NUFACTORY

Cultura, comunicazione ed eventi per un network dal contenuto artistico, creativo e culturale

NUfactory è un’associazione culturale nata nel 2007 per valorizzare i fermenti artistici presenti sul territorio attraverso una formula innovativa e in continua evoluzione, con proposte rivolte a un target giovane e interessato. “NUfactory si è affermata come una delle realtà più dinamiche del panorama culturale romano. Il network è in continuo allargamento e comprende: 52 pittori, 31 fotografi, 2 videomaker, 15 band musicali, 4.500 iscritti alla newsletter, 1.000 fan su facebook per un totale di più di 40 eventi, oltre 1.000 opere, 200.000 flyer specifici, oltre 2000 locandine”. NUfactory ha collaborato con i centri più significativi della scena romana quali Angelo Mai, Brancaleone, Crudo Roma, Hotel Boscolo Borromini, Rialtosantambrogio, Spazio Novecento, Circolo degli Artisti, Teatro Palladium, Ara Pacis, Caffè Letterario, Galleria RGB46 e con numerose altre realtà tra cui GRA – Genuine Roman Art, 101%, Myshelter, The Mob, Dumpster, Arturo, Rotalab, Paula, Fondazione Romaeuropa, Slow Fusion, Filmmaster Group, McCann Erickson Chan (Genova), Art Gallery (Milano), La Stanza dello Scirocco (Eolie), Carlo Rendano (Napoli), Freeshout (Prato), La Friche (Marsiglia). “Il rapporto con la città è molto stretto e l’impatto che NUfactory ha apportato alla crescita culturale del territorio è testimoniato dalle ultime due grandi iniziative promosse e prodotte con il supporto delle istituzioni locali: “RAM_09”, mostra collettiva che riunisce venticinque artisti e fotografi per raccontare gruppi e singoli musicisti, attraversando quei luoghi che sono dei punti di riferimento musicale per i romani, e “OUTDOOR”, mostra di arte urbana a cielo aperto per valorizzare gli spazi nelle città, ribaltare il parallelismo tra arte urbana e vandalismo, e restituire a questo tipo di arte la sua dimensione naturale dopo un periodo di ‘reclusione’ in gallerie e musei”. NUfactory nasce per lavorare con il territorio. “Abbiamo un modus operandi tutto nostro: vendiamo eventi culturali e reinvestiamo parte dei proventi nella produzione di nuove mostre e progetti. In sostanza grazie all’esperienza accumulata producendo i nostri progetti – dai concerti alle mostre, alle performance – arriviamo oggi a proporci come agenzia”. Una capacità progettuale che si allinea con il momento particolare della città. “Secondo noi proprio quest’anno è esploso il fermento culturale romano. Un progetto come OUTDOOR non sarebbe mai esistito senza il sostegno pubblico della Provincia e del Municipio. E vediamo che – dopo tante proposte – è stata anche superata una certa diffidenza da parte delle istituzioni. Noi, poi, ci tenevamo a fare il progetto alla Garbatella perchè da anni gestiamo l’allestimento delle mostre al Palladium che ha una forte presenza nel quartiere. Visti i risultati dell’iniziativa, siamo anche sicuri che in futuro sarà molto più facile parlare di street art. Fare cultura significa anche spiegare ai politici come vorremmo che fosse la nostra città”.
www.nufactory.it

MARCO e GIANLUIGI GIAMMETTA Giammetta & Giammetta

Visionari nel pensiero e nell’azione, i due fratelli si dividono tra architettura e design, austerità e rottura degli schemi

“La nostra ricerca va al di là degli aforismi architettonici. È un’avventura all’interno della natura più profonda dei nostri desideri e di quelli di coloro che abitano il mondo da noi pensato”. Questo è il pensiero dei due fratelli Giammetta, scettici di fronte a tutto ciò che è scontato. Dopo aver collaborato con lo studio di Massimiliano Fuksas, una delle firme più in vista dell’architettura mondiale, nel 1994 aprono il loro studio romano svolgendo le prime esperienze professionali nel campo dell’exibith design. La loro filosofia progettuale si basa sulla “ricerca del rapporto tra architettura e comunicazione e si pone come obiettivo la creazione di spazi sensoriali, in grado di essere “vissuti” e “toccati”. Nel 2002 fondano la società Giammetta & Giammetta e l’anno successivo la società 3G; sono docenti al Master in Lighting Design MLD dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza e tra i curatori del padiglione “Uneternal City” alla XI Mostra Internazionale di Architettura presso la Biennale di Venezia. Camaleonti e giocolieri dell’architettura, hanno evitato di fossilizzarsi su una sola idea per cavalcare con leggerezza e fantasia lo spirito di numerosi incarichi professionali, ed è così che curano, parallelamente all’attività di progettazione architettonica, l’ideazione e la direzione artistica di convention ed eventi finalizzati al lancio di nuovi prodotti. Realizzano numerose scenografie, allestimenti, mostre, utilizzando ogni volta linguaggi differenti ma complementari, servendosi dell’architettura come strumento di “comunicazione sensoriale”. Per i fratelli Giammetta, l’architettura rimane “la ricerca di un’atmosfera legata al piacere del bello. È la stimolazione sensoriale che deve coinvolgere gli spazi in cui viviamo e la gente che li condivide. Si tratta di trasformare in esperienza tattile e visiva un mistero ben nascosto nelle pieghe del corpo e della mente. Tutto questo cercando di mantenere intatta la sua essenza di mito o chimera, e riuscendo a percepire il punto di sintesi, senza però mai veramente raggiungerlo poiché il nostro è un percorso di ricerca che deve seguire e preconizzare il percorso di vita della gente”. Oggi lo studio opera in tre settori differenti ma allo stesso tempo complementari: interior design, exhibit design e architettura, perché solo “sovrapponendo e confrontando il linguaggio proprio della comunicazione, fatto di segni, con quello dell’architettura si riesce a costruire una sorta di codice che punta a stimolare i sensi realizzando un’architettura da toccare, guardare, vivere”. I due architetti operano da sempre a Roma nel tentativo di far tornare la città “ad esercitare cultura e ad immaginare se stessa non come un meccanismo fermo e inanimato ma come un corpo in movimento e in perenne trasformazione rivolto verso il futuro”. Per essere protagonisti di questo processo di trasformazione della città è importante “una politica del fare che ridoni centralità al progetto quale unico strumento capace di restituire nuove visioni, che mettano al centro del dibattito culturale e politico la costruzione di un nuovo modello della città di Roma”.
www.giammetta.it

ENRICO APA

Architetto, lighting designer, fondatore del progetto “Corea Radical Party”

“Il mio primo amore fu il djing”. Esordisce Enrico Apa ecclettico personaggio della capitale, dove qualche anno fa, decise di trasferirsi da Cosenza per studiare architettura. Così dai tempi del liceo “mani incollate su vinili e mixer”, oggi segue la sua grande passione per l’ideazione del concept party dove potersi esprimere in maniera trasversale (copy writing, grafiche, direzione artistica). “Questo dualismo tra le mie due vocazioni: architettura e creatività – racconta – e tra le mie due vite, dj e professionista, mi ha sempre portato a non accontentarmi mai del mio ruolo; provando sempre ad arricchirmi, misurandomi con la creazione di eventi musicali e artistici”. La sua vita professionale si è contraddistinta in diversi ambiti: a partire dal 2006 partecipa alla comunicazione del Master in Lighting Design presso il Dipartimento Itaca della Facoltà degli Studi di Roma “La Sapienza”, e collabora con lo Studio Associato Terzi e Annunziata, partecipando al concorso internazionale per la riqualificazione del Mausoleo di Augusto e di Piazza Augusto Imperatore a Roma e alla progettazione del sistema di illuminazione della Palestra Grande (Area Archeologica Pompei). Intanto lavora presso la Colgate Palmolive Italia, dove si occupa dell’individuazione di nuovi standard visual innovativi per grafica ed efficacia comunicativa, del restyling di elementi architettonici e del miglioramento dell’illuminazione funzionale e architettonica. Ma l’architettura non è stato l’unico versante dei suoi interessi professionali. “Terminati gli studi, ho cercato una via alternativa al percorso tradizionale e l’ho trovata nel settore dell’illuminazione, interesse maturato fin dagli esami opzionali dell’ultimo anno di facoltà, quando intuii il grande sviluppo che il settore lighting poteva avere nell’immediato futuro”. Per questo è difficile considerarlo un architetto in sensostretto.Halavoratoperl’azienda d’illuminazione Martini Light, per la Lanari Group e oggi per la Switch Made, azienda francese produttrice di LED, settore che sta rivoluzionando il mondo del lighting. Enrico Apa è impegnato nel progetto Corea Radical Party, iniziato nel 2008 al Rising Love di Roma: “Corea è punto di intersezione e di scambio di molti creativi che mettono a disposizione idee e competenze per dare al progetto linfa sempre nuova. Abbiamo voluto rivalutare il concetto di discoteca con scelte artistiche e musicali mirate. L’evento si apre ogni volta con un’esposizione e vengono chiamati artisti che interpretano il dna della serata”. Per quanto riguarda il territorio, “potendo usufruire di incentivi e di luoghi da recuperare mi piacerebbe realizzare un sogno: trasformare Corea da party ad attività culturale e commerciale complessa, in grado di occuparsi di tutti i settori produttivi della cultura (editoria, design, moda, ecc…) e della comunicazione (musica, video, teatro, ecc…). Un luogo dove i singoli specialisti possano concorrere alla formazione di un gruppo teso alla creazione in ogni ambito, dall’architettura all’infinito”.
enrico.apa@gmail.com

ROMA PROVINCIA CREATIVA