti a mano, e la scelta dei colori completano l’opera”. Inviti, partecipazioni, diplomi o addirittura menù, se realizzati con raffinate tecniche calligrafiche, possono diventare veri e propri oggetti d’arte. Cristina lo afferma così: “se la bella scrittura viene portata all’eccesso diventa arte e trasmette una piccola emozione. Ecco, con la calligrafia io cerco di comunicare emozioni piacevoli”.