MACRO 2%

La nuova ala del Museo d’Arte Contemporanea Roma si arricchisce di due opere permanenti, vincitrici del concorso internazionale

Andranno a far parte delle opere del Museo d’Arte Contemporanea Roma di via Reggio Emilia le due opere del concorso MACRO 2% : “Rope” del tedesco Arthur Duff e “Orizzonte Galleggiante” dell’artista francese Nathalie Junod Ponsard. Il concorso internazionale che ha messo a disposizione 405.233,12 euro per la realizzazione di due opere permanenti nella nuova ala del Museo, prevedeva l’individuazione di due zone di passaggio con “un intervento di, dalla e sulla luce”, su indicazione dell’architetto Odile Decq. I luoghi scelti sono stati: il vano ascensori, al primo livello interrato del museo, e la scala che collega Via Nizza con la grande terrazza sovrastante. Nel primo spazio è stata inserita l’opera di Arthur Duff. “Rope” è costituita da un’installazione neon di colore rosso situata nei vani antincendio del parcheggio e si completa con una proiezione laser sul fondo degli ascensori vetrati, visibile solo quando sono in movimento. La scritta a neon è una citazione ripresa dalla prima pagina della sceneggiatura dell’omonimo film di Alfred Hitchcock (Rope -Nodo alla gola) : “The action of the story is continuous; there are no time lapses of any kind – L’azione della storia è continua; non ci sono scarti temporali di alcun tipo” e vuole essere un messaggio che anticipa l’esperienza del pubblico una volta entrato negli ascensori vetrati. Si vuole trasmettere continuità percettiva e dialettica tra osservatore e osservato. Continuando l’installazione led, realizzata nel vano della scalinata da Nathalie Junod Ponsard, collega direttamente lo spazio esterno del nuovo MACRO alla grande terrazza.  Il nome “Orizzonte Galleggiante” vuole evocare l’orizzonte luminoso composto da led colorati che accompagna simbolicamente i visitatori attraverso l’architettura, trasformando questo spazio in un “ideale paesaggio aperto, in cui la luce varia continuamente definendo atmosfere dinamiche ed equilibri mutevoli”. L’artista descrive così la sua ricerca: “La linea d’orizzonte scende o sale, è come un livello proposto dentro lo spazio della scalinata. Il museo offre livelli luminosi variabili che fanno perdere al visitatore i suoi riferimenti di altitudine mentre sale o scende la scalinata. Questo orizzonte si sposta come se il MACRO portasse i visitatori in un altro luogo, in un movimento verticale e luminoso che avvolge il pubblico e il passante non sa più se sale o scende perché i campi luminosi ondeggiano, mutevoli e fluttuanti. Lo spazio della scala si reinventa continuamente, non offre alcun orientamento, ma al contrario determina una nuova dimensione del luogo… Il colore dell’orizzonte varia, ricorda il tramonto, ma anche il sole quando sale allo zenit. I colori luminosi sono complementari, determinano una potenza visiva. Il muro si sposta nella sua verticalità, lo spazio cambia. La dimensione laterale e mobile dell’opera di luce, procurando una certa instabilità, crea una decontestualizzazione del luogo”.
www.macro.roma.museum

COSE

La quarta edizione della rassegna di jazz, musica contemporanea, danza e action painting alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma. Sono 9 gli appuntamenti previsiti fino al 12 maggio

“Kaleidosopic Arabesque” del duo jazz italiano Bebo Ferra e Javier Girotto ha aperto la rassegna COSE, che tutti i giovedì sera fino al 12 maggio presso la Sala Mangiatoia (sala concerti della Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma) propone una serie di appuntamenti legati alla sperimentazione e alla connessione tra linguaggi artistici. Il progetto, giunto alla 4^ edizione, riesce a coniugare una proposta di eccellenza artistica con una politica di contenimento dei prezzi grazie al sostegno di quattro strutture romane indipendenti che sono attive già da diversi anni nella città ed hanno deciso di autofinanziare la rassegna. Parliamo dell’Associazione Controchiave, del Live Sound Development, della Scuola Popolare Di Musica Di Testaccio, che ospita gli eventi, del Centro di cultura sperimentale Rialto, nonostante la chiusura di uno di questi spazi (il Rialtosantambrogio). Sono in programmazione una serie di performance e concerti: il 10 marzo in scena la danza con le due compagnie di danza finaliste dell’ultima edizione di MArteLive mentre. Nei giovedì successivi, invece, si susseguiranno diversi gruppi legati alla musica jazz, sia di stampo italiano che internazionale. In totale sono quattro questi appuntamenti: il 17 marzo con il duo di Greg Burk e Bob Moses e il loro ultimo lavoro “Ecstatic Weanderings”; il 24 marzo col trio italiano composto da Sandro Satta, Roberto Bellatalla e Fabrizio Spera; il 7 aprile con le ipnotiche atmosfere del trio di Eivind Aarset, Michele RabbiaStefano Battaglia; il 14 aprile sarà la volta dell’ultimo lavoro di una giovanissima del jazz italiano Luisiana Lorusso con il suo “Upwards” accompagnata da Gaetano Partipilo, Claudio Filippini, Francesco Ponticelli e Fabio Accardi. Il 21 aprile è di scena “La bellezza non ha forma” action painting di Cinzia Fiaschi insieme alla voce di Diana Torti e al pianoforte di Alessandro Giachero. In chiusura due quartetti italiani, il Leaf Branch’s Project di Tocilj-Frasca, il 5 maggio, e il Deep Combo di Claudio Corvini di scena il 12 maggio.
www.lsdproduzioni.eu

FAKE | MUSIC FROM ELSEWHERE

Venerdì 8 Aprile 2011, presso il Fanfulla101 di Roma, la crew di ELSEWHERE factory riafferma la sua brama di ricerca e sperimentazione presentando il live di una figura chiave dell’avanguardia elettronica romana: NEWCLEAR WAVES.

Dall’esplorazione tuttaltro che remissiva di territori electro pop all’interesse per un rinfrescante e iperattivo new wave anni ’80 nasce il progetto NEWCLEAR WAVES: paesaggi sonori avvolgenti e un immaginario visivo-grafico abitato da visioni apocalittiche, strani macchinari, post-modernismo e ordine del caos.

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FAKE è un progetto nato a Roma nel 2010, dedicato a live e djset di musica sperimentale, performance artistiche e video art. E’ accompagnato dalla produzione e diffusione on-line di un ciclo di video virali che sono la trasposizione delle visioni oniriche del misterioso collettivo di videomaker ANIMALS.

Tra gli ospiti delle prime due stagioni il collettivo OXO,  il duo umano robotico formato da COBOL PONGIDE e EMIGLINO CICALA, il duo electro wave francese VELVET CONDOM e il trio shoegaze italo-londinese LILIES ON MARS.

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FAKE ft. NEWCLEAR WAVES live (Mannequin Records)
A seguire: LES COURGETTES Djs | ANIMALS visuals
Venerdì 8 Aprile 2011, a partire dalle h 22
Fanfulla101 – via Fanfulla da Lodi, 101 (Pigneto) – Roma

www.elsewherefactory.com

KUSAMA IN MOSTRA

Un omaggio al Giappone con i dipinti e le sculture recenti dell’artista giapponese, leggenda vivente dell’avanguardia internazionale, esposti alla Gagosian Gallery

Fino al 7 maggio lo spazio della Gagosian Gallery (via Francesco Crispi) ospita le opere dell’artista giapponese Yayoi Kusama. Nata nel 1929 a Matsumoto City, oggi vive e lavora a Tokyo e incarna uno degli artisti di punta dell’avanguardia. Le sue opere, infatti, sono presenti nelle collezioni dei più importanti musei internazionali, tra cui il Museum of Modern Art a New York; il LACMA di Los Angeles; la Tate Modern a Londra; il Centre Pompidou di Parigi e il National Museum of Modern Art a Tokyo, oltre ad aver esposto con personali in tutto il mondo. La sua opera definita “tanto eccentrica quanto profonda e meditata, che spazia da capolavori unici a oggetti della cultura pop prodotti in serie, catturando in maniera costante l’immaginazione e i sensi del pubblico”. Una carriera quella di Kusama che da oltre sessant’anni propone come capisaldi della sua ricerca concetti quali l’infinito cosmico e le ossessioni personali dell’artista, riproposti nei lavori esposti a Roma. “I lavori qui presentati oscillano tra questi due estremi, contrapponendo singole sculture ad installazioni articolate, autoritratti a dipinti astratti. Tre sculture, realizzate nell’arco di cinquant’anni, rivelano il costante e multiforme interesse di Kusama per gli oggetti riflettenti in quanto elementi concettuali, processuali e metaforici. Narcissus Garden è un’installazione scultorea di centinaia di sfere specchiate sparse a terra, che riflettono l’ambiente circostante”. Fu questa l’opera che diede notorietà all’artista alla 33° Biennale di Venezia del 1966 e venne presentata come evento improvvisato nei giardini del Padiglione Italiano. Kusama, che indossava un kimono tradizionale, offriva in vendita le sfere a 1200 lire ciascuna, richiamando l’attenzione sulle dinamiche commerciali dell’arte nel contesto della Biennale. Successivamente, l’artista ha prodotto dieci versioni di Narcissus Garden in diverse dimensioni.
www.gagosian.com

PIÚ FALSO DEL VERO

Fotografie di Tommaso Bonaventura, Stefano Cerio, Lorenzo Cicconi Massi, Daniele Dainelli, Massimo Siragusa, Angelo R. Turetta

Inaugura martedì 29 marzo alle 18:30 presso la sede di Officine fotografiche a Roma la mostra Più falso del vero. Fotografie di Tommaso Bonaventura, Stefano Cerio, Lorenzo Cicconi Massi, Daniele Dainelli, Massimo Siragusa, Angelo R. Turetta. La mostra, a cura di Alessandra Mauro, è organizzata da Soluzioni Arte in collaborazione con Contrasto e Officine Fotografiche. Resterà aperta fino al 23 aprile. Le diciotto immagini esposte propongono una serie di progetti visivi che giocano con la sottile linea di confine tra la verità e l’illusione.

Siamo portati a credere che la fotografia sia rappresentazione fedele della realtà, quando invece il confine fra inganno e finzione, vero e autentico, è molto più labile e si nasconde dietro le lenti dell’obiettivo e nelle scelte delle inquadrature. È invece necessario superare l’idea che la fotografia riproduca l’oggetto della sua indagine così com’è poiché, come dice Michele Smargiassi, questo linguaggio “non è in grado di mentire negando il vero” ma più spesso lo fa affermando il falso, creando delle visioni che se per certi aspetti restano fedeli al reale, per altri sono terribilmente infedeli. In mostra ci sono i bagnanti di Cicconi Massi, che fluttuano per le spiagge dell’Adriatico in una luce tanto abbagliante da renderli forme visibili, quasi senza dimensione fisica; le ville e i giardini di Massimo Siragusa, sempre in bilico tra rappresentazioni oniriche e visioni della realtà. Del resto, i sosia di Mao ritratti da Tommaso Bonaventura sono certamente veri, come veri sono gli edifici che Stefano Cerio ha ripreso nelle periferie delle nostre città ma che risultano talmente falsi da finire per esserlo veramente. E se siamo disposti a riconoscere come finzione la messa in scena dei set cinematografici di Angelo Turetta, possiamo dichiarare veramente false anche le immagini di Daniele Dainelli, che riprendono scene bucoliche incollate in grandi poster metropolitani, lungo i muri di una città caotica come Pechino. Ognuno a suo modo, i sei diversi autori hanno cercato di raccontare l’ambiguità ma anche la meraviglia che l’illusione della realtà può creare davanti all’obiettivo fotografico per la gioia dei nostri sensi, pronti a lasciarsi consapevolmente ingannare dalla fotografia.

“Vi chiedo di non credere più ciecamente alle fotografie, vi chiedo però di credere ancora nelle fotografie” (Michele Smargiassi)

ROMA PROVINCIA CREATIVA