COSIMO ALEMÁ

Con più di 300 videoclip alle spalle, ha fondato The Mob e si è affermato come regista molto richiesto nel settore musicale

Cosimo Alemà, 39 anni, è il nome che leggiamo più frequentemente nelle schede tecniche dei video musicali. “Sono un regista e uno dei ‘panettieri’ del videoclip italiano: questa definizione mi piace parecchio, perché quando ci si confronta con un numero elevato di progetti, artisti e brand, si diventa dei veri e propri mestieranti del settore. In 12 anni ho lavorato a più di 300 video musicali, pressoché con tutti gli artisti italiani più importanti. Al momento ho la fortuna di avere a che fare con alcuni degli artisti che stimo di più in Italia come Afterhours, Subsonica, Giuliano Palma, Motel Connection e, ultimamente, ho avuto il privilegio di dirigere il primo vero videoclip della grande Mina. Nel 2001 ho dato vita, insieme al mio socio Fulvio Compagnucci e ai colleghi di sempre, Romana Meggiolaro e Daniele Persica, a The Mob: una realtà romana capace di affrontare ogni tipo di progetto audiovisivo, dalla ideazione alla messa in onda. Il nostro core business è diventato molto presto quello dei videoclip musicali, degli spot pubblicitari e dei promo tv. Nel giro di pochi anni siamo cresciuti come gruppo e come realtà produttiva e The Mob è diventata una sorta di piccolo vivaio del videoclip romano, una scuola che si differenzia molto dai presupposti stilistici pubblicitari dei filmakers milanesi. Come regista mi sono sempre approcciato ai video ricercandone soprattutto l’aspetto cinematografico. Mi piace raccontare brevi storie attraverso la ricerca forsennata di un’atmosfera, di un’ambientazione evocativa”. Cosimo Alemà ha lavorato nel cinema e nella pubblicità e ha inoltre realizzato numerosi spot pubblicitari e promo televisivi ricevendo premi e riconoscimenti in tutta Europa, tra cui il prestigioso Key Director’s Award nel 2005. “Nell’ultimo anno sono stato impegnato nella realizzazione del mio primo lungometraggio per il cinema dal titolo “At the end of the day”, un film in lingua inglese che si rivolge a un pubblico internazionale ma che è stato concepito, realizzato e girato interamente a Roma. Inoltre, insieme al mio aiuto regista e a un altro dei registi di The Mob, abbiamo formato una band musicale, i Qali e stiamo raccogliendo parecchi successi e riscontri di pubblico. La rete, i social network e youtube hanno avuto un impatto davvero violento sul nostro lavoro; ormai abbiamo uno specchio preciso e molto critico che ci fa davvero capire cose importanti su ciò che facciamo. Di contro, tutti i nostri sforzi qualitativi per produrre immagini di un certo livello vengono ridimensionati dalla visione piccola e compressa di internet. Per me Roma è una città molto stimolante e negli ultimi anni ha fatto enormi passi in avanti dal punto di vista culturale. Ci sono spazi nuovi e meravigliosi e finalmente questa città bellissima sta crescendo dal punto di vista delle attività artistiche e della musica. Inoltre, il fatto che si stanno trasformando spazi antichi e affascinanti in centri dell’arte e della creatività è un segnale preciso che la direzione che si sta prendendo è quella giusta”.
www.cosimoalema.co.uk

CLAUDIO PALMISANO e FRANCESCO ZIZOLA – 10B PHOTOGRAPHY

Uno spazio polifunzionale per la fotografia professionale radicato nel quartiere della Garbatella

10b photography è una realtà relativamente recente nel panorama romano, nazionale e internazionale. Fondato nel 2007 da Francesco Zizola, fotogiornalista, e da Claudio Palmisano, esperto e docente di Digital Image Editing, 10b photography, con sede alla Garbatella, è un centro polifunzionale interamente dedicato alla fotografia professionale, con particolare attenzione alla fotografia d’autore. “Una delle peculiarità del progetto – spiega Francesco – consiste nel coordinare in un’unica sede quattro distinti ambiti di attività: la galleria, il laboratorio fotografico, la comunicazione visuale su piattaforma digitale e la formazione”. Uno spazio, dunque, dove poter allestire mostre e dove poter svolgere formazione e workshop con le strumentazioni più avanzate a disposizione; un luogo in cui professionisti e non possono trovare risposte alle loro esigenze: scansione editing e stampa digitale anche in grande formato”. Grazie alla natura multimediale e digitale di gran parte delle attività che garantiscono l’accesso a un mercato globale, la portata del network che, in pochi anni, si è creata intorno a 10b photography va ben oltre la realtà romana in cui nasce: “direi che questa strategia – racconta Marco Baldovini, responsabile dell’area multimediale – si è dimostrata vincente sotto diversi aspetti, primo tra i quali avere un network di lavoro molto variegato in termini di settori di intervento, ma anche di provenienza geografica”. Con un occhio vigile sul mondo e uno sulla realtà locale, 10b da un lato investe sulle nuove tecnologie in prospettiva di uno sviluppo a lungo termine e a lungo raggio, dall’altro è presente sul territorio locale attraverso proposte culturali: “sono frequenti i riconoscimenti per l’offerta di un programma culturale interessante, gratuito e inserito in una zona di cui alcuni scoprono l’esistenza e la bellezza, proprio grazie alla galleria. Infatti, pur avendo una dimensione internazionale, 10b è radicato nel quartiere e risponde all’esigenza cittadina di un punto di riferimento costante sulla cultura fotografica, al di là dell’evento specifico che ha una programmazione limitata a un breve periodo, come ad esempio FotoGrafia il Festival Internazionale di Roma”. La riflessione finale, infine, verte sul contenuto dell’offerta culturale che deve riuscire ad attrarre il maggior numero di persone, senza cadere nella tentazione di essere effimera: “a un grande evento e ai profitti che esso genera deve corrispondere la consapevolezza dell’importanza di una programmazione culturale più estesa sul territorio. Una programmazione – conclude Claudio – che non rifugga i temi scomodi, di stimolo critico delle coscienze, soprattutto in un’epoca che sta mostrando con sempre più evidenza i frutti del disimpegno”.
www.10bphotography.com

MARIO GUERRA

Il network è tutto per il poliedrico fotografo che si divide tra Roma e Parigi e spazia dall’architettura alla pubblicità

“Il network è tutto”. Così esordisce Mario Guerra quando gli chiediamo qual è la portata del movimento intorno alla sua attività: “riesce a fare più cose chi ha un buon network che chi ha un grande talento”. Mario Guerra, romano, fotografo pubblicitario che divide la sua vita e la sua attività professionale fra Roma e Parigi, dal 1996 è partner di Alberton Consulting per la realizzazione di progetti comunicativi, multimediali, editoriali, artistici. La sua poliedrica attività, per anni incentrata sulla fotografia industriale, il corporate e l’architettura è oggi orientata in modo permanente verso la pubblicità, il ritratto, il lifestyle e la ricerca personale. Da circa quindici anni insegna fotografia a Roma tra l’Istituto Europeo di Design, la Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza e l’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata. Dal 2005, tiene seminari presso l’Università di Marne la Vallée, vicino Parigi. Nonostante un’attività personale di grande spessore Guerra mette soprattutto l’accento sulla capacità di fare rete. “Considero il network talmente importante che da sempre ai miei allievi ribadisco quanto un indirizzo email, un telefono cellulare e la buona padronanza della lingua inglese siano strumenti prioritari per mettere basi solide alla propria organizzazione. In una parola, per esserci. Ci sono professionisti o artisti mediocri che, attraverso un buon network, hanno maggiori chances rispetto a un grande artista, magari capace di rivoluzioni espressive e stilistiche, ma che, però, non è in grado di gestire un buon network di relazioni” sorride. Per Mario Guerra, i network sono due: quello che nasce dal contatto fisico, sul territorio, e quello virtuale, a distanza. Il primo, il più forte secondo lui, è dato dalla famiglia, dagli abitanti del quartiere in cui si vive, dagli amici di scuola e del muretto, da coloro per cui abbiamo lavorato e lavoriamo, dalle persone con cui abbiamo affinità intellettuali e con cui è più facile realizzare progetti. Il secondo, quello più diffuso oggi grazie a internet, offre, invece, la possibilità di creare comunità e aggregazioni artistiche e creative con connessioni che non hanno limiti né geografici né temporali. “Sempre più spesso mi capita di lavorare con persone che fisicamente non incontrerò mai. Ho persino pubblicato un libro in questo modo”. Secondo Guerra, però, il network territoriale prevale e prevarrà sempre per l’evidente forza e ricchezza che ha sul piano umano: “un incontro reale con chi ci è geograficamente vicino accresce la possibilità di ‘fare sistema’ all’interno di un network più grande. Il futuro passa da qui”. “Roma si nutre soprattutto dei network che possono essere definiti spontanei. Quelli generati intorno a figure professionali, artistiche o gruppi di lavoro: una scuola professionale, un editore, una redazione, un movimento di idee, ecc… Sarebbe importante stimolare e spingere la strutturazione di network più organizzati e riconoscibili”.
www.marioguerra.com

FABIO LOVINO

Ritrae le maggiori band italiane e internazionali scegliendo come sfondo il panorama romano

Fabio Lovino, romano, quarantenne. La sua passione per la fotografia lo ha portato a seguire jazzisti e rockstar in giro per il mondo, prima come tour photographer e poi realizzando le copertine di molti dischi nazionali ed internazionali tra cui Mark Knopfler e Morrissey in Inghilterra, Elisa, Fiorella Mannoia e Max Gazzè in Italia. Allo stesso tempo realizza ritratti per il cinema fotografando attori e registi di fama internazionale come Robert De Niro, Al Pacino, Sophia e Francis Ford Coppola, Roberto Bertolucci, David Linch, Nanni Moretti, etc… È inoltre regista e produttore video di artisti italiani ed esteri per vari canali. È stato in numerosi festival, e vanta varie partecipazioni televisive ultima delle quali a “Photo call”, format di FOX in dieci puntate e con dieci attrici italiane diverse.
Nel 2006 ha realizzato una pubblicazione per l’Auditorium di Roma e, nel 2007, una mostra dal titolo “A riveder le stelle”, pubblicata poi da Mondadori, i cui protagonisti erano quarantacinque tra attori, attrici e registi italiani. Rappresentato dall’agenzia Contrasto, Fabio pubblica i suoi ritratti nei più importanti magazines italiani ed esteri muovendosi all’interno di un network vasto che si è costruito negli anni di attività: “la portata della mia rete di contatti è sicuramente aumentata negli ultimi anni anche grazie a una maggior fruizione del sito da parte del pubblico e delle persone che, per motivi diversi, mi seguono. Il novanta per cento della comunicazione e dell’acquisto di foto, ad esempio, avviene on line, con un clic”. Per ogni shooting fotografico, Fabio, ha bisogno di un team di professionisti che va da un minimo di dieci persone (assistenti, parrucchieri, stylist, truccatori) fino a un massimo di quaranta per i lavori editoriali o di moda più importanti. Ha realizzato sul territorio molti dei suoi progetti utilizzando il panorama romano come location prediletta per i suoi scatti: “mi piace molto la città e ‘uso’ volentieri le sue proposizioni sociali e architettoniche come ambientazione per i miei progetti”. Ci parla di Roma come di una città che deve ancora crescere per arrivare ai livelli delle grandi città europee. “Mi piace immaginare la Roma del futuro, prima di tutto immersa in un’aria più respirabile, magari circondata da piste ciclabili come succede nelle grandi capitali europee. Soprattutto, però, vorrei che ci fosse una burocrazia più snella che agevoli la comunicazione tra le istituzioni e le esigenze dei cittadini, che renda più veloce la realizzazione di tanti progetti che si presentano. Per quello che riguarda la mia attività e l’impatto che questa ha sul territorio, credo che la fotografia o il video siano strumenti per trasmettere lo spirito creativo e la curiosità di conoscere la propria città, in ogni sua forma espressiva. Dall’archeologia all’architettura, dagli aspetti storici a quelli sociali, sperimentando una nuova forma di espressione creativa”.
www.fabiolovino.it

STEFANO RUFFA e ANNA CARONE – MANDEEP

Una “lanterna della mente” per praticare la fotografia narrativa e documentaria. Alla ricerca di un punto di sintesi

Mandeep [hindi: lanterna della mente] Photography and beyond è un nuovo spazio indipendente dedicato alla fotografia che nasce nel 2008 in via dello Scalo San Lorenzo a Roma: “un’avventura emersa dal desiderio di offrire una piattaforma, anche fisica, per la discussione di tematiche riguardanti la fotografia, soprattutto quel macro-genere che è la fotografia narrativa e documentaria”. Mandeep è una piccola ma attiva realtà fondata da Stefano Ruffa e Anna Carone per divulgare la fotografia non solo come espressione artistica, ma anche come mezzo, strumento di comunicazione capace di trasmettere e veicolare messaggi sulla realtà che ci circonda. “Nel nostro Paese manca, purtroppo, una vera cultura visiva, intesa come capacità d’interpretare coscientemente il flusso ininterrotto d’immagini a cui siamo quotidianamente sottoposti – racconta Stefano – la nostra sfida risiede nell’offrire, attraverso le nostre molteplici attività (dalla libreria specializzata alle mostre, dagli incontri ai workshop e, non ultima, la produzione di contenuti multimediali) un’occasione di crescita culturale, un tentativo di creare un pubblico più attento e partecipe, più consapevole nel consumo delle immagini e pronto ad afferrare ciò che la fotografia può raccontare”. Il lavoro costante portato avanti da Stefano e Anna ha permesso che Mandeep diventasse, in pochi anni, un punto di riferimento per appassionati e professionisti della fotografia e del reportage d’autore, un punto di incontro per istanze creative che hanno voglia di confrontarsi offrendo così una valida occasione di crescita a tutto il tessuto culturale romano. “Fortunatamente l’attenzione verso questa forma artistica e comunicativa sta conoscendo uno sviluppo non indifferente e di conseguenza le strutture dedicate aumentano”. Quello che Anna e Stefano chiedono alla città è un maggior sostegno a tutte quelle piccole realtà ad alto contenuto creativo e innovativo che lottano per la sopravvivenza in un territorio in cui gran parte delle energie sono rivolte alla valorizzazione di un inestimabile patrimonio storico. “Roma è una città complessa, articolata, a cavallo tra la storia e il futuro, alla ricerca di un punto di sintesi oggettivamente difficile da trovare”. È così che Mandeep descrive la realtà romana in cui vive e si muove: una realtà con una crescente domanda di innovazione: “la Roma del futuro non può prescindere dall’ascoltare queste energie e dall’aprirsi all’estero”. È questo ciò che Anna e Stefano stanno cercando di costruire con il loro lavoro: una rete di ponti che permettano di portare a Roma il meglio dell’offerta mondiale permettendo, allo stesso tempo, a quello che è stato fatto di buono sino ad oggi sul territorio, di uscire allo scoperto”.
www.mandeep.it

ROMA PROVINCIA CREATIVA