COOPERATIVA FOLIAS – MONTEROCKTONDO

A Monterotondo un laboratorio aperto alla cittadinanza e focalizzato sulla musica, in cui mettere in gioco le proprie capacità

MonteRockTondo nasce a Il Cantiere, un centro di aggregazione giovanile e di orientamento al lavoro, gestito dalla cooperativa sociale Folias e finanziato dal Comune di Monterotondo. Alfredo Polliere, responsabile della cooperativa, ci racconta che “il centro è esperienza quotidiana, un luogo in cui si tesse ogni giorno la trama delle relazioni tra gli operatori, i ragazzi e gli abitanti del territorio; è nello spazio di queste relazioni che nascono le idee, prendono voce i sogni e si valorizzano le risorse per dare vita alle diverse iniziative. Il progetto è nato una sera di circa otto anni fa. Abbiamo deciso di realizzare un evento il cui obiettivo doveva essere quello di offrire ai gruppi emergenti del territorio l’opportunità di esibirsi e di far conoscere la propria musica”. Il gruppo informale ha sempre avuto un’intenzione precisa: promuovere iniziative di vario genere attraverso un unico filo conduttore, il concetto di musica come cultura, come linguaggio capace di superare le diversità nonché mezzo di aggregazione di persone con provenienze ed esperienze diverse. “L’intento è quello di dare ai gruppi la possibilità di confrontarsi con un pubblico ben più vasto e di cimentarsi così in un’esperienza live decisamente più emozionante. Negli anni l’evento è cresciuto e abbiamo instaurato collaborazioni con referenti istituzionali e diverse realtà associative e aggregative del territorio. Le serate finali di MonteRockTondo hanno permesso ai gruppi emergenti, vincitori delle selezioni, di esibirsi davanti a un pubblico formato da gruppi di fama nazionale, chiamati a concludere l’evento. Tra questi: Afterhours, Diaframma, Dente e molti altri”. La rassegna, da qualche tempo, si inserisce anche all’interno delle Officine Culturali, un progetto della cooperativa Folias, finanziato dalla Regione Lazio e realizzato in collaborazione con una serie d’istituzioni locali, realtà del terzo settore e associazioni territoriali. “Il leitmotiv di MonteRockTondo consiste nel suo essere un laboratorio aperto alla cittadinanza che racchiude in sé l’obiettivo e insieme la metodologia del nostro lavoro: un luogo dove ognuno può mettere in gioco le proprie conoscenze, le competenze, i linguaggi e la creatività, sperimentando anche le diverse professionalità dello spettacolo. MonteRockTondo è stata, negli anni, oltre che un’opportunità per approfondire un percorso formativo più specifico, anche un modo per sentirsi protagonisti del proprio tempo e per essere partecipi – e non solo fruitori – dei processi culturali che animano il vissuto di ognuno. Per questo motivo intendiamo dare forza alle capacità propositive, creative e ideative dei giovani immaginando, in un futuro non molto lontano, una provincia di Roma capace di attivare processi partecipativi. Una realtà in cui siano i giovani a progettare e a proporre nuove politiche giovanili attraverso il confronto con le istituzioni e con tutti coloro che operano nei settori dell’arte, della cultura e del sociale più in generale”.
www.folias.it
www.myspace.com/monterocktondo

CLAUDIA SORACE – MUTA IMAGO

Teatro di ricerca e di sperimentazione per dare casa ai fermenti culturali presenti sul territorio di Roma

Muta Imago nasce e si sviluppa a Roma a partire dal 2004. Il contesto era quello della rete teatrale- performativa che iniziava a costituirsi grazie a gruppi di lavoro e a centri sociali che, aprendo i propri spazi alle sperimentazioni artistiche dei giovani gruppi romani, davano casa ai fermenti culturali presenti nel territorio”. A raccontarcelo è Claudia Sorace, direttore artistico: “l’incontro tra diverse realtà e soggetti, che hanno ragione di essere soprattutto in relazione gli uni con gli altri, ha arricchito la programmazione culturale dei centri sociali e ha dato, alle giovani compagnie come noi, la possibilità di sperimentare e mettersi in gioco di fronte a un pubblico, in un contesto aperto, ma allo stesso tempo protetto”. Questo scambio ha permesso ai Muta Imago di crearsi il proprio pubblico di affezionati, che nel tempo è passato da quello dei piccoli teatri a quello delle grandi manifestazioni quali il “Romaeuropa Festival”. Nel 2009 la compagnia vince il premio della critica dell’Associazione nazionale dei critici di teatro, il premio DE.MO./Movin’UP e il premio speciale Ubu, per la loro capacità di rinnovare la scena. “Partendo dalla provocazione della materia il gruppo riflette sulla possibilità di approfondire e dilatare i varchi spaziali e di senso rintracciabili nella realtà, per far affiorare storie e momenti che permettano di ricostruire un’unitarietà perduta. Il nostro lavoro, insieme a quello dei centri di produzione indipendenti, ha fatto sì che si creasse un dialogo con le istituzioni di anno in anno più ampio. Tutto ciò ha generato un flusso di economie e di attenzione che ha contribuito alla realizzazione della nostra attività. Intorno a questa
si è creato un pubblico, una curiosità, uno sguardo che prima non esisteva, un’attenzione chiaramente più forte rispetto al passato nei confronti di una determinata tipologia di teatro, quella, appunto, del ‘teatro di ricerca’ che fino a questo momento forse non aveva attirato tanti sguardi. Il nostro lavoro, inoltre, ha contribuito molto ad avvicinare Roma ad altre città e capitali europee. Sempre parlando di Roma, la sensazione oggi è che questa città si trovi di fronte a un bivio importante che riguarda il suo futuro prossimo: diventare una capitale europea o richiudersi di nuovo in se stessa. I luoghi finalmente cominciano a esserci e, se non vogliamo che diventino ulteriori contenitori vuoti, è importante che l’istituzione non si allontani da chi produce arte quotidianamente. I luoghi preposti alla cultura devono essere utilizzati per investire sulla formazione, sullo sviluppo e sulla crescita sia di chi inizia solo ora, sia di chi da anni sta già lavorando. È inoltre importante che queste due realtà vengano messe nella condizione di interagire e di comunicare in modo continuo e fertile, affinchè a Roma si possa finalmente costruire un tessuto culturale degno di questo nome”.
www.mutaimago.com

TOMMASSO ZANELLO – PIOTTA

Molti live, un film e tre libri: il Piotta è passato dal Supercafone a La Grande Onda per approdare a un s(u)ono diverso

“Il nome Piotta me l’hanno dato al liceo, l’ha inventato Masito dei Colle der Fomento. Le ‘piotte’ erano le cento lire a Roma e il nickname lo devo agli occhialetti rotondi stile John Lennon che, disgraziatamente, indossavo all’epoca”. Tommaso “Piotta” Zanello è un artista ormai consolidato nel panorama musicale italiano; molto attivo anche sul fronte live, grazie all’universalità della sua musica, si è esibito in numerosi palchi, dall’MTV Day di Bologna al concerto del Primo Maggio a Roma passando per Tokyo, (il Supercafone era la sigla del campionato di calcio in Giappone) e un live ad Atlantic City negli USA. “Il primo pezzo, Supercafone, nonché il mio album d’esordio, Comunque vada sarà un successo, hanno ottenuto notevoli risultati. Prima un successo underground, poi la conquista dell’intera scena nazionale. Roma è una città estremamente affascinante in cui regna però una piacevole anarchia. Non ci sono etichette discografiche quindi gli artisti vivono in una sorta di sregolatezza che porta a uno stato di grande libertà creativa. C’è molta libertà e disponibilità nei locali, ma il meccanismo si ferma lì, non si crea un vero e proprio movimento a livello nazionale. Gli artisti milanesi, ad esempio, riescono a lanciarsi e a farsi conoscere a livello nazionale. A Roma, purtroppo, non funziona così”. I suoi molteplici interessi personali si fondono perfettamente con la sua carriera artistica e si sono concretizzati nella realizzazione, come sceneggiatore e protagonista, del film “II Segreto del Giaguaro” e nelle colonne sonore di “Torino Boys”, “Zora La Vampira” e “Il Segreto del Giaguaro”. Ha firmato le sigle per vari programmi televisivi e radiofonici, nel 2000 ha realizzato una collana di libri per autori emergenti e nel 2006 ha scritto il suo primo libro, “Pioggia che cade, vita che scorre”, un omaggio a Lorenzo “Jovanotti” Cherubini. Nel 2004 fonda l’etichetta indipendente “La Grande Onda”, impegnata nella ricerca e nel lancio di nuove realtà hip-hop, che ha già all’attivo venti pubblicazioni, numerosi premi e ottimi riscontri sia della stampa specializzata sia di quella generalista. Dal 2006 infine è direttore artistico della parte hip-hop del MEI di Faenza. Il suo sesto lavoro solista, “S(u) ono Diverso”, uscito dopo 10 anni di carriera, ha aperto un nuovo ciclo del Piotta. “Per il futuro della musica, sono molto preoccupato. Non c’è più supporto da parte delle etichette e i fondi sociali sono sempre meno. Dovremmo prendere spunto da Nichi Vendola e dalla Puglia, regione molto attiva per quanto riguarda la cultura e soprattutto la musica. C’è un bel movimento per la musica dal reggae al pop; ci sono numerosi artisti ormai noti al pubblico nazionale, basta guardare ai Sud Sound System, a Caparezza, ai Negramaro e agli ultimi vincitori dei reality musicali che gravitano tutti nell’aria pugliese. Non è sicuramente casuale. A Roma invece siamo fermi agli anni ‘90, le manifestazioni e i gruppi sono sempre gli stessi, i locali ci sono ma mancano gli elementi imprenditoriali per veicolare una creatività che sia esportabile. Per farlo, servono soldi, iniziative e buone idee”.
www.piotta.net

ISABELLA DI COLA – RIFRAZIONI

Un Festival a Nettuno per promuovere le arti e le esposizioni di arti visive valorizzando gli spazi pubblici

“Abbiamo iniziato nel 2003 a Roma come progetto collettivo teatrale, successivamente ci siamo spostati a Nettuno, presso i suggestivi spazi della dell’Ex Divina Provvidenza. Dopo anni di solo teatro abbiamo provato a creare un evento estivo, che ha preso vita nel 2006. Il nostro interesse era rivolto alle forme espressive più radicali, alle performance e alle arti visive”. Parliamo di Rifrazioni, Festival che promuove l’arte contemporanea e la sperimentazione negli spazi di interesse pubblico, culturale, storico e sociale del territorio di Anzio e Nettuno. A raccontarci la nascita della manifestazione è Isabella Di Cola: performer ed educatrice teatrale, si occupa della direzione artistica e dell’organizzazione del Festival. È inoltre presidente dell’associazione Cercle, gruppo eterogeneo di lavoro, impegnato dal 2006 nell’organizzazione del Festival con l’obiettivo di favorire l’interscambio di modalità espressive e modelli culturali attraverso il programma di residenza che accoglie artisti di tutto il mondo. “Il programma, inserito nel 2008, è una sfida verso la povertà culturale diffusa localmente nonché un aiuto allo sviluppo della conoscenza del territorio. Invitare gli artisti internazionali a trasferirsi per un mese a Nettuno è un modo per conoscere il territorio, confrontarsi con le comunità locali e sviluppare indagini sulle identità del luogo per creare opere d’arte inedite a esso ispirate. Il riscontro che abbiamo avuto è sicuramente positivo, abbiamo ottenuto un ottimo successo a livello internazionale ma numerose difficoltà nel coinvolgere la popolazione locale, spesso restia alla nostra controproposta, che è in netta controtendenza rispetto all’intrattenimento di massa a cui sono abituati. Proprio per combattere le critiche all’inaccessibilità del nostro prodotto artistico, abbiamo deciso di dare vita al programma di residenza, per coinvolgere i cittadini nel processo creativo, stimolandoli a partecipare alla manifestazione”. Rifrazioni è un progetto che recupera beni culturali locali attraverso l’intervento site-specific di artisti italiani e internazionali, antropologi e documentaristi che si interfacciano con il territorio, valorizzando l’identità e la memoria locale. “Viviamo in un periodo culturale estremamente particolare e le risorse economiche che abbiamo a disposizione per realizzare il Festival sono, naturalmente, scarsissime. La creatività in questo momento è una strada per sfuggire alla crisi economica, sociale, morale e intellettuale. Bisogna stimolarla e sfruttare il potenziale creativo come strumento per reagire; non possiamo continuare solamente a parlare della crisi, c’è bisogno di agire attraverso una spinta propositiva. È importante creare strategie di sopravvivenza, dimostrare che nelle situazioni difficili, soprattutto in provincia, c’è voglia di reagire, di tirarsi su le maniche e fare qualcosa. Spero proprio che in futuro le realtà che, come la nostra, faticosamente realizzano progetti creativi, trovino il modo di interfacciarsi tra di loro, sostenersi reciprocamente e diventare più forti”.
www.rifrazioni.org

ANDREA SATTA – TETES DE BOIS

Una band, sei musicisti e un collettivo artistico. A loro due Premi Tenco, il Premio Lunezia e il P.I.M.I.

Una band, sei musicisti e un collettivo artistico. A loro due Premi Tenco, il Premio Lunezia e il P.I.M.I.

La storia dei T�tes de Bois inizia per strada, su un vecchio camioncino Fiat 615 NI del 1956 acquistato da un rigattiere, e adottato come palco ambulante del gruppo per anni. Era il 15 febbraio 1992 quando decisero di fare un concerto in Piazza Campo de� Fiori, sotto la statua di Giordano Bruno. Suonavano e cantavano le canzoni di Ferr� e Brassens, le poesie musicali di Baudelaire. Da allora tanta strada e cinque dischi. �La nostra � una storia fatta di transiti: strade, svincoli, scale mobili, sotterranei di metr� o tram, fabbriche abbandonate, stazioni ferroviarie, club, centri sociali, teatri e Festival anche prestigiosi�. La loro musica � �fatta di parole e suoni catturati nei luoghi della quotidianit�, per trasformare spazi non convenzionali in luoghi possibili dell�arte, alla ricerca di una formula altra� come al gruppo piace definirla. Questo � composto da: Andrea Satta, voce; Carlo Amato, contrabasso, basso, computer e campionamenti; Luca De Carlo, tromba; Angelo Pelini, pianoforte, fisarmonica e tastiere; Maurizio Pizzardi, chitarre; Lorenzo Gentile batteria e percussioni. Ad essi si aggiungono Anna Maria Piccoli che si occupa della comunicazione e del coordinamento con Fabio Lauteri. Infine, Raniero Terribili, il fonico. La loro ascesa li ha visti protagonisti, tra gli altri, di due prestigiosi Premio Tenco (Targa migliori interpreti): nel 2002 con il cd �Ferr�, l�amore e la rivolta� (20.000 copie vendute tra Italia e Francia e che ha accolto anche la presenza di amici come Daniele Silvestri, Nada e Francesco Di Giacomo del Banco) e nel 2007 con il cd �Avanti Pop�, che gli � valso anche il Premio italiano per la musica indipendente P.I.M.I. per il miglior tour dell�anno. Sono stati scelti dal Comune di Charleville- Meziers (Francia), citt� natale del poeta Rimbaud per il concerto del 150� anniversario della sua nascita. �I T�tes de Bois sono un non luogo� – dice Andrea Satta, cantante del gruppo, pediatra nella periferia romana e direttore artistico di tutti i progetti che il gruppo da diversi anni organizza nell�urbe e nell�interland. �Siamo una band che interpreta musica, canzone d�autore, immagini, segni, disegni, narrazione, mobilit�, poesia, parole e suoni della terra, del territorio e della citt�. A tutto ci� si � sempre cercato di affiancare l�ideazione e la direzione artistica di progetti dedicati all�interpretazione degli spazi urbani ed extraurbani, di Roma e soprattutto della periferia romana che guarda ad Est. Negli ultimi quindici anni siamo stati testimoni, animatori e sostenitori di esperienze che hanno caratterizzato l�underground romano: Centro sociale Intifada, La Maggiolina, Apollo 11 e l�Orchestra di Piazza Vittorio, l�Angelo Mai, Casale del Podere Rosa e tanti altri. Da sempre gruppo indipendente con lo sguardo puntato sulle dinamiche emotive e fisiche legate alla quotidianit� e ai luoghi di transito, abbiamo concettualizzato la categoria esistenziale del pendolarismo fino a farne un Festival, Stradarolo: uno dei primi in Italia dedicati all�arte su strada, che ogni anno ospita circa trecento artisti provenienti da vari paesi europei con danza, musica, teatro, arti visive. Nei luoghi-non luoghi di Stradarolo abbiamo poi ideato e fondato l�Officina Culturale 41� Parallelo che ne eredita la vocazione e la ribalta su un piano internazionale. Un grande laboratorio culturale che si apre a tutti i paesi e ad alcune delle maggiori citt� degli stati che si trovano tra il 41� ed il 42� parallelo�.
www.tetesdebois.it

ROMA PROVINCIA CREATIVA