LUCIANO MAZZILLI – IN-ES.ART DESIGN

Oçilunam è il nome d’arte utilizzato per produrre diversi oggetti ispirati alla luna

Luciano Mazzilli, alias Oçilunam, è un artista e designer cosmopolita. Ha studiato estetica e design a Roma e pittura all’Accademia di Salisburgo. Il magnetismo avvertito nei confronti della luce, del simbolo e della materia lunare si è tradotto in una conversione empirica di questi elementi: lampade e complementi d’arredo. Le creazioni di Mazzilli abitano nell’azienda fondata nel 2003, In-es.art design, ma viaggiano verso diciotto differenti nazioni, partecipando a prestigiose mostre e ricevendo riconoscimenti internazionali. Oltre alla recente esposizione al Fuori Salone per la Milano Design Week, l’azienda vanta la partecipazione alle maggiori fiere di settore, quali Macef ed Euroluce
(Milano), Lighting Collection (Birmingham), Imm Cologne (Colonia), Italian Design Lounge (Dusseldorf), Light and Building (Francoforte) e ICFF (New York). Il nome stesso dell’azienda rivela la dicotomia concettuale del prodotto: in – terno / es – terno, luce ed ombra, materia e spirito, si incontrano in quella terra di mezzo tra arte e design
che sottende l’estetica dell’oggetto. Il fulcro del lavoro “nasce dal caso, in senso dadaista, intriso di passione spasmodica per l’oggetto bello, in senso estetico ed etico”. La fase di progettazione, invece, è densa di materiali e soggetti che attingono al linguaggio
delle arti figurative, come fusioni e incisioni, serigrafia e stencil, c-print e tecnica mista. L’ispirazione, la luna e l’idea concettuale sono gli elementi fondanti delle collezioni In-es.art design, le quali sanno creare un’atmosfera che ha catturato l’attenzione delle
più importanti riviste di settore, di scenografie cinematografiche, televisive e videoclip e di noti interior designer, i quali l’hanno scelta per ristoranti, lounge bar e hotel di qualità. “I miei oggetti partono e finiscono nella luce. La ricerca sta nella risonanza emotiva e spirituale che una forma di luce può suscitare. La luce, se poetica, è l’elemento più vicino all’anima e la sua intensità si rispecchia nelle differenti gradazioni”. Questo appare evidente anche nella piantana ‘mezza luna’, generata per interagire con la persona e l’ambiente che occupa: per accendere la lampada ed agire sul vigore della luce
basta sfiorare lo stelo, scegliendo l’intensità desiderata.
www.in-es.com

MARIA ROSA SOSSAI – ESTERNO22

Quando arte ed educazione si danno la mano il viaggio può essere affascinante e si può arrivare lontano

Maria Rosa Sossai è una critica d’arte, curatrice, autrice letteraria e docente di “Linguaggi multimediali” presso l’Accademia Cignaroli di Verona. Tra le rilevanti iniziative di cui si è occupata si annoverano progetti ‘site specific’ per il Museo d’Arte Contemporanea MAN di Nuoro, la mostra internazionale “Sounds & Visions Artists’ Films and Videos from Europe. The Last Decade” del Tel Aviv Museum e la collaborazione con l’artista Avelino Sala per l’esposizione “L’arte dell’ospitalità”, tenutasi presso l’Accademia Reale di Spagna a Roma. Nel 2010 ha fondato insieme a un collettivo di studenti esterno22, un’associazione culturale non profit che si pone come terreno d’incontro tra il mondo dell’educazione e l’arte contemporanea, per stimolare il pensiero mediante approcci alternativi basati sulla ricerca e sulla partecipazione concreta condivisa. esterno22 è il frutto di una serendipity, scoperta inaspettata avvenuta mentre si stava cercando altro. “È nato un po’ per caso. Dovevo costituire un’associazione culturale per un progetto che poi non è andato in porto e avevo chiamato a raccolta alcuni miei ex studenti. A quel punto abbiamo iniziato a lavorare in un ambito che riteniamo realmente importante, quello dell’educazione attraverso l’arte contemporanea. Credo che uno dei suoi punti di forza consista nella sua composizione piuttosto inusuale: studenti che ragionano insieme ai creativi di come si possa trasmettere il sapere attraverso l’arte”. esterno22 si rivolge infatti principalmente ad allievi della Scuola Superiore, delle Accademie e dell’Università, ma anche a coloro che sono interessati a una libera e aperta circolazione dei saperi. Gli obiettivi dell’associazione, infatti, “riguardano la possibilità di creare dei prototipi di apprendimento/insegnamento validi non solo per la fascia scolare ma anche per gli adulti, nell’idea che l’esercizio della sperimentazione sia uno strumento formidabile per essere felici”. L’approccio pratico prevede workshop e laboratori con artisti ed esperti dei differenti linguaggi culturali. “È un’attività soprattutto di carattere progettuale, la quale tiene conto del fatto che si impara facendo. Ovviamente c’è una base teorica importante sulla scia degli insegnamenti di intellettuali che hanno cambiato i modi di insegnare, come Munari”. esterno22 ha solo un anno di vita ma ha già collaborato con alcune delle realtà più interessanti dell’arte contemporanea romana, come la Nomas Foundation e la Fondazione Pastificio Cerere, sede ospitante di quest’anno.
www.esterno22.com

E. VIAGGIU, L. BRUNO E P. ALBERTANO – ALGARES

La biologia applicata ai beni culturali per evitarne il deterioramento biologico e migliorarne la fruizione

Il mondo della biologia e della botanica accomuna Emanuela Viaggiu, Laura Bruno e Patrizia Albertano, che applicano lo studio dei microrganismi vegetali e delle loro reazioni agli stimoli (luce, umidità e temperatura) alla prevenzione del biodeterioramento delle superfici lapidee. La loro società, AlgaRes, nasce nel 2009 come progetto universitario emergente del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata, e trova applicazione nella salvaguardia dei beni culturali. In particolare nell’ambito del progetto SPECTRA finanziato dalla Provincia di Roma grazie al “Fondo per la Creatività”, hanno sviluppato nuovi metodi di illuminazione che permettono la fruizione del bene culturale e la prevenzione nonchè il controllo della crescita di microrganismi dannosi. Emanuela Viaggiu, Laura Bruno e Patrizia Albertano si sono sempre sentite attratte dalla possibilità di applicare i loro studi alla soluzione di problemi concreti del territorio. In quest’ottica nasce AlgaRes, un modo per passare dalla ricerca all’impresa e per permettere ai giovani formati nel Laboratorio di Biologia all’Università di Tor Vergata di trovare un’occupazione che metta a frutto le loro competenze. Le tre spiegano: “Viviamo in una città ricchissima di opere d’arte e mettere la nostra conoscenza scientifica e l’attività di ricerca al servizio della conservazione dei beni culturali rappresenta una sfida originale, soprattutto quando questo si coniuga con l’applicazione di soluzioni innovative per la protezione e la valorizzazione dei monumenti. Trovare la soluzione richiede la messa a punto di nuove tecnologie per la diagnosi e il monitoraggio dello stato di salute delle opere d’arte e lo sviluppo di sistemi energetici alternativi e rinnovabili che siano a esse dedicati”. L’applicazione delle biotecnologie al patrimonio culturale offre la possibilità di pensare a un futuro sostenibile e a un miglioramento sociale e culturale. AlgaRes offre sistemi di illuminazione per ipogei ad alta emissione e bassi consumi, per questo le tre socie auspicano collaborazioni con piccole e medie imprese che si occupano di illuminotecnica e restauro dei beni culturali a Roma e Provincia, e che offrono un potenziale per la collaborazione commerciale e la sperimentazione pre-industriale. Le istituzioni coinvolte nella gestione dei beni storici e archeologici, invece, rappresentano il soggetto più interessante con cui interagire per veder realizzate le nostre aspirazioni scientifico-imprenditoriali proprio nella nostra città.

www.algares.it

SANDRA DI GIACINTO

Gioielli ecologici ma di lusso, creazioni che riqualificano materiali poveri e di scarto come la carta e il cartone

Carta e cartone sono i materiali quotidiani che nelle mani di Sandra Di Giacinto diventano gioielli e accessori originali. Diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti
di Roma Di Giacinto si è confrontata negli anni con diversi materiali e tecniche. Nel suo percorso artistico, infatti, si è occupata prima di disegni per tessuti, poi di complementi d’arredo, ma da sempre ha realizzato cornici ed altri elementi con la carta. Materie semplici che, in seguito, sono diventati le parole d’ordine per l’essenzialità e il grafismo dei suoi gioielli e accessori. I suoi lavori si trovano nelle boutique di accessori e negli art shop di importanti musei: Bilbao, New York, Lussemburgo e Roma ospitano le sue creazioni, utilizzate anche sul set di un film di Almodóvar. Il fil rouge che si coglie negli oggetti di Sandra Di Giacinto è quello della rivisitazione della tradizione unita all’innovazione delle tecniche e dei materiali usati. La sua produzione è caratterizzata da linee spezzate,
da colori accesi e soprattutto da materie prime come il cartone e la carta, entrambi sottoposti a trattamenti specifici: spalmati in pvc, metallizzati o resinati. Proprio queste particolarità hanno attratto l’attenzione prima dei musei e, solo successivamente, del circuito commerciale delle boutique. Così, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Museo di Arte Contemporanea del Lussemburgo, il Museo di Arte e Design di New York e il Guggenheim di Bilbao, hanno cominciato ad esporre e a vendere i suoi accessori. Questo dimostra quanto il richiamo all’arte sia decisivo nelle sue opere. Sandra ha preso parte a “Gioiello Italiano Contemporaneo: tecniche e materiali tra arte e design”, la mostra itinerante che tra il 2008 e il 2009 si è mossa tra Vicenza, Milano, Berlino e Torino. Oggi i suoi gioielli prendono posto in una sofisticata nicchia di mercato che apprezza
il design italiano. “Quello che voglio fare – spiega – è sovvertire i canoni, sostituendo il metallo e le pietre con la carta, e riuscire a ricavare da un materiale semplice, apparentemente povero, gioielli essenziali, grafici, preziosi, con un contenuto innovativo. La ricerca mi porta a racchiudere negli oggetti un’idea, un pensiero, un progetto perché ‘la qualità di un progetto dipende dal grado, sia pur minimo, di cambiamento culturale che innesca’, come sosteneva Enzo Mari”. L’obiettivo è produrre oggetti lussuosi ma ecosostenibili, creati con bassissimo impatto ambientale. “Al tempo stesso vorrei avviare nuove collaborazioni che abbiano però un occhio sensibile e attento per l’arte e l’artigianato”.
www.sandradigiacinto.it

ALESSIO GISMONDI – CODICE A BARRE

Tradizione e design si fondono nell’impresa artigiana di famiglia che realizza oggetti a tiratura limitata

Alessio Gismondi, classe 1961, è il titolare di una ditta di artigiani che realizza pezzi di design in modo romantico e appassionato. Una modalità che corrisponde alla sua visione di questo lavoro, a partire dal suo primo approccio con esso: da adolescente, durante
le vacanze estive, nell’ebanisteria paterna. Oltre al percorso di studi per diventare disegnatore meccanico, la falegnameria di famiglia è stata la sua culla di esperienze lavorative e di collaborazioni con noti nomi dell’architettura e del design. Nel 1995 Gismondi ha rilevato l’azienda rinnovandole nome e stile: Codice a barre si occupa, oggi, della creazione di complementi d’arredo, a tiratura limitata, con il dichiarato intento di trasformare gli scenari quotidiani in luoghi evocativi, mediante l’incontro tra il guizzo del design e la tradizione della materia. Il rinnovo dell’impresa, che opera nel settore da tre generazioni, è avvenuto anche su un altro piano: Alessio ha recentemente restaurato la storica sede di Civitavecchia, che attualmente si estende su quasi 600 metri quadrati, generando una produzione in grado di spaziare dal mobile all’oggettistica, dal negozio all’abitazione, dall’ufficio del sindaco all’interno di un teatro, passando per eventi quali l’International Contemporary Forniture Fair di New York. Il suo approccio, in ogni caso, ha una linea ben precisa: “riuscire a coniugare forma e funzione, applicare un’accurata ricerca su materiali e finiture. Ma soprattutto – spiega – ha l’obiettivo fondamentale di rendere gli oggetti stimolanti e in grado di creare un habitat che sia non solo accogliente, ma che permetta di dimenticare la routine nella quale siamo quotidianamente costretti“. Così, la produzione artistica di Codice a barre rispecchia il pensiero di chi ci lavora, elemento reso evidente dall’attitudine concettuale e inventiva degli oggetti stessi. Il porta cd “vestito” da separè, le sedute modulari (tra cui “Virus”), il tavolino “Guggenheim”, la cui base metaforizza la struttura dell’omonimo museo e, ancora, la scrivania “Virgola”, omaggio estetico alla punteggiatura. “Mi stimola molto collaborare con i giovani – confessa Alessio – mi piace ascoltare diversi punti di vista. Credo che le scuole siano una fucina di nuovi talenti che sfornano continuamente contenuti con i quali confrontarsi“.

www.codicelab.com

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