The Fooders è nato dall’amore per il cibo e si è trasformato in un live. Fondato da due cuochi, Marco Baccanelli e Francesca Barreca, è un progetto basato su un food dj-vj set, che dà la stessa importanza all’immagine, alla cucina e al suono. Il pubblico assiste alla preparazione dei piatti che poi degusta, rigorosamente con le mani. Il collettivo The Fooders ha sviluppato, con crescente successo, sempre più attenzione verso musica, grafica, letteratura, foodconcepts, food-gadgets, packaging, cene a tema, installazioni, live e studio cooking nonchè eventi creativi di svariata natura, che l’hanno portato a collaborazioni con realtà come Gambero Rosso, Festarte, Festival della Creatività , Lanificio159, Lpm, Freeshout, Moacasa, Auditorium e Salone del Mobile. Viene davvero voglia di aprire occhi, bocca e orecchie. Dopo la formazione culinaria nelle scuole “A tavola con lo Chef” e “Professione cuoco” del Gambero Rosso, Francesca e Marco passano subito ad organizzare le cene del “Teatro della cucina”, nella Città del Gusto di Roma e ad affiancare chef quali Bassan, Baldassarre, Igles Corelli, ma soprattutto Grazia Soncini, che ritengono la più hard-core tra tutti. The Fooders è la fenice rinata dalle ceneri di “The Gastronauts Italian Project”, un nome più che eloquente. Il gastronauta è un viaggiatore del gusto, un esploratore dei sensi guidato dall’ardito desiderio di scoprire nuovi sapori: un “cibomane”. Da qui la scelta di far mangiare il cibo con le mani, un recupero della gestualità primordiale che genera un legame confidenziale e conviviale tra gli spettatori. “In valigia portavamo coltelli, taglieri, carta, moleskine, e in braccio un essiccatore e un germogliatore, come fossero i nostri bambini”. I live cooking, tenuti in Italia e all’estero, cambiano variabili ma mantengono la magia non convenzionale: dal Castello di Prato con immagini dell’ultimo giorno di vita del vecchio mercato rionale di Centocelle, a Parigi, con un gruppo jazz e Donpasta che recitava in francese, passando per eventi nei quali sono stati creati grattacieli di cibo, picnic indoor e cene clandestine, con location segreta fino a poche ore prima dell’avvenimento. The Fooders collabora inoltre con “Dissapore network”, il blog di attualità gastronomica più seguito. “Cerchiamo di trasmettere l’idea che la buona qualità non è un bene di lusso ma un requisito minimo”.
www.thefooders.it
Categoria: Creativi
Le storie dei creativi di Roma e provincia: l’esempio di come vivono e producono impresa e cultura. Una foto d’insieme di un territorio in continua evoluzione e trasformazione.
Mattia de’ Grassi di Pianura
Innovazione e tecnologia per snellire e rendere più efficiente la rete di trasporti
Mattia de’ Grassi di Pianura, oltre ad essere ingegnere e collaboratore dell’Università Luiss e dell’Ecole des Mines di Parigi, è Fondatore e presidente di Etruck-Me, una piattaforma online realizzata con Clemente di Napoli Rampolla che permette agli autotrasportatori e a coloro che devono trasportare dei beni, di incontrarsi virtualmente e di concordare dei trasporti ad hoc. In tal modo si permette agli autotrasportatori di eliminare i viaggi a vuoto e ai clienti di economizzare sulle spedizioni, abbassando anche l’emissione di sostanze inquinanti. L’obiettivo è quello di ampliare la gamma dei servizi di trasporto sfruttando l’integrazione di varie tecnologie quali web 2.0, GPS RFID, e messaggistica RSS. Il progetto è finanziato dalla Provincia di Roma in quanto vincitore del primo premio del concorso per le iniziative imprenditoriali innovative del 2009. L’esperienza nella Commissione Europea e gli anni trascorsi in America, in Belgio e in Francia, hanno permesso a Mattia di riflettere su tematiche importanti quali l’integrazione di tecnologie diverse, i problemi ambientali e quelli del settore trasporti. Per far fronte a queste problematiche ha creato una piattaforma in grado di sfruttare i viaggi senza merce dei trasportatori in relazione alle necessità di chi deve spedire beni materiali. Etruck-Me serve proprio a questo: “Il nostro obiettivo è favorire la modernizzazione del settore dei trasporti riducendo le inefficienze e creando un servizio ritagliato sulle esigenze di ogni cliente. Si tratta di un obiettivo altamente strategico per la Provincia di Roma perchè il trasporto su gomma è alla base della produttività industriale nonchè una delle cause principali dell’inefficienza energetica e della congestione della rete stradale”. Si cerca di ottenere un servizio che migliori la vita e il business degli italiani, il sogno è, oltre quello di creare ricchezza ed efficienza, essere apprezzati per l’impatto tangibile del servizio sul benessere dei cittadini”.
Etruck-Me nasce per creare una rete di interconnessione tra servizi e informazioni, “crediamo molto nel valore creato dalle collaborazioni e nello scambio di idee a tutti i livelli. Il massimo sarebbe collaborare con università , poli tecnologici e aziende romane su progetti congiunti. Speriamo che il nostro servizio contribuisca a metterci in contatto anche con queste realtà ”.
MATTEO DI CASTRO LIBRERIA S.T.
Una libreria-galleria di fotografie presenta il libro di Annarita Curcio LE ICONE DI IROSHIMA Fotograie, storia e memoria (Postcart, 2011), 31 ottobre ore 18.30
Matteo Di Castro, romano classe 1966, dopo la laurea in Estetica ha lavorato in ambito televisivo come story-editor, buyer e autore. Per Rai Sat, in particolare, ha realizzato due programmi dedicati ai cortometraggi e all’animazione: Tuffi e Blinkity Blank. Nel 2007 apre nel cuore di Borgo Pio a Roma s.t. foto libreria galleria, con Benedetta Cestelli Guidi e Leonardo Palmieri. Nella sua attività Matteo si dedica in particolar modo alle collezioni del Novecento italiano, alla cura di numerosi progetti espositivi di found photography e alla presentazione di fotografi e artisti contemporanei, fra cui Elisa Abela, Letizia Battaglia e Franco Mapelli. Il nome “s.t.” è un omaggio alla sigla delle opere senza titolo e riflette la scelta di valorizzare le più diverse creazioni riconducibili al medium fotografico. “Collaboravo da un paio d’anni con un’altra galleria, quando nel 2007 ho conosciuto Leonardo Palmieri che stava per aprire una libreria specializzata in fotografia insieme a Benedetta Cestelli Guidi, casualmente una mia ex compagna di scuola. Poco prima dell’apertura abbiamo comprato da un rigattiere un ricco archivio fotografico, dal quale è poi nata la prima mostra: Made in Italy Before Reality. Fotografie ritrovate del Belpaese. Nel corso del 2011 il progetto di s.t. si sta avviando a un parziale cambio di gestione: a Leonardo è subentrato Marco Ledda, altro amico di vecchia data, che gestirà l’attività del caffè-bistot, a partire dall’esperienza già positivamente avviata di Settembrini, in Prati”. La s.t., che collaborerebbe volentieri con realtà quali il MACRO e il Museo di Roma in Trastevere, presta grande attenzione nel mantenere un’offerta letteraria ed espositiva variabile e sperimentale, anche grazie alla presenza di pezzi rari e alla produzione di edizioni fotografiche digitali. “In questi anni ci siamo sempre mossi in assoluta libertà. Abbiamo presentato autori giovani ma anche valorizzato le immagini del passato, proponendo in una veste inedita foto vintage di differenti stili. La mia ricerca personale si è orientata soprattutto sulla fotografia del Novecento di matrice extra-artistica. Da una parte mi interessa riscoprire, studiare e promuovere, in particolare, il reportage italiano dagli anni Cinquanta ai Settanta; dall’altra lavoro con continuità sulle foto trovate, sulle immagini anonime, sugli archivi familiari e aziendali”.
www.stsenzatitolo.it
SALVATORE MAURO e ANNA MILANO CARÈ BOX
Ospiti al terzo appuntamento di Space Metropoliz, domenica 30 ottobre
“In soli tre anni dalla sua nascita, Box ha raccolto nei suoi spazi 60 artisti con i loro progetti realizzati site-specific per la manifestazione. Questo nostro percorso ci ha resi inconfondibili nello stile rispetto ad altre iniziative che si sono tenute a Roma. Il nostro punto di forza è stato soprattutto quello di aver messo in atto operazioni creative con badget iniziali uguali a zero”. Box è un’idea di Salvatore Mauro e Anna Milano Carè, un evento che stimola le sensazioni e in cui, attraverso diverse aree-contenitore, lo spettatore viene condotto in un percorso interattivo. L’evento nasce nel 2007 in seguito ai riconoscimenti e ai risultati ottenuti al quarto appuntamento di FestArte Festival. A seguito del successo ottenuto nella prima edizione, Box arriva prima a Milano, presso la conferenza di Urban Art organizzata dal Comune, poi a Roma presso il Teatro Vascello che, in quell’occasione, si apre alle contaminazioni tra teatro e arte contemporanea. Un percorso che sottolinea la linea di Box: “è la libertà da meccanismi istituzionali o dalla necessità di spazi, come le gallerie, che crea l’unione di un gruppo eterogeneo di artisti e dà vita a un’idea di arte nuova, vitale, finalmente contemporanea e aperta a tutti. Il pubblico che ci segue sa che le nostre scelte sono mirate all’innovazione e alla contemporaneità. Per questo abbiamo cercato un modo di sperimentare e fare arte che si realizzasse attraverso la contaminazione e l’interazione con il pubblico”. Dopo il successo delle tre edizioni, Salvatore Mauro e Anna Milano Carè propongono un restyling del progetto: “abbiamo pensato a uno stile in cui il nostro concept Box – l’idea di scatola – diventasse fisicamente un vero e proprio oggetto che interagisse con la gente e la città. Sono nate così delle foto diventate, poi, le immagini dei nostri flyers e dei nostri social network. Scatole bianche che invadono le piazze della città di Roma. Armati di queste scatole decorate con il nostro logo abbiamo poi chiesto a persone comuni o famose nel mondo dell’arte di tenerle in mano e farsi fotografare”. Per i due ideatori di Box il rapporto con Roma è molto stretto: “la città per noi è uno strumento per creare percorsi artistici e lasciare memorie dei nostri interventi. Crediamo molto nell’idea di contenitore e vorremmo che Roma diventasse una grande ‘scatola’ che contenga arte e creatività, che crei scambi continui con artisti internazionali e con nuovi luoghi di aggregazione artistica. A Roma si stanno creando e muovendo nuove iniziative per chi lavora in questo ambito e dobbiamo fare attenzione e questi segnali. Insomma, la prossima volta, invece di essere noi a spostarci a New York, vorremmo che fossero gli artisti newyorkesi a venire a Roma”. www.box3.it
CARLO ALBERTO PRATESI, PAOLO MERIALDO E AUGUSTO COPPOLA INNOVACTION LAB
Sull’esempio della Finlandia la produzione di un progetto interuniversitario rivolto alle idee di business
L’analisi della situazione economica e universitaria ha portato Carlo Alberto Pratesi, Paolo Merialdo e Augusto Coppola a riflettere sulla possibilità di favorire il lavoro di gruppo di studenti di facoltà e atenei diversi per stimolare la creatività e la multidisciplinarietà dell’innovazione. La riflessione ha preso corpo nell’InnovAction Lab, con il proposito di valutare il potenziale innovativo delle idee di studenti, neo laureati e ricercatori, e insegnare come queste idee possano essere tradotte per la società e in business. Nata nel 2010 InnovAction Lab ha combinato le capacità dei tre fondatori accomunati da esperienze di ingegneria, gestione delle informazioni sul web, sviluppo aziendale e marketing, management e business development, all’interno di questo progetto di interfacoltà e interateneo. Lo stimolo iniziale alla creazione di InnovAction Lab è arrivato dopo la visita alla Design factory dell’Università di Helsinki. Questa struttura ospita, in modo assolutamente innovativo, studenti di ingegneria, economia e architettura che sviluppano insieme prodotti e soluzioni a problemi del mondo profit e non profit. “Nei mesi successivi ho conosciuto progetti analoghi in India (We School di Mumbai), Emirati Arabi (Abu Dhabi University) e Usa (DSchool di Stanford e Ideo di Palo Alto) ritrovando sempre la stessa filosofia: favorire il lavoro in gruppo di studenti di facoltà diverse e stimolare, così, il processo creativo e l’approccio multidisciplinare all’innovazione. Il passo successivo è stato quello di riproporre qualcosa di analogo anche nella mia Università (Roma Tre). Da lì, spiega Carlo Alberto Pratesi, grazie alla collaborazione con Paolo Merialdo della facoltà di ingegneria e con Augusto Coppola (insieme ai quali avevamo già avviato progetti comuni)
è stata possibile la realizzazione del laboratorio”. L’innovazione del laboratorio si basa su due punti fondamentali: “a) collaborazione tra facoltà e atenei diversi su un progetto formativo comune; b) nuovo rapporto tra studenti e investitori, basato su incontri organizzati già durante il percorso universitario”. L’obiettivo è creare occasioni di lavoro innovativo e di scambi di idee, nonché “rendere sostenibile, anche dal punto di vista economico, il laboratorio, in modo che possa essere riproposto ogni anno a un numero sempre più ampio di studenti e Università”.
www.carloalbertopratesi.it
www.innovactionlab.org