Premio Internazionale Massenzio Arte – XVI Edizione

Giovedě 8 Novembre p.v. alle ore 17.00 s’inaugura a Roma, presso la sede dell’ISA Istituto Superiore Antincendi (via del Commercio, 13) la mostra dei finalisti della XVI edizione del Premio Internazionale Massenzio Arte, con il patrocinio del  Municipio Roma XI – Assessorato Politiche Culturali.

Tredici sono gli artisti prescelti dalla Giuria che nel corso della durata dell’evento lavorerŕ ad un’ulteriore selezione che decreterŕ i vincitori del Premio.

I concorrenti esprimono i linguaggi artistici piů vari e costituiscono un campione esaustivo rispetto ai modi visuali ed ai linguaggi che interpretano e raccontano la contemporaneitŕ.

Il Premio Massenzio Arte, promosso e curato dall’omonima Associazione Culturale che vanta una lunga esperienza nella realizzazione di manifestazioni di grande rilievo, propone da 16 anni un’opera di valorizzazione rispetto al lavoro di artisti italiani ed internazionali.

Il suo fine č quello di proporsi come osservatorio di realtŕ emergenti e non solo, stimolando il dialogo e l’interazione tra gli artisti e gli addetti ai lavori, focalizzando l’attenzione su quei messaggi e quegli interpreti capaci di creare impatto emotivo, realizzando cosě un’interconnessione efficace tra mondo dell’arte e mondo della comunicazione.

La giuria dell’edizione in corso ha visto impegnati nomi importanti del mondo dell’arte come  Ennio Calabria, Massimo Locci, Anna Romanello, Maria Francesca Giambi, Alessandro D’Ercole, Carlo Lorenzetti, Maurizio Chelucci e Carlo Magnelli Silvestre.

Sede espositiva e cornice di eccellenza dell’evento č l’Istituto Superiore Antincendi di via del Commercio 13, che ancora una volta affianca alla sua attivitŕ istituzionale di Scuola dei Vigili del Fuoco un percorso culturale di disponibilitŕ e dialogo con la cittŕ, aprendo i suoi suggestivi spazi all’arte e ai suoi linguaggi.

. La selezione delle opere esposte verrŕ raccolta e valorizzata in un catalogo che verrŕ diffuso

presso gallerie ed addetti del settore oltre che distribuito gratuitamente, durante i giorni di

mostra, alla stampa ed a tutti i visitatori interessati.

Artisti Finalisti XVI Premio Massenzio

Alessandra Bilotta, Alessio Brugnoli, Roberta Cavagnoli, Cinzia Colantoni, Carlo D’Orta, Cristina Fornarelli, Laura Gaddi, Maurizio Giarnetti, Luca Ibisco, Massimo Onnis, Mario Rossi, Patrizia Rulli, Antonio Scarduzio

XVI Premio Internazionale Massenzio Arte 8/17 novembre 2012

Vernissage: giovedě 8 novembre 2012, ore 17.00

Sede :  Istituto Superiore Antincendi,  Roma, via del Commercio, 13

Orari : tutti i giorni (no festivi) ore 16.00-19.00 ingresso libero

Collegamenti: metro B: fermata Piramide -bus 23 o 271 o 769 (su via Ostiense)

Cura: Associazione Culturale Massenzio Arte – www.massenzioarte.it

tel. 06.83086162-3289232342

Organizzazione-Ufficio Stampa: Massenzio Arte, con la collaborazione di M.Th.I. (Music Theatre International)

L’iride di Alessandro Crapanzano

 L’iride di Alessandro Crapanzano

 (stampa alla gomma bicromata)

 Mostra a cura di Togaci

progetto comunicativo

  Lié Larousse

Frammenti di vita. Sorrisi che si spostano in transito scortati da attimi di trasparente gioia e risolutezza, primitivi istinti colti dall’occhio dell’artista Alessandro Crapanzano.

Questa č la strada intrapresa dal fotografo, studio derivato dalla necessitŕ di ricercare ed elaborare nuove forme d’arte fotografica , impalpabile analisi dell’essere e dell’esistere, un’intensa indagine sull’uomo che da sempre , mosso da forze innate, popola la terra. Attraverso la sua opera fotografica, ingloba tutte le sue conoscenze passate, per rovesciarle in un unico progetto di lavoro, con una nuova consapevolezza artistica, riuscendo con grande concretezza e pura onestŕ a ristabilire con la tecnica antica della Gomma Bicromatata il giusto equilibrio tra arte fotografica e arte pittorica. Egli č un artigiano della pellicola, che si scarna delle conoscenze imposte e si  veste di quell’istinto primitivo, che libera la mente dai dogma e ridona melodia ai pensieri, scoprendo l’anima dei protagonisti scelti dall’obiettivo, abbagliandone l’essenza celata in ogni figura ritratta. In una cornice di aria  e luce , tra scorci di cielo e raffiche di vento , Alessandro Crapanzano prende per mano ogni passante, cosě che, passeggiare con lui ,con  il suo  sguardo sul mondo, equivale a sfogliare le emozioni catalogate in ognuno di noi, restando fermi. Nell’ osservare le sue opere č forte il richiamo ad una  silenziosa ed ammirevole attenzione. Pertanto, nascosto in quel fermo transito di vita, che si lascia aggraziata scrutare, scovata nell’ attimo, nell’ istante in cui il fiato si ferma e rimpolpa lo sguardo,  l’accortezza della sua ricerca, l’affanno della minuziositŕ dell’essere, la disperazione della sua fine č presente in tutta la sua arborea opera.

Alessandro Crapanzano rappresenta artisticamente con la sua opera fotografica quest’epoca di straordinaria e continua evoluzione, rendendoci complici e partecipi della sua innata creativitŕ.

Tecnica di stampa alla GOMMA BICROMATA

I principi su cui si basa questo tipo di stampa risalgono al 1855,  e si fondano sulle acquisizioni del chimico francese Alphonse Louis Poitevin.

Il processo vero e proprio, messo a punto intorno al 1856, dall’inglese John Pouncy, resta praticamente inutilizzato fino alla fine del 1800, quando č  ripreso da Alfed Maskell e da Robert Demancy  che lo chiamano ACQUATINTA, per il colore assunto dall’acqua di spoglio.

I componenti principali sono: la gomma arabica (ricavata dalla resina dell’acacia), e il bicromato di potassio, piů un pigmento, aggiunto per colorare l’emulsione.

Con questi composti viene prodotta un’emulsione sensibile alla luce, che viene stesa sulla carta, successivamente viene appoggiato sulla stessa, un negativo a grandezza reale dell’immagine che vogliamo riprodurre quindi si illumina il tutto con una lampada. Infine, tolto il negativo, la tavola viene messo in una vasca piena d’acqua.  Dopo alcuni minuti,  sulla tavola appare l’immagine positiva della foto.

Le immagini non sono mai ritoccate, il  risultato finale e’ determinato solamente dalla tecnica usata.

Con questa tecnica si soddisfa il desiderio di utilizzare mezzi creativi svincolati dallo standard delle stampe di laboratorio.

Nella sua apparente semplicitŕ, la stampa alla Gomma Bicromata richiede pazienza, dominio della tecnica, manualitŕ e creativitŕ.

 

Dal 09/11/2012 al 22/11/2012

HulaHoop Gallery

Via de Magistris,91/93

Roma (pigneto)

ore 19.30

MonDistorti

LocalitĂ : Fabriano
Spazio espositivo: Nuova Galleria delle Arti (ala A)
Indirizzo: Via Vincenzo Gioberti
Periodo: 11- 25 novembre
Orario: 17.00/20.00 venerdì/domenica
Titolo: MonDistorti
Artisti: Alessandro Gozzuti
Organizzazione: InArte Fabriano
Curatore: Giuseppe Salerno
Patrocini: Comune di Fabriano
Inaugurazione: 11 novembre ore 16.00

Da sempre la cornice, contenitore destinato a conferire con la sua preziosità dignità all’opera, circoscrive una produzione artistica svincolandola dalla realtà circostante. Tale va considerata la rilegatura per il libro, la sala per il concerto, il teatro per lo spettacolo. Analogamente anche le opere pittoriche, votate per secoli a celebrare papi, regnanti ed uomini di potere, mai avrebbero potuto prescindere dalla ricchezza di una cornice. Funzione questa originariamente tesa ad esaltarne il contenuto e, successivamente, a rimarcarne il valore economico.

Non più condizionata da una committenza, l’arte visiva degli ultimi decenni rifugge da qual si voglia costrizione e la cornice per il quadro è vissuta quale elemento estraneo da cui prendere le distanze.

Da questa condizione del nuovo millennio si distacca Alessandro Gozzuti, artista il quale da vita ai suoi mondi distorti proprio nell’area circoscritta dalle speciali cornici di cui si avvale

Si tratta in questo caso di cornici/oggetto, generatrici esse stesse delle distorsioni che l’artista ci propone, e quindi parte integrante di opere che, travalicata la dimensione pittorica, guadagnano un posto nel mondo delle cose.

Con queste pitture/scultoree Gozzuti pone attenzione alle visioni alterate offerte dalle tante superfici riflettenti nelle quali quotidianamente ci imbattiamo. I retrovisori delle auto, gli specchi parabolici agli angoli delle strade, gli oblò delle navi sono per lui lo spunto per una ricerca pittorica che, da punti di osservazione non convenzionali, produce rappresentazioni insolite di un mondo nel quale ci riconosciamo a fatica.

In altri lavori, nei quali sono le cornici prodotte dall’artista a conformarsi agli andamenti di strade e paesaggi, sono numerosi, fatte le debite distanze, i possibili rimandi a momenti alti dell’arte espressi da certe opere futuriste o dagli “orologi molli” di Dalì.

Un mondo di distorsioni totali quello di Gozzuti che, al di là di ogni considerazione sulla indiscussa capacità realizzativa, ci appare metafora di quella realtà altrettanto distorta che ogni giorno è nelle rappresentazioni di pagine di giornali e schermate televisive e nella quale non ci riconosciamo più.

Giuseppe Salerno

Siamo tutti in negativo

LocalitĂ : Fabriano
Spazio espositivo: Nuova Galleria delle Arti (ala B)
Indirizzo: Via Vincenzo Gioberti
Periodo: 11- 25 novembre
Orario: 17.00/20.00 venerdì/domenica (altri giorni su appuntamento)
Titolo: Siamo tutti in negativo
Artisti: Massimo Melchiorri
Organizzazione: InArte Fabriano
Curatore: Giuseppe Salerno
Patrocini: Comune di Fabriano
Inaugurazione: 11 novembre ore 16.00

Si sconsiglia la visione ad un pubblico non dotato di smart-phone

Tanto che abbia voluto riprodurre il mondo reale, tanto che abbia inteso comunicare pensieri ed emozioni, l’uomo nei secoli si è avvalso degli strumenti che il tempo metteva a sua disposizione.

In ragione di ciò, all’arte, manifestazione alta del comunicare, va riconosciuta, in quanto a modalità espressive e contenuti, la migliore rappresentanza d’ogni tempo e luogo.

Le attenzioni, le conoscenze e le disponibilità, ambiti che circoscrivono culturalmente le società, sono costrizioni per l’artista la cui produzione sempre è stata, e a maggior ragione oggi, il luogo dell’irrisolvibile conflitto tra il confine ed il suo superamento.

Un’arte, in particolar modo quella dell’ultimo secolo, che non si fa scrupolo, alla ricerca di orizzonti più vasti, di stravolgere la tecnica né tantomeno di stressare la materia.

Impadronendosi degli strumenti del contemporaneo l’artista conduce su di essi e con essi indagini generatrici di messaggi in grado di sorprendere collettività disattente e posizionate sempre almeno un passo indietro.

Specchio “anticipatorio” del mondo, la storia dell’arte è una storia dell’umanità coralmente raccontata, nel mentre che accade, da sensibilità speciali a null’altro finalizzate se non ad un insopprimibile bisogno di dare lettura critica al tempo.

E così, per il tramite degli strumenti di cui si appropria, l’arte è la prima a parlarci di una società in trasformazione a ragione delle tecnologie che essa stessa genera.

Prese di possesso, quelle dell’artista, che danno luogo ad utilizzi disinvolti e talvolta spregiudicati, capaci di offrire “visioni contemporanee” ad un sentire straordinariamente parallelo nello spirito a quello dello scienziato che dei nuovi strumenti è artefice.

In questo divenire da oltre un secolo il concetto di arte ha dimenticato la centralità della componente tecnica per dare crescente copertura all’aspetto immateriale, al libero vagare del pensiero, e porre attenzione alla significanza dell’opera in rapporto al tempo e al luogo.

Massimo Melchiorri, rappresentante esemplare del nostro tempo, si rivolge con questi suoi lavori ad una società in simbiosi con l’iPhone.

Ribaltando quanto abbiamo sostenuto faccia normalmente l’arte, Melchiorri non si appropria del nuovo mezzo ma si pone dalla parte di quel pubblico la cui visione d’ogni cosa sembra dover essere sempre più mediata proprio da quello strumento.

Produce pertanto immagini pittoriche al negativo preoccupato di offrire visioni che, questa volta attraverso un uso “intelligente” del mezzo, riconducano inequivocabilmente l’osservatore a quella realtà con la quale si va sempre più perdendo il rapporto diretto.

Attraverso l’uso del telefonino le immagini pittoriche riconquistano i colori della realtà e, come per magia, noi spettatori siamo tutti in negativo.

Giuseppe Salerno

Ri-cicli, bici d’autore

LocalitĂ : Fabriano
Spazio: Pinacoteca B. Molajoli
Indirizzo: complesso del Buon GesĂą, Fabriano
Periodo: 27 ottobre – 11 novembre
Orario: 10.00/13.00 – 16.00/19.00
Titolo: Ri-cicli, bici d’autore
Artista: Roberta Amurri, Alessandra Barocci, Pietra Barrasso, Vanda Bettozzi, Nello Bocci, Pino Canali, Luigi Cioli, Mariagrazia Dardanelli, Luigi Ferretti, Lucilla Frangini Ballerini, Stefano Frasca-Vergerio, Laura Gaddi, Alessandro Gozzuti, Velia Iannotta, Benedetta Jandolo, Emiliano Juri Paolini, Angelo Larocca, Monica Lasconi, Lughia, Fabrizio Maffei, Paolo Malfanti, Daniela Martinis, Anna Massinissa, Massimo Melchiorri, Francesco Nolli & Pino Spaziani, Sara Palleria, Rosella Passeri, Marcello Paternesi Meloni, Achille Quadrini, Corinna Ricci, Rossella Ricci, Paolo Rinaldi, Romano Ronchi, Rodolfo Roschini, Simone Salimbeni, Simona Salvuccelli Ranchi, Eugenio Sgaravatti, Marijcke Van Der Maden, Sabrina Ventrella
Curatore: Giuseppe Salerno
Organizzazione: InArte
Patrocini: CittĂ  di Fabriano

Inaugurazione: sabato 27 ottobre ore 17.30

Un oggetto, tanto più quando si trova ad aver accompagnato per un lungo tratto il cammino dell’umanità, difficilmente lo si può considerare semplicemente un oggetto.

Molte creazioni dell’uomo, anche quelle più semplici nate per soddisfare esigenze elementari, si sono arricchite, nel corso dei secoli, di implicazioni che hanno ampliato l’immaginario che le accompagna.

Oggetti del quotidiano assurgono così ad altro offrendo spunto per riflessioni che, travalicando la cosa in sé e la sua funzionalità, rafforzano memorie affioranti e invadono nuovi orizzonti.

Con queste considerazioni da tempo invito gli artisti a produrre opere che ispirate ad oggetti speciali hanno il potere esse stesse di evocare, come è proprio dell’arte, suggestioni a catena.

Una sfida sempre raccolta con entusiasmo da un gran numero di pittori, scultori, fotografi ma anche poeti e musicisti i quali, prescindendo dalle modalità espressive abituali, hanno animato rassegne rivelatesi occasioni preziose di confronto e di scambio tra gli artisti stessi, nonché di avvicinamento per un pubblico nuovo, richiamato da opere insolite e intriganti.

Dopo “La Tele-Visione”, “Il Telefono”, “L’Arte seduta”, “L’Attaccapanni”, “Artisti con Bagaglio al seguito” e “Il Mese degli Spaventapasseri”, “Ri-Cicli, Bici d’Autore” è la raccolta di lavori d’artista dedicati alla “bicicletta”.

Nate per agevolare gli spostamenti, le due ruote sono emblematiche di un procedere in equilibrio che, affidato alla sola forza fisica, ci consente di fissare traguardi ambiziosi ma sempre alla portata dei nostri muscoli. Un procedere cosciente del limite che porta l’uomo del terzo millennio a riscoprire un quotidiano nel quale apprezzare la dimensione locale e maturare scelte diverse, in sintonia con quella natura dalla quale da tempo abbiamo preso le distanze.

L’universo “bicicletta”, metafora di equilibri ed ecologie della mente, viene variamente rivisitato da artisti che, investendo lo spazio di forme e pensieri colorati, producono opere talvolta nate dal riciclo della materia ma tutte sempre tese al riciclaggio delle coscienze.

Una mostra d’arte questa che si realizza a Fabriano, sede del Museo degli Antichi Mestieri in Bicicletta, realtà unica dove cento biciclette con i loro originari allestimenti documentano una società della prima metà del XX secolo nella quale il pedalare lento accompagnava lo scorrere delle ore.
Giuseppe Salerno

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