LA CAMERA CHIARA

La Camera Chiara è il nome della performance fotografica ideata e diretta da Piero Marsili Libelli e riproposta a Roma nello spazio delle Officine Farneto dal 19 al 21 maggio. Quest’appuntamento dedicato alla guerra in Afghanistan per rendere omaggio al lavoro di Emergency, prosegue la proposta che il fotoreporter ha già portato in scena in diverse città europee proponendo di volta in volta temi diversi, e per l’occasione si inserisce all’interno di un evento più amplio diretto da Luca Modugno. Attori, artisti e personaggi dello spettacolo, accompagnati dalla musica di Riccardo Ceres, sono alcuni tra i protagonisti della performance, curata da Simona Salmieri, che si affiancherà ad una mostra fotografica di Libelli e all’iniziativa benefica dell’Associazione Artwo. Il ricavato delle opere e delle foto della performance servirà a sostenere le attività del centro chirurgico per vittime di guerra di Emergency a Lashkar-gah, città a sud dello stato afgano. Per il titolo, “La Camera Chiara”, il fotoreporter ha preso spunto dalla citazione dell’omonimo saggio di Roland Barthes, vuole presentare il dissidio e il contrasto che le immagini evocheranno. Gli scatti di guerra sono lo sfondo sul quale il visitatore viene condotto attraverso un viaggio nel buio del territorio in medio oriente. “Il paese è letto e interpretato con un occhio che stravolge e che restituisce l’immagine surreale del volto di un popolo che ha vissuto vent’anni di macerie, fango e polvere”. In questo modo il fotografo invita il pubblico ad una immersione suggestiva, continuando nel suo obiettivo che dagli anni settanta ad oggi lo ha immortalato nei suoi reportage scene di vita quotidiana nei principali Paesi colpiti da conflitti e instabilità politica tra cui l’Africa, l’India, il Pakistan, l’Afganistan, il Libano e il Kossovo.

Piero Marsili Libelli inizia la sua professione negli anni settanta a Milano, fotografando la cronaca nera per il Corriere della Sera. Lavora anche per alcune agenzie fotogiornalistiche realizzando servizi di attualità politica. Si trasferisce a Roma negli anni ottanta, dove inizia una collaborazione col settimanale L’Espresso, occupandosi del teatro d’avanguardia. In questo periodo frequenta il teatro di Carmelo Bene, Giancarlo Nanni, Roberto Benigni, Memè Perlini, realizzando una fotografia che racconta il loro mondo in forme d’arte surreale. Nel 1982 documenta a Belfast i funerali di Bobby Sand e la guerriglia urbana dell’IRA e nel 1989, durante la rivoluzione rumena, mette in posa modelle tra le braccia dei soldati sullo sfondo di una Bucarest ancora in guerra. Viaggia in diversi paesi del mondo, tra cui l’Africa, l’India, il Giappone, il Pakistan, l’Afganistan, il Libano, il Kossovo, realizzando reportages di guerra, sulle miniere d’oro del Ghana, sul musicista Alì Farka lungo le rive del Niger o sulla vita quotidiana a Bombay. Da questi lavori nascono mostre e soprattutto performances artistiche sulla fotografia, presentate ad Amsterdam, Roma, Milano. Negli anni novanta lavora anche nel cinema al fianco di registi come Michelangelo Antonioni, Francesco Rosi, Giuliano Montaldo, Marco Ferreri e recentemente con Vittorio Storaro al film “Caravaggio”. Le foto di quest’ultimo lavoro sono esposte dal 2008 al Lincoln Center di New York. Libelli si è occupato anche di pubblicità con Alessandro D’Alatri e Ferzan Ozpeteck; di moda, a Milano, dove nel 1997 ha esposto alla Galleria Sozzani durante la presentazione della collezione di Massimo Osti. Le sue foto sono state pubblicate anche da diversi giornali di prestigio nel mondo, tra cui il New York Times, il Newsweek, L’Espresso, il Paris Match ed esposizioni sono state realizzate a San Paolo del Brasile, Amsterdam, Madrid, New York, Milano. Con Wim Wenders ha presentato nel 2007, al Festival Internazionale di Yerevan in Armenia, una mostra di foto inedite su Michelangelo Antonioni, rivista ed arricchita con il titolo “I Silenzi di Michelangelo”, in occasione del Festival del Cinema Europeo di Lecce nell’aprile 2009.
www.pieromarsililibelli.it
www.emergency.it
www.artwo.it
www.officinefarneto.it

RAZZLE DAZZLE

Il progetto che dall’8 maggio al 15 giugno coinvolge cinque artisti che si appropriano degli spazi del locale Varco Attivo

Dietro al Colosseo, negli spazi del Varco Attivo (Via Capo D’Africa 21a) si inaugura l’8 maggio il progetto artistico “Razzle Dazzle” curato da Eden Dust, Noemi Longo e Anna Lisa Michetti . Il titolo del progetto prende il nome da una barca di pirati operante nella baia di San Francisco alla fine dell’ottocento. L’idea prevede il coinvolgimento degli artisti Sergio Baldassini, Alberto Emiliano Durante, Chiara Ferrara, Patrizio Gianferro e Fabio Scacchioli che sono stati inviatati ad “appropriarsi” di una delle sale di cui è composto il locale., Sottraendo questi spazi al proprio uso comune i cinque artisti realizzeranno all’interno di ogni stanza la propria opera. Per ogni artista l’esposizione personale si succederà ogni domenica fino al 5 giugno per la durata di una sera.

TAROT

Le carte dei tarocchi re-interpretate in chiave contemporanea da ventidue artisti, in mostra alla Mondo Bizzarro Gallery

Dall’Eremita al Mondo i personaggi che per secoli hanno incarnato le carte dei tarocchi sono re-interpretati da ventidue artisti contemporanei ed esposti dal 30 aprile fino al 18 maggio negli spazi della Mondo Bizzarro Gallery (via Reggio Emilia 32 c/d ). La mostra a cura di Alessia De Filippi coinvolge personalità sia romane che internazionali come Hogre, Antonio Guzzardo, Valeria Crociata, Simone Tso’, Jb Rock, Nike Brass Alghisio, Infidel, PU:RE, Paolo Petrangeli, Diamond, Alessandra Fusi, Elena Rapa, Bafefit, Marco Rea, Michele Guidarini, Re delle Aringhe, Saturno Butto’, Luisa Catucci, Genuine, Luisa Montalto, Francesco D’Isa, Gaetano Leonardi interpreti delle rispettive carte de Il Bagatto; La Papessa; L’Imperatrice; L’Imperatore; Il Papa; Gli Innamorati; Il Carro; La Giustizia; L’Eremita; La Ruota; La Forza; L’Appeso; La Morte; La Temperanza; Il Diavolo; La Torre; La Stella; La Luna; Il Sole; Il Giudizio; Il Mondo e Il Matto. “Per cinque secoli o più – commenta la curatrice – le carte del Tarot sono state usate in Europa apparentemente per gioco e per predire la fortuna, ma in realtà per preservare i tratti essenziali di una dottrina segreta. Esse formano un alfabeto simbolico dell’antica saggezza, e grazie alla loro influenza sulle menti di alcuni pensatori illuminati, possiamo ripercorrere le orme dell’attuale ritorno d’interesse verso questa saggezza. La dottrina celata in questi simboli ha assunto molte forme, il Tarot parla molte lingue, e i suoi simboli sono pieni di significato per tutti gli studiosi degli antichi mestieri, e nonostante il suo simbolismo cattolico, rappresenta una particolare versione della scienza sacra, perché esprime idee universali”. Portatori di una sapienza antica e di una carica simbolica senza tempo i tarocchi, come sostiene Paul Foster Case nell’introduzione allo studio del “Tarot”, tra le numerose interpretazioni e ipotesi elaborate nel corso dei secoli, la verità sull’origine dei tarocchi e il significato del loro nome resta un tema aperto e avvolto dal mistero.
www.mondobizzarrogallery.com

LIVEPERFORMERSMEETING

Torna a Roma l’evento che coinvolge artisti, performer e vj. Fino al 22 maggio al Nuovo Cinema Aquila

Performance, workshop, presentazione e showcase sono alla base del programma per l’edizione 2011  di LPM.LivePerformersMeeting. Ideato e organizzato da Gianluca Del Gobbo e Flyer Lab LPM propone fino al 22 maggio negli spazi del Nuovo Cinema Aquila (zona Pigneto) l’incontro e il confronto tra artisti, video performer, vj e appassionati al live video. In qualità di ospiti e protagonisti  dell’appuntamento saranno professionisti del settore, musicisti e esperti del campo del live audio video. Per un programma dettagliato visitare il sito dell’evento.
http://www.liveperformersmeeting.net/
www.flxer.net

WHEN IN ROME

Dopo la mostra a Los Angeles, gli artisti romani tornano ad esibirsi al Macro Testaccio

“When in Rome” presenta il volto contemporaneo della capitale attraverso i lavori di 24 artisti tra giovanissimi e nomi più noti e conosciuti nel campo dell’arte. Sono Elisabetta Benassi, Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Stanislao di Giugno, Ra di Martino, Francesco Lo Savio, Luigi Ontani, Nicola Pecoraro, Alessandro Piangiamore, Cesare Pietroiusti, Giuseppe Pietroniro, Emilio Prini, Pietro Ruffo e altri ancora.

Alcuni tra i principali volti dell’arte contemporanea del territorio romano e dell’urbe, dopo essere stati ospiti per un mese della collettiva a Los Angeles, grazie all’iniziativa della Depart Foundation e il supporto della Provincia di Roma, sono finalmente sbarcati a Roma.

La mostra sarà inaugurata il prossimo 27 maggio 2012 presso gli spazi del Macro Testaccio e vedrà la partecipazione del fondatore Pierpaolo Barzan , con il coordinamento di Damiana Leoni e dei curatori della mostra, Valerio Mannucci  e Luca Lo Pinto. Proprio a quest’ultimo  abbiamo chiesto qualche informazione in più sulla mostra.

Da cosa nasce il titolo “When In Rome”?

Il titolo nasce dall’appropriazione del proverbio inglese “when in rome, do as the romans do”, una formula per evidenziare la necessità di adattarsi alle usanze locali quando ci si trova in un contesto geografico e culturale diverso dal proprio. Esattamente la situazione in cui ci troviamo noi con questa mostra.
Perché è stata scelta Los Angeles per realizzare la collettiva?

Los Angeles in questo momento è una delle città più interessanti e energiche per l’arte contemporanea. Inoltre credo che abbia molte assonanze con Roma. Come direbbe il Victor di “Rules of Attraction” di Breat Easton Ellis: Rome, which is big and hot and dirty. It was just like L.A., but with ruins.
Giovani artisti affiancati ad artisti come Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Francesco Lo Savio, Fabio Mauri, Luigi Ontani, Emilio Prini. Cosa indica questo connubio?

La scelta di affiancare questi artisti a quelli di una giovane generazione è per creare più livelli di lettura per l’intera mostra e, allo stesso tempo, per far conoscere in America il lavoro di grandi artisti ancora sottovalutati come Prini, Mauri e Lo Savio.
Quali sono state le modalità seguite nella scelta degli artisti?

Più che degli artisti ho scelto delle opere perché credo siano loro i protagonisti delle mostre. “When in Rome” è pensata come un’opera teatrale dove le opere sono come personaggi che recitano la loro parte in un palco immaginario che è lo stage con cui è stato pensato l’allestimento.
Con “When In Rome”  qual è il tratto essenziale che si vuole mostrare della realtà romana?

Non credo possano esistere dei tratti essenziali o specificità a livello geografico o sociale. Anzi la mostra vuole proprio evidenziare e esplicitare le dissonanze e le singole individualità piuttosto che creare una cappello dove rinchiudere i vari lavori.
Pittura, installazione, arte concettuale ed ancora cultura pop, performance, cinema e musica. Come è strutturata l’exihibition?

La mostra è strutturata su tre livelli: una parte espositiva presso l’IIC, un progetto speciale all’Hammer Museum ovvero la performance di Luigi Ontani e una collaborazione site-specific con LA><ART in occasione della quale uno degli artisti in mostra, Ra di Martino, ha realizzato un’opera site specific per un enorme billboard.

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