CAMERAOSCURA presenta: Il sogno della gallinella. Oggetti e immagini di Federica Zucchini.

Video di Agostino Artese.
Inaugurazione
venerdì 19 aprile ore 19:00 presso CAMERAOSCURA in Via Federico Nansen 48B (zona Gazometro). La mostra è visitabile fino al 18 maggio, dal lunedi al venerdi dalle ore 11:00 alle ore 18:00. (L’associazione è uno spazio di lavoro condiviso, è gradito dunque il preavviso.) www.cameraoscura.org

Il sogno della gallinella

Corpi mutilati, esoscheletri, e pasticcini, ma anche tanti altri oggetti che non hanno nulla a che fare tra loro.

Difficile capire come tutti questi elementi possano definire il piacere. Eppure solo il loro convivere permette di leggere il significato di libido all’interno del vocabolario di Federica Zucchini. A chi si avvicinerà con uno sguardo superficiale questo significato sfuggirà nella sua interezza e integrità facendo apparire queste opere come segni di una pornografia soft e di un estetica vintage. Ma non è così.

Queste opere dimostrano il contrario: si tratta di non pornografia, quando il non sta a indicare l’assenza di qualcosa che però, per essere negato, deve esistere. Un po’ come le bestemmie per gli atei; c’è, ci deve essere una contraddizione.

E questa contraddizione conduce il fruitore verso un esperienza multistrati, dall’onirica alla ludica, passando per quella della libido.

E’ la castrazione di un sentimento che porta il pubblico a percepire una perversione non comune, un desiderio erotico e infantile al tempo stesso. Un sentimento che ci riporta a una dimensione primitivo animale dove il sesso è qualcosa di normale ed è scevro da qualsiasi tipo di giudizio etico-morale.

A permettere tutto questo è innanzitutto la fruibilità delle opere. Non si tratta infatti di semplici immagini bidimensionali da guardare a distanza ma di piccoli oggetti tridimensionali che è possibile toccare, anzi che si devono toccare per poterne godere appieno. Ed è così che, distruggendo il tabù del “guardare ma non toccare è una regola da imparare”, Federica Zucchini riesce a far sentire il fruitore anche un po’ protagonista delle sue microstorie. E non potrebbe essere altrimenti perché solo prendendo in mano queste opere è possibile far azionare piccoli meccanismi che creano delle azioni ascrivibili alla sfera sessuale ma che hanno, in realtà, ben altra funzione.

Questa ben altra funzione è il divertire, è un invito alla leggerezza. E’ difficile spiegare come azionando un meccanismo che simula un fellatio ci si possa sentire leggeri, e aver voglia di tornare a casa e far l’amore con il proprio amante spogliati da tutte le paranoie che spesso ci ammalano. Ma è proprio così.

Quindi, provate per credere.

Testo di Anna Faragona

Dire quasi la stessa cosa

Tre artisti insieme per il progetto “Dire quasi la stessa cosa” e in mostra dal 19 aprile presso lo spazio Label201

La scrittura è una delle più antiche forme di comunicazione umana, ma fin dalle sue origini, in seno alle più diverse civiltà, occidentali e orientali, essa è stata spesso adoperata per un uso rituale piuttosto che pratico, per rappresentare più che per comunicare. Nel gesto dello scrivere è da sempre insito un senso di sacralità legato alla genesi del segno e alle sue proprietà di rappresentazione-evocazione della realtà. La scrittura e l’arte visiva hanno, com’è noto, un’origine comune che si basa sulla volontà di rappresentazione di un oggetto attraverso un segno.

Il filosofo francese Jacques Derrida affermò che il linguaggio, parlato o scritto, è sempre una forma di scrittura, in quanto sistema strutturato di segni (significanti) a cui si attribuiscono significati condivisi all’interno di una stessa comunità linguistica. Prendendo spunto dall’omonimo libro di Umberto Eco, il progetto “Dire quasi la stessa cosa” nasce dalla volontà di aprire una riflessione sulla difficoltà di comprensione di una parola scritta, la possibilità di errore nel processo di decodificazione del segno e la variabilità delle sue molteplici interpretazioni, passando attraverso un recupero del valore rituale del gesto dello scrivere.

Carl Trahan, la cui ricerca ruota intorno al tema della traduzione e della sua trasposizione nell’ambito delle arti visive, sarà impegnato in una performance di 3 giorni in cui proprio attraverso un lungo processo di scrittura, metterà in luce la complessità semantica e l’ambiguità della parola-segno, che si rivela soprattutto nel momento in cui ci si trova di fronte alla necessità di renderla comprensibile in un’altra lingua. Partendo dalla parola francese “bouleversement” che dà il nome alla performance, l’artista canadese comporrà un diagramma complesso ad albero in cui ogni elemento è costituito da un sinonimo della parola di partenza e della loro traduzione in italiano.

“Fine a se stesso”, è invece il titolo del lavoro, frutto della performance del duo AFTERALL, composto dai fratelli Enzo e Silvia Viola Esposito. I due artisti napoletani, la cui ricerca verte da sempre sui temi della ripetizione e dell’errore, del linguaggio e delle sue problematiche, con particolare attenzione alla questione dell’incomprensibilità, ritracciano più volte su carta carbone, fino a renderne il contenuto incomprensibile, il testo di una lettera privata, in cui sia il mittente che il destinatario erano entrambi analfabeti. Datata 9 gennaio 1975, la missiva era stata scritta a Brooklyn (NY) da una donna, Madeline Giordano, sotto dettatura della madre Philomenia de Francisco, e indirizzata a Giuliana Di Francesco di Qualiano (NA), con preghiera di lettura da parte di sua figlia Maria Esposito. L’intervento degli AFTERALL evidenzia la mancanza di efficacia della scrittura quale strumento comunicativo anche nell’ambito di uno scambio tra due appartenenti alla stessa comunità linguistica. Attraverso la ricopiatura della lettera, i due artisti arrivano alla progressiva cancellazione del significato e del suo significante, producendo un totale ribaltamento di senso rispetto al gesto originario.

L’artista norvegese Øystein Wyller Odden che nei suoi lavori esplora la poetica dell’oggetto e le sue possibilità espressive, visive e sonore, presenterà invece il lavoro “Everything I have ever written”. L’opera è frutto di un’azione che lo ha visto impegnato per diversi giorni, in cui utilizzando un oggetto desueto come una vecchia macchina da scrivere, ha riportato su un unico foglio, riutilizzato più volte, tutto quello che gli era capitato di scrivere durante il suo percorso formativo. L’azione è stata compiuta dall’artista nell’isolamento della sua stanza, come un rituale intimo e privato, senza alcuna volontà di condivisione. Il processo ossessivo di riscrittura vanifica completamente la funzione comunicativa delle parole, il segno si perde nel suo reiterarsi, rendendo la trasmissibilità del sapere completamente impossibile.

PRE-OPENING MARTEDI 16 APRILE ORE 19,00
Con live performance di Carl Trahan “Bouleversement”. La performance continuerà per tre giorni, con conclusione venerdì 19 aprile con la serata di inaugurazione e di presentazione dell’opera finita.

OPENING VENERDI 19 APRILE ORE 19,00
Presentazione dell’opera conclusa “Bouleversement” dopo la performance di tre giorni

Per info:
press@label201.com
www.label201.com
Mostra visitabile dal lunedi al venerdi ore 16,30 – 19,30 o su appuntamento

Durata della mostra: 16 aprile – 23 maggio 2013

Nel tempo. Fotografie di Ninni Romeo


Nel tempo fotografie di Ninni Romeo.
A cura di Lorenzo Castore e con l’introduzione di Olivier Wickers.
Stampe b/n ai sali d’argento di Matteo Alessandri – Realizzazione CAMERAOSCURA.
Dal 12 aprile al 7 maggio presso INTERZONEgalleriastudio in Via Avellino, 5-Rm.
Inaugurazione venerdì 12 aprile 2013 h 18,30
Un’esposizione di poco più di ottanta fotografie e stampe realizzate nel tempo.
In mostra fotografie scattate, in luoghi diversi, dal Duemila a oggi, ad eccezione di due fotografie  e stampe risalenti alla metà degli anni Settanta.
“…Qui, un passato sconosciuto si mette in posa. Un passato sconosciuto e al tempo stesso familiare. Lo guardiamo oggi e ci stupiamo di ricordarcene. Ma noi c’eravamo, anche noi, con quella coppia, quella donna, quei bambini, quel bell’uomo, o di fianco a quel viso enigmatico che non ci guarda più! Ci aspetteremmo addirittura di figurare nella fotografia: avevamo parlato e chiesto loro un’informazione, adesso ci ritornano degli odori e dei suoni…”. (dal testo di Olivier Wickers)

RIFF – XII edizione del Rome Indipendent Film Festival

Al via la XII edizione del RIFF, il Festival romano dedicato al cinema indipendente

“Il futuro”, il 4 aprile 2013, sarà il film d’apertura del Rome Independent Film Festival. A firmare il lungometraggio, la regista cilena Alicia Scherson, vincitrice nel 2005, con ‘Play’, del Premio per la migliore regia al Tribeca Film Festival.

La pellicola è la prima delle numerose anteprime europee e mondiali in programmazione per la XII edizione del RIFF, che si terrà dal 4 al 10 aprile presso il Nuovo Cinema Aquila di Roma.

Girato a Roma, “Il futuro” è la prima coproduzione tra Italia (con la Movimento Film di Mario Mazzarotto, anche distributore del film), Cile, Germania e Spagna. Il film, tratto dall’ultimo romanzo di Roberto Bolaño “Un romanzetto canaglia”, ha un cast internazionale: Rutger Hauer (Blade Runner, Ladyhawke, La leggenda del santo bevitore), Nicolas Vaporidis (Notte prima degli esami, Come tu mi vuoi, Femmine contro maschi), la cilena Manuela Martelli (già protagonista di Sonetaula di Salvatore Mereu), e il giovane Luigi Ciardo (L’estate di Martino).

Giunto al dodicesimo anno, il RIFF mantiene il proprio obiettivo originario di dare visibilità a pellicole lontane dai circuiti commerciali dell’audiovisivo con una selezione di opere provenienti da ogni parte del mondo.

Ben 10 i lungometraggi stranieri in concorso: “O palhaço” (The Clown) diretto dal brasiliano Selton Mello, candidato all’Oscar come film straniero; “Ombline”, del francese Stéphane Cazes, con Mélanie Thierry, vincitrice nel 2010 di un César come Miglior Rivelazione Femminile; “Silent City” secondo lungometraggio della regista olandese Threes Anna, premiato nel 2012 al San Sebastian International Film Festival; la coproduzione Ungheria /Canada “The Maiden Danced To Death” di Endre Hules, vincitore del European MediaPlus Award; “DonT Stop” diretto dal ceco Richard Rericha, la produttrice del film Ondrej Zima sarà presente al RIFF nell’ambito del Forum sulle produzioni indipendenti; “Baby Blues” diretto dalla polacca Kasia Roslaniec, premiato alla Berlinale 2013; dall’India “Drapchi” per la regia di Arvind Lyer; “Fenix 11.23” diretto da Joel Joan e Sergi Lara; l’opera prima dell’iraniana Tina Gharavi, “I’m Nasrine”, candidato ai BAFTA 2013, che parteciperà all’incontro RIFF su “Film Industry, Women Equal Opportunities and Diversity” e infine “Two Hundred Thousand Dirty” l’opera prima del regista americano Timothy L. Anderson.

Ampio spazio anche alla sezione lungometraggi italiani, con 7 opere prime in concorso. Questi i titoli selezionati: “Carta Bianca” di Andres Arce Maldonado, “Aquadro” di Stefano Lodovichi, “Le formiche della città morta” di Simone Bartolini, “L’ultima foglia” di Leonardo Frosina. “Spaghetti story” di Ciro De Caro e infine gli innovativi “Lost in Laos” di Alessandro Zunino e “Transeurope Hotel” di Luigi Cinque con Pippo Delbono.

Con i documentari internazionali e italiani il RIFF propone un’attenta fotografia dell’attualità. Tra le opere in concorso segnaliamo il cipriota “Buffer Zone” diretto da Pawel Pstragowski, la storia del movimento di occupazione dell’aria cuscinetto dove i giovani cercano di contrastare le forme di capitalismo nell’isola, un tema che alla luce degli ultimi avvenimenti assume particolari significati; “Forbidden Voices” di Barbara Miller dà espressione alla storia di tre donne blogger censurate e contrastate nei loro paesi di origine; “The Suffering Grasses” diretto dall’americana Iara Lee sulla guerra siriana; “La Valle dello Jato” di Caterina Monzani e Sergio Vega, storia di Pino Maniaci e del suo impegno giornalistico contro la mafia; “Slot” di Dario Albertini sul gioco d’azzardo.

Molto interessante e varia la selezione dei cortometraggi internazionali e nazionali alcuni dei quali vantano anche la presenza di volti noti del cinema e della tv, tra i quali, solo per citarne alcuni: Valerio Mastandrea, Giorgio Colangeli, Paolo Sassanelli, Francesco Montanari, Alessio Vassallo, Stefano Abbati, Lucrezia Piaggio, Irene Maiorino, Francesco Benigno.

A completare la programmazione del RIFF vanno menzionate le sezioni Student short competition, Animation short competition, Experimental ed infine le sezioni delle sceneggiature e dei soggetti.

L’attenzione alla distribuzione cinematografica, nell’ambito del Festival, viene sottolineata anche dalla presenza, fra i componenti della giuria, di Pascale Faure (Responsabile cortometraggi Canal+, Francia) e Philippe Kreuzer (Bavaria Media GmbH) che si affiancano ad alcuni nomi importanti del mondo del cinema, della musica e del giornalismo come Wilma Labate, Agostino Ferrente, Piotta, Franco Montini solo per citarne alcuni.

Fra gli eventi paralleli del Festival, sempre al Nuovo Cinema Aquila, per sabato 6 aprile è previsto un doppio appuntamento: il V Forum “I nuovi profili della produzione cinematografica europea indipendente”, con i produttori aderenti al progetto Producers on the move, iniziativa lanciata a Cannes nel 2000 dalla European Film Promotion (EFP), per discutere sulle dinamiche distributive internazionali e l’incontro con il produttore David Pope per un confronto sulla presentazione delle idee e dei progetti (pitching) all’industria internazionale cinematografica.

Per mercoledì 10 aprile è invece previsto un incontro sulle Web Series, alla presenza di alcuni dei registi che si sono posti all’attenzione del grande pubblico grazie ad interessanti produzioni indipendenti sul web.

Al termine del Festival saranno assegnati i RIFF Awards per un valore di oltre 50.000 Euro.

Con il sostegno organizzativo dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, il contributo del Ministero dei Beni Culturali – DGC e il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, il RIFF registra ogni anno crescenti apprezzamenti, di pubblico e critica, per la qualità e l’indipendenza delle opere selezionate.

Scarica il programma completo del Festival

www.riff.it

WOW, Wonderful Object Wall

In occasione del Design Meeting, domenica 24.03.2013, l’Istituto Quasar presenta WOW, installazione di Video Mapping con spettacolari proiezioni spettacolari.

WOW, acronimo di Wonderful Object Wall, è un’opera di Video Mapping: luci, suoni, colori creano un ambiente immersivo in cui è il pubblico il vero protagonista che verrà coinvolto in stupefacenti suggestioni della percezione visiva.

Il Video Mapping, frontiera dell’arte digitale, di cui Istituto Quasar è stato fra i primi fautori e promotori dal 2011, è un sistema di proiezioni all’avanguardia capace di creare nello spettattore effetti sensazionali.

In particolare, il progetto, creato dagli studenti del corso Web & Interaction, si sviluppa come una superficie video acustica in grado di influenzare la percezione dello spazio fisico. Bagliori di luci ed effetti video sincronizzati con il suono creano una vera e propria opera ambientale a cui ogni fruitore reagisce in maniera differente. Un’installazione capace di rendere mobile e pulsante il limite tra spazio fisico ed ambiente digitale.

Ci si ritroverà immersi in coinvolgenti ed emozionanti atmosfere animate dai colori e dalla luce pulsante proiettate da un imponente prisma tridimensionale. Uno spettacolo di leggerezza e luminosità, realizzato grazie all’uso delle nuove tecnologie e di innovative applicazioni di light mapping. Un’esplosione di immagini e suoni che avvolgerà i sensi trasportando il pubblico presente in una realtà parallela.

Alla prevalente attività di formazione nei temi della Comunicazione Visiva e dell’interattività tra Uomo e Virtuale, l’Istituto Quasar affianca costanti iniziative di diffusione e promozione culturale. In questo quadro si inserisce WOW – Wonderful Object Wal – un evento nell’evento, che sarà ospitato dalla terza edizione del “Design Meeting” che si svolgerà il 24 marzo 2013 h 19:00 nell’ambito di Wi-Fi ART, l’appuntamento domenicale del Circolo degli Artisticon l’Arte.

Il Design Meeting, ideato nel 2012 come una serie di eventi ospitati dal Circolo degli Artisti con l’intento di avviare un dibattito mirato sul tema del Design, quest’anno vedrà venti designers della Capitale presentare le proprie creazioni in un’esposizione fuori dagli schemi, itinerante e creativa, pensata ad hoc per enfatizzare l’abilità degli artisti.

L’evento sarà ospitato presso il Circolo degli Artisti, in via Casilina Vecchia, 42 – Roma

Info:
Istituto Quasar
Via Nizza, 152 – 00198 Roma
06 855 70 78
www.istitutoquasar.com
ROMA PROVINCIA CREATIVA