Armida è un brand di gioielli creato, nel 2009, da Barbara Polvora. Classe 1983, si forma a La Sapienza di Roma dove si laurea in “Scienze della moda e del costume” collaborando nel frattempo con società di moda e design. La giovane età e la formazione accademica di Barbara sono gli ingredienti principali che hanno permesso alla sua azienda di far convivere in perfetta sintonia tradizione e innovazione. Gioielli dal design contemporaneo trovano la propria forma grazie al lavoro di maestri orafi e artigiani e all’uso di software specifici per la progettazione. In questo modo il concetto di tradizione “non viene associato ad arretratezza e staticità come spesso accade. Ma diventa una categoria dinamica, una struttura forte, un terreno fertile su cui possono germogliare una pluralità di nuove idee e progetti”. Le tecniche di lavorazione del metallo prezioso non devono essere considerate solamente come abilità specifiche dell’oreficeria tradizionale. Più di un semplice mestiere, l’oreficeria ha radici nel nostro patrimonio artistico e culturale. Radici che vanno tenute vive se non si vuole correre il rischio di perderle. Come infatti racconta Barbara, il lavoro di Armida nasce dalla passione “per una delle più importanti tecniche artigianali dell’oreficeria tradizionale: la fusione a ‘cera persa’, alla quale io e i miei collaboratori ci siamo avvicinati negli ultimi tre anni. Si tratta di una tecnica antica usata dai tempi di Benvenuto Cellini per la fusione delle sculture in bronzo e per la realizzazione delle medaglie, che noi abbiamo riadattato in chiave contemporanea, proponendo gioielli dotati di forte carattere e contraddistinti da una modalità espressiva che definirei sperimentale”. La modalità espressiva è quella di un brand che si inserisce nell’area d’affari della gioielleria unbranded. “In un’epoca dominata da una produzione di massa esasperata in cui prevale una standardizzazione del gusto, Armida premia le idee e l’abilità dei suoi creativi, abbinate a materiali preziosi e a prezzi concorrenziali”. Sceglie dunque l’unicità per esprimersi. Ma ciò a cui vuole dare effettivamente voce, è la donna. “Una donna sicura della propria identità, forte e autonoma. E, allo stesso tempo, molto femminile e seducente”.
Categoria: Network
Cristina Mingolla
La calligrafia, dal greco calòs: “bello”, e graphìa: “scrittura”, è, per definizione, l’arte della bella scrittura. Ha radici profonde in molte culture, si pensi ad esempio che nell’Asia orientale è considerata la più raffinata forma di pittura. Essere un calligrafo non significa solo scrivere bene, vuol dire soprattutto possedere capacità artistiche e tecniche che riguardano una modalità espressiva molto laboriosa. Cristina Mingolla, ancor prima di diventare un’esperta in materia, ha approfondito la lavorazione della creta, della pittura e del disegno. Attività apparentemente lontane dal mondo delle parole ma molto vicine al gesto creativo della scrittura. Perché scrivere, soprattutto per una calligrafa, è un’arte che ha a che fare con la pratica, con il movimento delle mani e con l’esercizio costante. Per Cristina la passione per la calligrafia, che si è poi trasformata in una vera e propria attività d’impresa, è nata per gioco. Da un lato c’era la voglia di conoscere le varie facce della creatività utilizzando creta, tele e pennelli. Dall’altro invece, c’è stato il momento in cui un giorno ha visto sua madre scrivere su una pergamena. È stata questa la molla che l’ha spinta a provare. Lo studio di numerosi testi specifici sull’argomento e tanta pratica hanno fatto diventare Cristina la professionista che è oggi.
Oltre a dover conoscere una varietà di stili calligrafici differenti come ad esempio il corsivo inglese, il gotico o l’onciale, per affrontare questa particolare attività è necessario essere provvisti di una serie di strumenti. I pennini variano a seconda dell’effetto che si vuole dare al carattere: a punta larga o flessibile, per citarne solo un paio. Così come esistono una varietà di inchiostri e supporti cartacei. Ma il risultato del lavoro, spiega la calligrafa che si è aggiudicata il Bando Artigianato Artistico , “è dato, oltre che dalla precisione, da un’armonia d’insieme che si ottiene con un attento studio sull’impostazione della pagina e sulle proporzioni. I decori, sempre fatti a mano, e la scelta dei colori completano l’opera”. Inviti, partecipazioni, diplomi o addirittura menù, se realizzati con raffinate tecniche calligrafiche, possono diventare veri e propri oggetti d’arte. Cristina lo afferma così: “se la bella scrittura viene portata all’eccesso diventa arte e trasmette una piccola emozione. Ecco, con la calligrafia io cerco di comunicare emozioni piacevoli”.
Les Créations
Les Créations è una boutique di gioielli nata dall’incontro tra l’orafo Luca Marsiliani e la sua compagna Silvia, marketing manager di professione. La giovane coppia, unita anche nella passione per l’impresa, ha dato forma a un’idea che rende la loro attività molto diversa da un semplice punto vendita di oggetti preziosi. Les Créations crea gioielli su misura, personalizzati, traducendo la richiesta del cliente in un progetto concreto dal design originale. “L’obiettivo principale – dicono Luca e Silvia – è dare ai gioielli personalità e unicità così da trasformare il metallo, seppur già nobile, in emozione”. Il processo che porta alla realizzazione del gioiello inizia con l’analisi della richiesta del cliente. Per i titolari di Les Créations questa prima fase è la più importante perché vogliono che gli oggetti preziosi appartengano in tutto e per tutto a chi li indosserà. Successivamente, grazie a sofisticati software, il gioiello viene riprodotto virtualmente in modo da permettere al committente una visione in anteprima. Prima di iniziare la lavorazione viene scelto il materiale (argento, oro, platino e una vasta gamma di pietre preziose certificate). Segue poi il processo di lavorazione tutto rigorosamente artigianale. “La fusione dei metalli – spiegano – avviene all’interno di un crogiolo. Raggiunto lo stato liquido questi sono colati in una lingottiera, filtrati e puliti dalle scorie. Il lingotto così composto viene a sua volta lavorato fino all’ottenimento dei componenti necessari alla realizzazione del gioiello voluto”. Ma il lavoro non può dirsi veramente concluso senza prima aver provveduto al packaging. “Così come una cornice esalta un’opera d’arte – spiegano Luca e Silvia – il packaging di un gioiello deve saper preparare emotivamente al suo contenuto nonché valorizzare l’oggetto che custodisce. Per questo curiamo la presentazione delle nostre creazioni fin nei minimi dettagli e offriamo ai nostri clienti un’ampia scelta di scatole di ottima qualità e di finitura artigianale. Possono essere già pronte oppure completamente personalizzate, realizzate soltanto per il gioiello prescelto”. Les Créations, dunque, fa del lavoro artigianale il gioiello di punta di ogni creazione e mette vicino alla propria firma, quella del cliente.
Opera
Opera snc nasce con uno scopo preciso: fornire a persone affette da varie disabilità strumenti adeguati attraverso i quali esprimere al meglio la propria creatività, in totale libertà e autonomia. Il progetto nasce dalla collaborazione tra Mario Marano (logopedista ed esperto nel campo della riabilitazione) e Giulio Pernice (nella foto), specialista di interaction design e nuove tecnologie interattive. Negli anni progettano e realizzano molteplici installazioni e sistemi interattivi, con i quali partecipano a mostre nazionali e internazionali, tra le quali “Opera house” (Malta, 2009), “Variazioni Magenta” (Magenta, 2009), “EXPO – Padiglione Italia” (Shanghai, 2010) e “Geografe Italiane – MAXXI” (Roma, 2010). Nel 2011 brevettano “Vivace”, innovativo strumento di riabilitazione musicoterapeutica per disabili. “La nostra impresa – dicono Marano e Pernice – vuole essere intrinsecamente innovativa proprio perché attraverso le nuove tecnologie intendiamo progettare e realizzare nuove modalità con le quali ognuno possa esprimere liberamente la propria creatività, e in particolare ci rivolgiamo ai disabili, cioè a quelle persone che, per diversi motivi, hanno difficoltà con gli strumenti tradizionali”. È questo l’obiettivo dichiarato di Opera, un progetto nato dall’incontro spontaneo tra il mondo della tecnologia applicata con le moderne tecniche di riabilitazione motoria e cognitiva. Per i fondatori di Opera, al centro del progresso scientifico e sociale deve essere posta l’inventiva, declinata in ogni sua forma: l’accesso alla produzione artistica (intesa come possibilità di esprimersi creativamente attraverso la disponibilità di strumenti adeguati alle più diverse esigenze) è allo stesso tempo il motore e lo scopo della realizzazione dei progetti di Opera, il cui manifesto d’intenti, nelle parole dei fondatori, è proprio quello di “legare la creatività a una forte capacità progettuale, con lo scopo di realizzare prodotti funzionali e moderni”. Opera guarda perciò a tutte le aziende del settore tecnologico, del design e del settore medicoriabilitativo, realtà con le quali collaborare “per rendere – concludono i due protagonisti – la nostra provincia all’avanguardia nel settore dell’interattività e dell’innovazione”.
Language Point
Come rendere una lezione di inglese agevole, innovativa e, soprattutto, divertente? Cinzia Leonardo, dopo una laurea in Lingue e Letterature Straniere e anni di insegnamento in vari istituti di Roma, decide di creare una piattaforma per rendere fruibile la lingua inglese al maggior numero di studenti possibile. Il tutto attraverso nuove tecniche di apprendimento che possano stimolare curiosità e passione, andando oltre la visione tradizionale dello studio piatto e un po’ noioso della lingua. Partendo da questa idea, nel 2010 nasce Language Point International, progetto al quale si uniscono Silvia Pasquali (grafica pubblicitaria ed esperta in marketing), che ne cura la comunicazione, e Sara Pasquali che, grazie ai suoi master in Diritto dell’Unione Europea e Relazioni Internazionali, si occupa dei rapporti istituzionali.“La conoscenza delle lingue straniere nelle nostre scuole è stata per anni sottovalutata, provocando un gap culturale tra i giovani italiani che si trovano a competere con i loro pari in Europa”. Per questo Language Point International ha deciso di innovare strumenti e modelli di insegnamento, spostando l’attenzione dal docente all’allievo e facendo della creatività, e non dello sterile nozionismo, il punto di forza dell’intero processo didattico. In quest’ottica nasce il progetto “FilmMaker”, attivo in alcune scuole di Comune e Provincia, in cui gli studenti, assistiti da insegnanti madrelingua, sono chiamati a ricoprire il ruolo di produttori, registi e interpreti nella realizzazione di cortometraggi, recitati rigorosamente in inglese.
“Al nostro metodo applichiamo le nuove tecnologie. In questo modo offriamo, oltre a un insegnamento di qualità, un forte abbattimento dei costi per le famiglie. Rispetto alle lezioni tradizionali, individuali e di gruppo, infatti, con il metodo messo a punto dalla Language Point International , i costi per lezione/alunno sono di pochi euro”. Sulla stessa scia sarà attivato, a breve, il progetto Language Point.tv , un insieme di video-lezioni interattive grazie alle quali lo studente, collegandosi direttamente da casa, potrà muoversi e interagire all’interno di un vero e proprio laboratorio virtuale, guidato e assistito da un ‘cicerone’ online. Insomma, grazie all’idea di tre donne romane, imparare l’inglese oggi può essere una divertentissima avventura alla portata di tutti.