Uniti da più di vent’anni nella produzione di performance teatrali, cinematografiche, televisive e set migratori, Flavia Mastrella e Antonio Rezza sono due artisti che si occupano di comunicazione involontaria. Lei, scultrice che negli anni ha esposto sculture, video-sculture e fotografie in Italia e all’estero. Una sua opera fa parte della collezione permanente della Certosa di San Lorenzo a Padula, all’interno della mostra “Le opere e i giorni”, a cura di Achille Bonito Oliva. Lui, autore e scrittore ama definirsi “performer con il fiato rotto” e si distingue per una ricerca linguistica anti-narrativa che approda a quattro libri pubblicati da Bompiani: l’ultimo “Credo in un solo oblio” ha vinto nel 2008 il Premio Feronia. Flavia e Antonio, partecipano a importanti festival come quello del Cinema di Venezia e ricevono numerosi premi tra cui il Premio Alinovi 2008 per l’arte interdisciplinare. Tra i loro ultimi spettacoli ricordiamo “7-14-21-28”, che analizza il rapporto numerico tra l’uomo e lo spazio. “Nel nostro lavoro condividiamo una mania ludica, che risolviamo con la massima serietà” – racconta Flavia – “Abbiamo due fantasie opposte supportate da due vite diverse. Nella nostra creatività, attingiamo a molte fonti, forme, ritmi e problematiche, tutte riconducibili all’essere umano. Rincorriamo le emozioni, cerchiamo lo stupore, mostriamo noi stessi. Tutti gli uomini si somigliano, è una questione di razza, parliamo un linguaggio comprensibile“. Antonio aggiunge come il loro impegno sia orientato verso lo “sviluppo di un’avversione profonda alla gerarchia e al comando. L’originalità di ciò che realizziamo sta nel fatto che non esprimiamo alcun messaggio se non l’ossessione come unica possibilità di riscatto dell’essere umano“. Soprattutto, rimarca Flavia “crediamo di dare un’alternativa estetica con la parola e con la forma“. I due artisti, che hanno realizzato per Rai 3 il programma Troppolitani, dicono di essere attratti soprattutto dalla gentilezza. “Collaboriamo con chi dimostra libertà di azione. Siamo attivi dal secolo scorso e vediamo la decadenza di questo. Siamo involontariamente all’antica”.
Ph. Stefania Saltarelli, Flavia Mastrella