Dopo il debutto il 15 marzo al Teatro Comunale Jean Pierre Velly di Formello, lo spettacolo approda a Roma (5 aprile al Teatro Antigone, via A.Vespucci, 42 – ore 17:00 e 21:00; l’11 e 18 maggio al Teatro Keiros, via Padova, 38 ore 17:30). Si tratta di due monologhi e un’epistola di Mariangela Imbrenda, tratti dall’omonimo libro di Luca Attanasio. Musiche inedite ed appositamente composte da Gabriele Sisci. Scene e costumi di Mariangela Imbrenda, regia di Mariangela Imbrenda e Gabriele Sisci. L’esperienza del libro di Attanasio è nata dalla rielaborazione in chiave narrativo-letteraria di interviste a tre donne vittime di tortura (un’etiope, un’iraniana e un’ivoriana). Lo spettacolo è realizzato con la collaborazione dell’associazione Music Theatre International – MThI.
“Può ancora chiamarsi donna un essere umano costretto alla fuga per le violenze o i soprusi subiti? Forzato a viaggi inimmaginabili per deserti, mari, città, montagne, che lo portano ripetutamente vicino alla morte? Può dirsi donna una ragazzina sottoposta a ripetute torture, sola, lontana da affetti, famiglia, conforto? Che di rado ha sfiorato amore e comprensione?” Per Luca Attanasio la risposta è “sì”. Anzi, è proprio questa donna che può salvare il mondo e tornare a dargli senso. Dopo aver pagato spregiudicati Caronte moderni, affrontato la Palude Stigia della terra, infilandosi giù, fino all’ultimo girone dell’inferno, ne riemerge nuova, purificata, portatrice di cultura, passione, amore e pace.
Per informazioni: info@mthi.it – 338 1515381 www.mthi.it