LUANA PERILLI

Tra i 9 artisti di Roma Creativa dal 3 febbraio in mostra a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, per promuovere l’arte contemporanea

Fotografia, scultura, video, collage e animazione in stop motion: sono solo alcuni dei mezzi espressivi utilizzati da Luana Perilli. L’artista romana muove i primi passi nel 2003 dall’Accademia di Belle Arti della capitale e, negli stessi anni, coltiva una formazione teatrale. La Perilli studia i meccanismi della narrazione e della memoria fissando da un lato i processi di apprendimento, dall’altro le alterazioni della percezione di elementi familiari. È una tensione antropologica e cognitiva da cui nascono anche progetti di arte pubblica e opere site-specific. Nei suoi lavori la sfera tra pubblico e privato si contamina e si confronta con gli stereotipi linguistici della società e della collettività. L’uso di diverse tecniche, in questi anni, ha permesso all’artista di contaminare un mezzo con un altro fin dall’approccio: “Guardo alla scultura con alcune prerogative del video e ai lavori tridimensionali aggiungo spesso elementi cinetici o di variazione delle luci che li rendono ‘animati’ – spiega l’artista – Nella stessa maniera mi avvicino agli spazi pubblici inserendo elementi audio mentre per i lavori su carta prediligo una tecnica ‘scultorea’ di cancellazioni, tagli e sottrazioni”. E confida “Mi piace darmi delle ‘regole del gioco’ per ogni progetto. Muovendomi attraverso questa struttura cerco di dare spazio alla memoria, alla narrazione e alla riflessione personale. In questa maniera mi sembra di riuscire a bilanciare meglio sistematicità e spontaneità e proprio da questa necessità personale ha origine la scelta di dedicarmi alle arti visive”. Non insegue l’originalità ad ogni costo, in quanto ciò che realmente l’appassiona è “la possibilità di mantenermi in un costante stato di apprendimento e di verifica. Per questo lavoro con mezzi differenti e per ogni progetto mi prendo un periodo di approfondimento teorico e pratico in cui entrambi gli aspetti sono dei vasi comunicanti”. Da poco Luana ha collaborato col museo MACRO: “È stata una bellissima esperienza, ho molta stima del lavoro delle fondazioni sul territorio e spero di poter approfondire il rapporto con loro. Quando sarò morta vorrei una grande personale al MAXXI. I posteri, si sa, gestiscono meglio lo stress dei grandi allestimenti antologici”.

STEN & LEX

Tra i 9 artisti di Roma Creativa dal 3 febbraio in mostra a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, per promuovere l’arte contemporanea

“Siamo stati un caso anomalo anche nell’immaginario che abbiamo proposto e proponiamo. Forse ai primordi abbiamo realizzato quelle icone Pop che accomunano la maggior parte degli stencilers ma ce ne siamo presto distaccati realizzando ritratti di persone anonime e figure prese dalla nostra cultura cristiana”. Con queste parole si definiscono Sten & Lex, pionieri dello “stencil graffiti” in Italia che iniziano la loro attività a Roma nel 2001 con i primi stencil raffiguranti icone dei b-movies come Bruce Lee, il Tenente Colombo, Dirty Harry per poi concentrare l’attenzione su volti anonimi: “abbiamo cominciato dieci anni fa quando ancora il concetto di street art non era ben chiaro come lo è oggi. Non avevamo un background da writers né da scuola di Belle Arti. Dal 2004 a oggi siamo cambiati. Ritagliare stencil è frustrante, non è un’arte istintiva. È tecnica, un’arte formale. Quello che stiamo cercando di fare in questi anni è rendere lo stencil un mezzo d’espressione, non una semplice tecnica. Lo stencil non è più il nostro unico mezzo e da qualche anno, sia per strada sia in galleria, realizziamo poster che ci piace vedere invecchiare. Non siamo più legati in maniera ossessiva alla tecnica quanto a quello che ci piace dire”. Nel corso della loro carriera Sten & Lex hanno partecipato a numerosi Festival internazionali tra cui il Can’s, organizzato da Banksy a Londra nel 2008 e il Nuart a Stavanger (Norvegia), e hanno realizzato poster e stencil in Francia, Spagna e in tutta Italia, da nord a sud: “la nostra produzione artistica è aumentata notevolmente grazie anche alla decisione di prendere in affitto uno studio a San Lorenzo, lo studio gallery OfftheStreet che condividiamo con Lucamaleonte e la pittrice Eugenia Lecca; è la nostra base operativa e per ora il luogo di riferimento per gli street artists internazionali come i già ospitati Above e l’Atlas”. Sten & Lex sono riconosciuti e apprezzati al livello internazionale per aver introdotto la mezzatinta (hole school) nella tecnica stencil: “chi, come noi, importa la street art e lo stencil in Italia viene visto come un eroe in patria. All’estero siamo molto apprezzati per aver introdotto la mezzatinta, qui in Italia siamo i pionieri dello stencil. Naturalmente la cosa ci fa piacere ma sappiamo che nell’arte i pionieri non esistono”. Per quanto riguarda Roma e, più in generale l’Italia, “il punto di forza e di debolezza di entrambe è che sono distaccate e lontane dal resto del mondo. E così, anche se il web accorcia le distanze, a Roma arriva tutto con ritardo e si fa una fatica spaventosa per emergere. Però, se riesci qui, riesci dappertutto. Dal punto di vista architettonico ci piacerebbe che tutto il nuovo che si continua a costruire, come i brutti palazzi usati solo come dormitori, venissero distrutti. Fosse per noi, bisognerebbe salvare solo l’antico e il decadente”.
www.flickr.com/photos/lex-art
www.flickr.com/photos/-sten

FABIO QUARANTA MOTELSALIERI

Laboratorio di idee che presenta per AltaRoma AltaModa la nuova collezione dello stilista, artista e designer austriaco: Poell

“Quale sia la mia attività e come sia nata è sempre difficile definirlo. Sicuramente è la combinazione di una serie di circostanze con l’ostinata tenacia di voler fare un buon lavoro. Ogni giorno cerchiamo di stravolgere la normalità cercando continui stimoli nel cambiamento”. Nato nel 1977, Fabio Quaranta vive e lavora a Roma. Artista poliedrico, nel corso della sua carriera Fabio partecipa a numerose installazioni e mostre in Italia e all’estero ospitate presso il Rialtosantambrogio, l’Angelo Mai e il Brancaleone di Roma, la Fonoteca di Napoli e l’Apartment Galerie di Berlino. Nel 2004 Fabio dà vita al marchio FQ e, contemporaneamente, produce la prima scarpa customizzata e di produzione limitata, FQ Shoes con la quale partecipa alla manifestazione AREA organizzata dall’Association International des Artistes Indipendentes a Parigi presso l’Éspace Saint Martin. Nel 2006 FQ si trasforma in un total look e prende il nome di FQR, sfilando a Parigi nell’Éspace Saint Martin con la prima collezione di abbigliamento per uomo. È sempre nel 2006 che Fabio si trasferisce nel Motelsalieri a Roma. “Motelsalieri nasce nel 2006. È un luogo che fugge le definizioni, dove, flussi, visioni, incontri e ogni altro esperimento creativo, si fondono per animare lo spazio e generare idee. Il nome Motelsalieri richiama una fusione ambigua, quella tra Antonio Salieri, compositore noto per la presunta rivalità con Mozart, e il motel come luogo ospitante, aperto. Nasce dal desiderio di esprimere marcatamente una vocazione, un nuovo concetto di spazio, un laboratorio dove vengono proposte combinazioni artistiche, oltre i confini di un’etichetta”. Nel 2007 Fabio Quaranta fonda un collettivo che si occupa di comunicazione creativa e lavora sotto lo pseudonimo di Antonio Salieri, mentre nel 2009 insieme a Grace Fisher apre lo store all’interno del Motelsalieri. “Il Motelsalieri è frequentato da artisti che provengono da situazioni non convenzionali e la nostra passione per questi diversi campi ci porta a lavorare a un immaginario comune. Siamo convinti che esiste un confine, anche se a volte sottile, tra arte, musica e design, ma ciò non toglie che un grande artista come David Tibet (musicista e fondatore dei Current 93, gruppo storico del “folk apocalittico” londinese) non possa avere parallelamente una florida carriera da artista visivo”. Tra gli artisti presentati al Motelsalieri: Naki Knife, Cristian Bugatti, David Tibet, Orazio Battaglia, Simone Pappalardo, Daniel Johnston, Stato di Famiglia, Gianni Colosimo, Grace T.W. Fisher, Zaelia Bishop e Federico Gutierrez Schott. “Roma è la città dove ogni creativo vorrebbe vivere, anche se bisognerebbe risvegliare la sensibilità sopita dei romani. La città, per avanguardie, non ha niente da invidiare a qualsiasi capitale europea. Il nostro ambizioso obiettivo è far socializzare queste realtà, a volte nascoste a volte timide, riuscire a essere formalmente parte di un progetto “collettivo” (una specie di mappatura) che possa essere un punto di riferimento della contemporaneità romana”.
www.antonio-salieri.com
www.motelsalieri.org

MICHELA FASANELLA AROMA30

Dal suo studio a Torpignattara partecipa ad A.I. Fair, la fiera delle vanità artigiane il 29 gennaio al Tempio di Adriano

Nato tra Roma e Londra Aroma30 è il marchio indipendente con il quale la trentunenne romana Michela Fasanella presenta la sua nuova collezione alla seconda edizione di A.I. Fair, la fiera delle vanità artigiane, per l’appuntamento di AltaRomAltaModa al Tempio di Adriano.

La collezione nasce in uno studio-loft a Torpignattara, vicino al Pigneto ed è interamente realizzata da due laboratori della capitale. “Partendo da un’estetica classica tipica del Made in Italy, le collezioni uniscono elementi di rigore nordico nell’elaborazione di un linguaggio internazionale e senza tempo. Lo stile del marchio si basa su una vestibilità minimal arricchita da dettagli monocromatici o  a rilievo ed una forte componente artigianale nelle lavorazioni a mano su seta, cupro e lana. Le ispirazioni principali sono date dall’iconografia cristiana e dalle edicole votive di Roma, dallo stile fresco e creativo dell’East London e dalla fotografia contemporanea”. Descrive il suo lavoro la designer Michela Fasanella.

Dopo aver studiato all’Accademia di Costume e Moda di Roma (2003) e al Central St Martins College di Londra (2004) ha collaborato con gli uffici stile di Valentino e Salvatore Ferragamo, per poi creare una sua collezione ed esporla nel 2010 alla Fashion Week londinese. Una partecipazione che ha portato Michela Fasanella ad essere selezionata da Vogue Italia tra i migliori talenti internazionali.

Come è nata l’idea di creare il marchio Aroma30?
Avevo sempre disegnato per altri marchi e inizialmente ho realizzato soltanto pochi pezzi unici per seguire l’esigenza di fare qualcosa in totale libertà. C’è stato subito un ottimo riscontro quindi ho deciso di continuare dando un nome ed un’identità al progetto. Le cose sono poi cresciute di collezione in collezione e adesso seguo il marchio a tempo pieno.

“Aroma30”, cosa significa?
Cercavo un nome che non fosse riconducibile a qualcosa di preciso, ma che rimandasse ad un’atmosfera, ad un profumo, quindi ho scelto Aroma e l’ho numerato con il 30 in fase di registrazione, come una fragranza in fase sperimentale, un progetto ancora in evoluzione.

Quanto tempo hai impiegato per progettare la tua prima collezione capsula di pezzi unici?
Mesi. Non tanto per il tempo effettivo, quanto per il tempo ritagliato tra altri lavori che facevo e quello necessario per mettere da parte i soldi per la realizzazione. Poi c’è la normale insicurezza del primo progetto che non sembra mai pronto e che vorresti rivedere in continuazione.

Da qui hai dato vita anche all’atelier?
No, lavoro in studio solo da un anno, da quando sono tornata a Roma dopo aver vissuto qualche anno a Londra.

Hai scelto di collocarti in una zona periferica perchè hai deciso di aprire lo studio-loft a Torpignattara?
In periferia è possibile trovare bellissimi spazi ad un prezzo più accessibile rispetto al centro, in più è adiacente al Pigneto che una delle mie zone preferite. I miei progetti sono realizzati da due piccoli laboratori romani a conduzione familiare che mi seguono da anni e conoscono tutte le mie meticolose richieste!

Cosa significa per te partecipare ad A.I. Fair?
A.I. Fair è un bellissimo progetto che riconosce l’importanza che l’artigianato applicato al design riveste in questo preciso momento di cambiamenti e si propone di dare spazio a questa nuova realtà in crescita. Sono convinta della necessità di un ritorno ad una produzione più consapevole, limitata a pezzi che abbiano un’identità e sono quindi orgogliosa che il mio lavoro sia stato scelto all’interno di questo progetto.

Cosa presenti?
Presenterò alcuni capi della nuova collezione autunno/inverno insieme ad una selezione di capi della collezione estiva e alcuni pezzi d’archivio.

Artigianato e moda. Come si combinano nel tuo stile?
Il mio stile segue una vestibilità molto minimale e delle lavorazioni estremamente elaborate che possono essere eseguite soltanto a mano o progettate sul manichino come nelle vecchie sartorie. È il leit-motiv dell’intero progetto.

Cosa pensi del fermento creativo romano legato alla moda, al taglio sartoriale ed all’artigianalità?
Quando sono tornata a Roma sono rimasta davvero colpita da questo nuovo fermento. È stato un fenomeno spontaneo e prolifico come tutte le cose che nascono da una reale esigenza e in più segue le dinamiche tipiche di una città come Roma, lontana dai circuiti industriali e per questo più fresca, meno condizionata da canoni preesistenti.

MYRIAM BOTTAZZI MYRIAM B

Il 29 gennaio al Tempio di Adriano partecipa ad A.I. Fair, la fiera delle vanità artigiane: appuntamento di AltaRoma AltaModa

“Il mio pubblico cerca un prodotto unico e originale che non appartiene alle proposte del grande mercato della moda o a brutte copie di sottoprodotti dell’arte e del design”. Questo è il segreto del successo di Myriam Bottazzi, stilista nata a Milano e romana di adozione, che accosta tra loro oggetti e materiali comuni, in soluzioni inedite. La stilista “decontestualizza” l’oggetto attraverso la riproduzione di simboli della vita quotidiana in nuove misteriose metamorfosi, seguendo una modalità operativa già tracciata da Duchamp e Man Ray. “Nonostante la crisi economica e la crisi di identità che ha colpito anche il quartiere San Lorenzo a Roma dove vivo e lavoro, negli ultimi anni continuano a esserci segni di fermento e di speranza dove piccoli e quotidiani sforzi trasformano l’energia del territorio in nuove forme di creatività e occasioni. Il rinnovarsi delle presenze è dovuto, soprattutto, al passaparola di un pubblico romano ricettivo e alla cura dell’immagine nella rete. Questo mi permette con ancora più convinzione di continuare a non adeguarmi, a non appiattirmi, ma a proseguire nella mia ricerca artistica e artigianale senza timori e senza omologazioni”. I suoi accessori vivono di vita autonoma e indipendente e, per la loro grande potenzialità creativa, possono permettersi di sottintendere abiti che gli facciano da supporto. Da sottolineare l’interesse della stilista per chi è solo all’inizio. “Negli ultimi anni ho collaborato con grande soddisfazione con giovanissimi all’inizio della loro carriera, mettendo a loro disposizione le mie creazioni. Giovani provenienti dall’Università La Sapienza, dalla Scuola Romana di Fotografia, stylist e fotografi che hanno realizzato progetti, nati sul territorio, interessanti, innovativi e rispettosi della mia immagine. Questi sono stati poi intercettati da riviste d’avanguardia, free press, fashion blog, sempre attenti alle novità”. La stilista è molto legata a quella che è diventata la sua città e alla sua zona di adozione ed è per questo che a San Lorenzo, quartiere romano “ricco di fermento e iniziative artistiche, artigianali e commerciali di qualità” ha voluto investire nell’idea di ‘collaborazione’ contribuendo alla nascita di un’associazione culturale (Made in San Lorenzo) che ha tra i suoi obiettivi quello di riqualificare il territorio attraverso la creazione di una rete di condivisione delle idee. “Naturalmente i primi strumenti sono stati la presenza sul web e la ricerca continua della divulgazione online e non solo”. Per quanto riguarda il futuro di una Roma creativa, “credo – conclude Myriam – che bisognerebbe imparare da altri paesi europei come la Francia, bravissima a valorizzare in Europa e nel mondo le proprie potenzialità creative. Bisognerebbe sostenere la nascita di nuovi fermenti che, nonostante la crisi, ci sono ma andrebbero meglio coltivati e sostenuti”.
www.myriamb.it

ROMA PROVINCIA CREATIVA