SPACE METROPOLIZ

Sabato 22 e Domenica 23 Ottobre torna l’appuntamento al Metropoliz di via Prenestina 913 con
performance, laboratori, musica, danza e cucina

Negli spazi dell’ex-salumificio Fiorucci sulla via Prenestina, oggi ribattezzata Metropoliz continua l’evento promosso dalla Provincia di Roma, che va inserito all’interno del progetto d’arte pubblica ideato da Fabrizio Boni e Giorgio de Finis, a cura di Silvia Litardi. Sarà, infatti, proprio Space Metropoliz ad accogliere le performance artistiche, i laboratori, le esposizioni, musica, danza e cucina di questo terzo appuntamento. Così nello spazio occupato e autogestito della periferia romana, incontriamo: Gianni Nannipieri, performer, poeta e filosofo livornese, che “andando come la lepre lunare di una favola cinese a ri-governare le case degli abitanti della Città Meticcia” mette in scena “Il Rigovernatore lunare” ribaltando la logica del rapporto possibile governatore/governato dove si creano piani di realtà e di densità di significato che mancano nei luoghi deputati all’arte e alla cultura. Domenica è atteso al Metropoliz l’atterraggio dell’astronauta italiano Umberto Guidoni: “verrà a vedere da vicino se siamo veramente pronti per partire per la Luna?”. Il “cantiere cinematografico” a cielo aperto mostra il grande razzo nel suo farsi, siamo tutti a lavoro mentre nel grande hangar della fabbrica, freddo e metallico, si sta per mettere in scena lo spettacolo ideato e curato da Santarella: “Le notti sembravano di luna” è un fantasmagorico sogno lunatico incarnato da trapezisti, ballerine, attori in interazione con scenografie meccaniche e strabilianti. Bisogna ancora stare con il naso all’insù, per ascoltare Elisa Gestri ed il suo canto elettrico “Sex Toys”. Mentre su un muro del Metropoliz Fabio Meschini rende omaggio a Méliès, a nome di tutti!

Space Metropoliz è reso possibile grazie alla collaborazione degli abitanti del Metropoliz.

È prodotto da In Iride Sfoggio e Irida Produzioni con il contributo di Provincia di Roma, Roma Provincia Creativa e Facoltà di Architettura – Università di Roma Tre oltre al patrocinio dell’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e Provinca e In/Arch Lazio.
www.spacemetropoliz.com
spacemetropoliz@gmail.com

TRISHA BROWN

torna la danza al MAXXI con l’icona della danza statunitense

Artista visiva, coreografa e regista, acclamata a livello mondiale, Trisha Brown è la protagonista di tre appuntamenti, il 18, 19 e 22 ottobre al MAXXI. Da Mills, dove si forma, a Merce Cunningham, Steve Paxton e Yvonne Rainer, con i quali, tra il 1962 e il 1964 partecipa al Judson Dance Theater. È in questi anni che la danza cambia per sempre e supera i limiti imposti fino ad allora dalla coreografia. Trisha Brown sviluppa il suo linguaggio personale, lavorando da un lato sull’improvvisazione e dall’altro sulla struttura del movimento e, nel 1970, fonda la sua compagnia con cui esplora l’idea di movimento attraverso cicli coreografici, basati sulla relazione tra corpo e spazio ed infrangendo le regole della danza del tempo. Il MAXXI sarà il palcoscenico dei suoi Early Works, una selezione dei più significativi tra i suoi primi lavori, degli anni ‘70, gloriosi e rivoluzionari per la postmodern dance, quella della fucina di talenti che è stata il Judson Dance Theater. È l’epoca della ricerca, della sperimentazione e dell’esplorazione della sua New York, strade, edifici, tetti, gallerie, scuole, magazzini che nelle sua mani si trasformano in scenografie. Coreografie create non solo per uno spazio teatrale ma che è proprio da quegli ambienti non convenzionali che traggono energie e risonanze nuove, che giocando con la gravità, il peso e l’equilibrio e dove il corpo del danzatore diventa cassa di risonanza per lo spazio che attraversa e modifica. In programma al MAXXI anche alcune prime italiane come Leaning Duets, Leaning Duets II e Scallops, sperimentazioni sull’equilibrio e il disequilibrio, Sticks e Figure 8, architetture ritmiche ideali per i luoghi d’arte, Spanish Dance, che usa come colonna sonora la canzone Early Morning Rain nell’interpretazione di Bob Dylan e Accumulation sulla musica Uncle John’s Band dei Greateful Dead, vera e propria opera manifesto dell’estetica della Brown.
www.fondazionemaxxi.it

WHAT A SITUATION!

Il 21 ottobre torna WAS! il vernissage party organizzato dalla crew de la situazione, dedicato ai creativi del suono, dell’immagine, della parola e djing

È il primo di 5 appuntamenti all’insegna dell’accoglienza, ognuno nella visione di una realtà artistica che interpreterà lo spazio de lasituazione, il collettivo di ricerca e divulgazione di forme espressive che si autodefinisce “organizzazione di idee e persone processo, in quanto soggetto dinamico che rispetta le funzionalità emotive ed operative determinate da ogni relazione creativa e professionale”. WAS! – What a situation!, a cura di Francesca Checchi e Michele Salvaneschi, è un concept itinerante dal gusto pop, momento d’incontro e di scambio tra creativi del suono, dell’immagine, della parola e della materia che nasce per dare espressione al collettivo di – musica, creative djing, arte, letteratura, foto, video – privilegiando un messaggio pro-positivo. Dopo i party a Officine Farneto, Le Carrozzerie ed Antù, oggi WAS! trova spazio nel nuovo loft de lasituazione, in via Casilina 5b (ex-pastificio Pantanella, zona Parta Maggiore – Piazza Lodi), un luogo polifunzionale e aperto all’espressione urbana. Tra gli special guests Asia Argento e Massimiliano Troiani. Comunicazione e incontro è l’obiettivo di questo vero e proprio laboratorio creativo per valorizzare “quella versatilità che contraddistingue, di volta in volta, l’azione, la circostanza, la situazione… appunto. Creatività e produzioni audiovisive in costante ricerca di nuove forme espressive in un evento che è luogo di incontro e condivisione”.
www.lasituazione.net
www.u-fm.it

INNOVACTION TALKS a Porta Futuro giovedì 27 ottobre alle 17.30 con Stefano Bernardi

il secondo appuntamento dei seminari organizzati da InnovAction Lab in collaborazione con la Provincia di Roma

“Tutto quello che una start up non può ignorare” è il titolo del secondo appuntamento del ciclo di incontri organizzati nella sede di Porta Futuro da InnovAction Lab e la Provincia di Roma. Giovedì 27 ottobre alle ore 17.30 nello spazio in via Galvani (davanti al MACRO Testaccio) il tema sarà affrontato in un incontro con Stefano Bernardi. Instancabile innovatore, autentico spirito hacker, nonché vivace animatore della scena start up nostrana e internazionale, Bernardi a soli 24 anni si è appena trasferito a San Francisco per lavorare in una start up VC-funded ed è il fondatore di Italian Startup Scene, il gruppo Facebook che riunisce più di mille rappresentanti dell’ecosistema start up italiano. Si tratta di una community eterogenea, fatta di imprenditori, investitori, sviluppatori, designer, giornalisti, docenti, studenti me anche semplici curiosi, tutti impegnati in un incessante dibattito che ogni giorno genera conoscenza, cultura di settore e soprattutto opportunità di crescita. Una realtà che, in breve tempo, è diventata un punto di riferimento e un esempio della vitalità e la voglia di emergere della scena start up italiana. Bernardi ha lavorato nel Venture Capital in Italia presso dPixel ed ha promosso iniziative quali HackItaly, UpStart Roma e theStartup.eu. È stato definito un occasionale business angel ed advisor (Coderloop, Iubenda, GoWar) e, inoltre, scrive per TechCrunch Europe oltre ad aver recentemente passato due settimane da 500Startups come “shadow” di Dave McClure. Così gli abbiamo chiesto quale è stato il suo percorso:

Sei giovanissimo, ma hai già raggiunto un livello di esperienza professionale che ti permette di dare utili consigli per chi vuole avviare un’attività. Come è nato e si è sviluppato il tuo percorso?
Entrato all’università ho visto lo stato di apatia generale ed ho deciso di creare Roma3.net, forum universitario che raccoglie ad oggi poco meno di 20.000 iscritti dove gli studenti si scambiano informazioni, consigli ed appunti. Dopo quell’esperienza ho iniziato a prendere confidenza con la rete e l’imprenditoria online creando dei siti che offrivano grafiche e script per i profili MySpace. Dopo poco tempo avevo un guadagno mensile più alto dei miei professori. Mi sono poi concentrato sugli studi ed ho lanciato nel 2009 dopo vari altri esperimenti theStartup.eu, un blog che mi ha cambiato la vita introducendomi negli ambienti giusti. Dopo essermi laureato, ho avuto l’imbarazzo della scelta sul dove andare a lavorare, ed ho scelto dPixel, piccola società di venture capital dove ho potuto lavorare con imprenditori ed investitori e capire come funzionano e si sviluppano i diversi cicli di un’impresa innovativa. In questo periodo ho fatto investimenti personali, fatto partire iniziative come HackItaly, aiutato startup come Coderloop, Iubenda e Gowar, e programmato per un paio di progetti personali.

Da cosa nasce Italian Startup Scene e quali erano le tue aspettative quando l’hai creata?
Inizialmente volevo solamente testare il nuovo prodotto rilasciato da Facebook, Groups. Un prodotto fantastico senza il quale Italian Startup Scene non sarebbe mai nato. Ho invitato i contatti che avevo ed il gruppo è cresciuto rapidamente, facendomi capire che c’era voglia di aggregazione e condivisione nel mondo delle startup. Ora siamo a più di 3000 iscritti e diventa abbastanza difficile da moderare. Le discussioni variano da segnalazioni di articoli e risorse interessanti su startup, venture capital, programmazione a offerte di lavoro e richiesta di feedback per il proprio progetto.

Quali sono secondo te le reali difficoltà che le startup incontrano nel contesto italiano?
Per fare una lista direi:
– impossibile avere un veicolo societario flessibile e che permetta le stock options
– impossibile licenziare e quindi troppo rischioso assumere
– difficile trovare early adopters per il proprio progetto
– difficile trovare investitori ed advisor di peso che possano dare una marcia in più alla startup
– difficile trovare talento che non sia formato solo teoricamente e che abbia voglia di lavorare in una startup ad altro rischio
– difficile formare partnerships se non si hanno i “giri” giusti
– difficile vendere o quotare la propria società
La mancanza di startup di vero successo alla Google inoltre. porta ad una mancanza di competenze che rende quasi impossibile competere con i “professionisti delle startup” in Silicon Valley. La burocrazia italiana poi non aiuta di certo.

Cos’è che una startup non può ignorare?
L’input dei propri utenti, l’ambiente che la circonda e la motivazione principale che ha portato alla fondazione della startup.

È possibile realizzare una “Silicon Valley” anche in Italia? E se sì, quale potrebbe essere il territorio più adatto ad ospitare un laboratorio di imprese – incubatori? Non credo sia possibile. La Silicon Valley ha un misto di talento, voglia di cambiare il mondo, università, società tecnologiche, ricchi e nerds che è praticamente impossibile replicare da altre parti nel mondo. Se dovessi scegliere una città dove far partire una startup in Italia, per ora Milano la spunta abbastanza facilmente sulle altre. La maggior parte degli investitori, piccole sedi di società straniere e società di software si trovano lì. Torino, Bologna e Roma seguono a breve distanza ma hanno ancora molto su cui lavorare.

InnovAction Lab, è un laboratorio nato all’interno dell’Università Roma Tre, che insieme alla Provincia di Roma promuove una serie di attività sul tema dell’innovazione. InnovAction Talks, ultima iniziativa, consiste in una serie di incontri in cui ospiti italiani e stranieri raccontano le loro esperienze professionali ed offrono consigli a chi vuole darsi da fare sul mercato. Ogni incontro prevede anche una sessione di networking con snack e bevande offerte da partner e sponsor.
Per maggiori informazioni e prenotazioni:
http://innlabtalks.eventbrite.com/

METAMONDI

La tecnologia incontra l’arte all’interno di Romaeuropa Festival dove prende vita la rassegna in collaborazione con Telecom Italia, dal 7 ottobre al 20 novembre

Un Festival nel Festival, che proietta il pubblico in sala e collegato da casa, in un futuro pieno di suggestioni dal sapore tecnologico. Metamondi nasce dalla collaborazione tra Romaeuropa e Telecom Italia. Trentanove appuntamenti in programma al Festival, autori e artisti che  lanceranno al pubblico la sfida a provare l’impossibile alla ricerca di un percorso di ridefinizione di senso del nostro tempo. Try the impossibile – la scoperta dell’impossibile nel linguaggio delle arti figurative, è questa la nuova avventura artistica di Romaeuropa, che lungo due mesi intreccerà i più diversi linguaggi contemporanei. Il Festival da sempre ha raccontato il nostro tempo e le trasformazioni del mondo contemporaneo attraverso gli sguardi degli artisti, che ne hanno fatto una vetrina d’eccellenza sulla scena internazionale. Quest’anno, proprio grazie alla collaborazione con Telecom Italia, la manifestazione si arricchisce con Metamondi, un evento ad alta temperatura tecnologica, dove si concentrano le cinque creazioni più visionarie e con il più alto tasso Hi-Tech. Si parte il 7 ottobre  con il primo spettacolo in streaming live esclusivo, Obsession, un duo di danza. A seguire il 14 ottobre Bach – Streetwiew, avventura tra le partiture di Bach, in diretta streaming e on demand su telecomitalia.com; il 20 ottobre il concerto multimediale Sandglasses, il 21 ottobre Trisha Brown, per ripercorrere la carriera della coreografa in diretta streaming e on demand su telecomitalia.com; per finire, il 15 novembre Nasdaq Match 0.2 di Uri Caine e Fabio Cifariello Ciardi, duetto tra un pianoforte e le SpA di tutto il mondo riunite in un’orchestra. Cinque spettacoli, per un teatro della tecnologia e della meraviglia, fuori dagli schemi dell’incubo tecnologico e dell’alienazione sociale, dove la scienza finalmente si coniuga a una riflessione sui saperi.
http://romaeuropa.net

ROMA PROVINCIA CREATIVA