Elsewhere Factory è un collettivo di giovani artisti e operatori culturali, nato nel 2008 e formato da giovani che vivono tra Roma, Londra e Berlino. Lo scopo è dare spazio all’espressione di creativi, affiancandoli nella promozione della loro attività, dall’ideazione fino alla comunicazione. “Miriamo a creare una rete estesa che possa operare con efficacia sul territorio e interagire con le energie provenienti dalla produzione underground e con la realtà che emerge dalle istituzioni. L’impatto della nostra attività è esclusivamente creativo e culturale, quello economico non è tra i nostri obiettivi e se c’è, lo si può individuare esclusivamente nello stimolo a fruire maggiormente di esperienze culturali e artistiche. Cosa che cerchiamo di suscitare nel pubblico attraverso le nostre attività. Per quanto riguarda il movimento creativo, il tratto peculiare di tutti i nostri progetti è individuabile nella trasversalità dei contenuti proposti: cerchiamo sempre di affiancare tipologie di espressione artistica diverse”. Numerosi sono i progetti realizzati da Elsewhere tra cui “Collective” svoltosi a Roma su iniziativa del Municipio III, per la creazione di un’opera d’arte collettiva sulla superficie di un muro in degrado; “Fake” dedicato a live e djset di musica sperimentale, performance artistiche e video installazioni; “Portraits” ciclo espositivo dedicato al tema del ‘ritratto oltre il ritratto’ con tre mostre collettive comprendenti cinque artisti ciascuna; “Esperimenti di Felicità Provvisoria”, evento itinerante costruito attorno a un tema prestabilito sul quale si declinano interventi e reading di scrittori affermati ed emergenti, performance teatrali ed esposizioni collettive dedicate ad illustrazioni e fumettistica. “Pensiamo ai nostri progetti come a ‘contenitori’ di interventi comunemente ritenuti diversi e distinti, tra i quali cerchiamo e individuiamo una possibilità di confronto e affiancamento. L’impatto sul territorio è certamente positivo: coinvolgiamo giovani creativi che comunicano e presentano i propri lavori davanti a un vasto pubblico in altro modo difficilmente raggiungibile. L’impatto è, anche in questo caso, difficilmente misurabile. Certamente tanto vasto quanto è il numero di artisti con cui collaboriamo abitualmente”. Immaginando la Roma del futuro, Elsewhere si augura di operare “in una città meno immobilizzata in una perenne e continua promozione dei capolavori artistici del passato, che altro non suscita se non un sentimento di rassicurazione e autoreferenzialità, senza offrire un’esperienza di confronto attuale e uno scambio realmente coinvolgente e autentico. Quello che secondo noi serve e servirebbe a Roma è portare l’arte in strada, davanti alle porte delle case e sotto le finestre della gente, per ricordare che condividere esperienze d’arte pubblica non può che migliorare la qualità della vita di ognuno di noi”.
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