Premio Skharov per la Libertà di Pensiero 2012

L’Ufficio d’Informazione del Parlamento Europeo in Italia comunica che, lunedì 29 ottobre, si terranno a Roma due iniziative nell’ambito del progetto Identità e consapevolezza, con lo scopo di stimolare il dibattito sul ruolo dei media come strumento di sviluppo della libertà di espressione.

Il progetto, organizzato dal Parlamento Europeo in Italia e dall’Associazione culturale Prospettive Mediterranee, si inserisce nel quadro delle iniziative collegate all’assegnazione del Premio Sacharov del Parlamento europeo, che celebra ogni anno l’impegno di personalità o di gruppi di personalità che si sono distinti nella difesa dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

L’iniziativa Identità e consapevolezza si articola in due appuntamenti.

Il 29 ottobre, dalle ore 9:30 alle 12:30, si terrà una tavola rotonda sul tema Il Parlamento Europeo promotore della libertà di espressione oltre i confini dell’Unione Europea, a cui prenderanno parte Antonello Biagini, Prorettore per la Cooperazione e Rapporti Internazionali della Sapienza – Università di Roma; Mario Morcellini, Direttore Dipartimento Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza – Università di Roma; Vincenzo Buonomo, Decano e Ordinario di Diritto internazionale e di organizzazione internazionale, Facoltà di diritto civile, Pontificia Università Lateranense; Maurizio Massari, Inviato Speciale del MAE per i Paesi del Mediterraneo e le primavere arabe; Elisa Greco, Delegato Nazionale Cultura FERPi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana). Modera: Enrico Molinaro, Presidente dell’associazione Prospettive Mediterranee. Roberta Angelilli, Vicepresidente del Parlamento Europeo, sarà presente con un videomessaggio.

L’incontro, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza di Roma, si svolgerà presso la Sala delle Bandiere dell’Ufficio d’Informazione del Parlamento Europeo, in Via IV Novembre 149, a Roma.

Lo stesso giorno, alle ore 20:00, andrà in scena al Teatro Vascello lo spettacolo Infinito futuro, reinterpretazione teatrale del romanzo 1894 di George Orwell, scritto e diretto da Antonio Sanna. “Lo spettacolo parla di oggi, dei nostri pensieri personali e collettivi e del nostro modo di essere, dei meccanismi psicologici e sociali nei quali viviamo” ha spiegato Sanna.

L’iniziativa è patrocinata da Ferpi, Centro Italiano dell’ITI, Università La Sapienza di Roma e sostenuta dalla Cassa di Risparmio di Civitavecchia. Si ringraziano per la collaborazione il Teatro Vascello, l’associazione Music Theatre International –MThI, l’associazione InSoci Sud & Nord.

Per prenotazioni:

Parlamento europeo, Ufficio d’Informazione in Italia

Tel. 06 699501 Fax 06 69950200

laura.caterini@europarl.europa.eu

Togaci presenta :Pelin Santilli

“Interrogata ben bene la nostra coscienza, abbiamo deciso di divorarti a causa della tua disobbedienza”
 

Performance di Chérie Roi in Le Baptème Des Vices

PELIN SANTILLI e la sua personale visione ironica grottesca del mondo.

Attraverso le immagini racconta scene gore estreme con una sana vena di ironia, racconta di quella grottesca e totale assenza di comunicazione e del disagio contemporaneo, di quelle cicatrici che ogni uno porta dentro di se, e fatica a vivere con il proprio caos, quest’ultimo inteso come cambiamento e trasformazione – contro.

PELIN SANTILLI è forse uno dei più interessanti artisti della scena “underground”.

Pelin miscela in modo sapiente due essenze contrapposte dell’erotismo che racconta.

La bellezza che suscita desiderio e l’inquietudine del decadente.

Suggerendo che a volte, e per alcuni, c’è inquietudine nella bellezza e desiderio nel decadente. Per costoro che compiono tale scelta estrema di campo, i passi sono tracciati dalle orme ai bordi di una voragine tra la lucidità e la follia, e non più solo tra la realtà e il sogno ma tra il sogno e l’incubo, sfidando il pubblico all’esplorazione del proprio ignoto, e del malessere del nostro tempo.

Questa scelta di campo caratterizza l’artista che la compie ponendolo “in solitudine” su uno dei vertici di quel triangolo ideale che viaggia dal presente al futuro. Tale vertice, volto verso il futuro, in parte si trova già in esso, e trascina dietro di sè la sua ignara base, popolata dai più numerosi contemporanei che vivono e giudicano il loro presente. Li trascina in una qualche, ignota, direzione evolutiva dell’arte e della società. Se la direzione sarà giusta o sbagliata, se sarà evoluzione o involuzione, sarà compreso altrove sulla linea della storia dell’arte e della società.

Le opere di Pelin si amano o si odiano. Non vi sono mezze misure. L’artista denuncia le storture di una società sempre più passiva dinnanzi agli orrori del mondo .

Nelle sue opere Pellin, seziona, smembra, trasfigura il soggetto che riproduce rappresentandolo come un demone, o in un animale in autoreggenti, o in una nazista con svastiche sul reggiseno, inserendo tali soggetti in scenari erotici ricchi di simbologie che sembrano suggerite visioni o allucinazioni meditate. Con esse racconta attraverso forme e figure stilizzate un contrasto che, in quanto tale, crea movimento ed energia nella sua grafica , che lo spettatore percepisce, in un senso o nel suo opposto.

Pellin padroneggia uno stile, personale e riconoscibile, fuori dalle convenzioni e dalle aspettative, certificando che la sua ricerca è continua e sostenuta dalla sua dedizione alla sua arte e alla sua originale e personale visione dei temi che tratta. Pelin miscela tecniche e stili tipici della letteratura Pulp ma riesce a farlo in modo atipico, elabora e implementa linee dei fumetti con sfumature di colore tipiche dei tatoo, usando colori spesso saturi in contrapposizione a quanto ci si aspetterebbe da una visione onirica, che molti ricercatori ritengono sia monocromatica.

Le ambientazioni vintage e il look burlesque svelano dell’artista il suo gusto per uno stile estetico retrò, una dimensione che pare essere un rifugio entro la quale i suoi personaggi dipinti, condividono leggi fisiche e paesaggi di un mondo parallelo immaginario ma nello stesso tempo metafora grottesca dei nostri paesaggi reali.

http://pelinstory.wordpress.com/tag/pelin-santilli/

Nausicaà Martino in arte Chérie Roi
 


PERFORMER

Quando il dolore è matrimonio di arte e vita.

Il corpo come supporto da oltrepassare, non più tramite mimetico della rappresentazione, ma opera d’arte nel suo divenire, nella sua essenza più profonda.

Nausicaa è una creatura senza luogo ne tempo, è un essere che si espone in prima persona alla ritualità dell’esistenza solcandola ed accarezzandone gli abissi. Analizza la vita, i ricordi, le esperienze, i sentimenti, mettendoli a nudo e ponendosi come vittima e carnefice degli stessi.

Nausicaà è gesto.

Dal 26/10/2012 al 08/11/2012
Hulahoop gallery
Via de Magistris,91/93
Roma (pigneto)
Apericena ore 19.30

I Nobraino all’Atlantico Live per l’ultima data del tour

19 ottobre – Atlantico Live – via dell\’Oceano Atlantico 271d – Roma
Apertura porte 20:30
Per info prevendite www.marteticket.it
Il 19 ottobre i Nobraino tornano a Roma per chiudere il tour 2012 partito il 9 marzo dalla stessa città. Si esibiranno all’Atlantico Live, in occasione dei MArteAwards, evento multi artistico che mette insieme musica, pittura, teatro, danza, cinema e tanto altro.
NOBRAINO
Conosciuti per i live adrenalinici e fuori dagli schemi, i Nobraino sommano a una sana dose di fisicità che il palcoscenico fa fatica a contenere, un’uguale quantità di cinico rock d’autore. Deformazioni sarcastiche inscatolate in una sghemba lirica contemporanea sono il loro marchio di fabbrica. Con l’uscita di “No Usa! No UK!” nell’Aprile del 2010, grazie anche a un fitto passaparola e ai tanti concerti, i quattro si sono guadagnati il titolo di band rivelazione del panorama indipendente italiano.
La band, un classico quartetto rock, ha da quest’anno promosso il proprio trombettista turnista al grado di “Aspirante Nobraino”. Quest’ultimo infatti, dopo diversi mesi di collaborazione, ha espresso il desiderio di entrare a far parte del gruppo il quale, approvata la richiesta ha avviato l’iter che nel giro di qualche anno dovrebbe portare il trombettista a diventare un Nobraino a tutti gli effetti. Insomma al momento quattro di nome ma cinque di fatto, l’ennesima anomalia nella storia di questa formazione.
La storia discografica dei Nobraino conta quattro dischi. Il 2006 è l’anno del primo album ufficiale “The best of Nobraino”, nel 2007 un live di pezzi inediti “Live al Vidia Club”, nel 2008 l’incontro con MArteLive che li porterà a firmare, nello stesso anno, un contratto di management e produzione discografica con l’allora neonata etichetta MArteLabel. Da qui nel 2010 l’uscita dell’album “No USA! No UK! Nobraino”, con la direzione artistica di Giorgio Canali. Nel marzo 2012 esce il “ Disco d’Oro” prodotto nuovamente da MArteLabel e registrato con Manuele “MaxStirner” Fusaroli. Negli anni i Nobraino hanno accumulato premi importanti come il DemoRai, il Sele D’oro, e tanti successi culminati con le apparizioni televisive nel salotto televisivo di Serena Dandini Parla con me su Rai Tre. Nel 2010 il brano L’onesta monarchia di Luigi Filippo viene incluso nella compilation della “Leva cantautorale degli anni Zero”.
Nel settembre 2011 si sono aggiudicati al Supersound di Faenza il premio speciale MEI “Miglior Tour dell’anno”, insieme al Premio XL La Repubblica “Nuova Musica Italiana”.
Nel novembre 2011 i Nobraino si sono esibiti al Teatro Ariston di Sanremo ospiti del Premio Tenco 2011.
I Nobraino si sono esibiti sul palco del Concertone del Primo Maggio.

Washi. La via tradizionale

WASHI. La via tradizionale

a cura di Marco Meccarelli
STUDIO CAMERA21 Via dei Gracchi, 58 Roma
3 ottobre – 24 ottobre 2012  dal martedì al sabato 16.00-20.00

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Nell’ambito del Circuito di FOTOGRAFIA Festival Internazionale di Roma 2012, la galleria Studio Camera21 presenta la mostra fotografica di KARMEN CORAK, “WASHI.La via tradizionale” a cura di Marco Meccarelli, con il patrocinio dell’Istituto Giapponese di Cultura. Il progetto espositivo prevede una selezione di circa 30 immagini in b/n scattate in Giappone, a Echizen, stampate nel laboratorio di Davide Di Gianni su carta giapponese Kurotani washi, realizzata da Hayashi Shinji. Per XI edizione di FOTOGRAFIA 2012, il cui tema è il Lavoro, la carta washi da supporto diventa anche protagonista del racconto. Nelle immagini di Karmen Corak, affermata restauratrice di opere d’arte su carta, riaffiora la forza di quel patrimonio culturale, legato alle attività artigianali della manifattura della carta, che riunisce differenti artigiani, attraverso l’operosità di più mani, grazie alle quali si realizzano i fogli di carta. Il progetto in questione è inteso come il recupero di una via tradizionale, perché non è limitato alla semplice funzione del produrre o del documentare, ma contiene un significato più profondo, che impone una digressione sulla vita culturale e spirituale dei giapponesi. La Corak coglie l’isolamento, la solitudine, tra le montagne e lungo un fiume, alla ricerca del mondo della tradizione, ritraendo l’atmosfera nelle cartiere a conduzione familiare. I cartai con il gravoso lavoro delle loro braccia custodiscono un intero mestiere di un’antica cultura, mentre la grazia sommessa traspare in ogni gesto delle mani femminili che nell’acqua gelida rimuovono le impurità dalle fibre di gelso: un sincero ma anche impegnativo inno al vivere semplice e in sintonia con la natura. È per questo motivo che durante la mostra verrà proiettato anche un video sonoro, un documento molto raro, realizzato dall’artista Rodolfo Fiorenza. La rappresentazione del chiritori, il lavaggio con la rimozione manuale delle impurità tra le fibre, accompagnato da canti tradizionali, si porge come atto d’amore verso il lavoro dell’uomo.
Nata in Slovenia nel 1959, Karmen Corak, vive e lavora a Roma. Ha studiato Arti Grafiche a Zagabria in Croazia e Conservazione e restauro di opere d’arte su carta, a Roma. Si è specializzata in tecniche di restauro giapponesi frequentando i corsi internazionali dell’ICCROM in Italia, Austria e Giappone. Da 1985 svolge l’attività professionale di restauratore/conservatore di opere su carta e di fotografie. Membro dell’ Institute of Paper Conservation, ha seguito i seminari sulla manifattura e la tintura delle carte orientali, in Inghilterra e in Canada. Nel corso dei numerosi viaggi di studio in Cina e Giappone ha realizzato lavori fotografici sulle tecniche tradizionali della fabbricazione della carta e di opere d’arte. Pubblica articoli e svolge ricerche sull’applicazione dei materiali e sulle tecniche orientali nel restauro dell’arte contemporanea. Nel corso della sua conferenza sulla carta “Washi, arte e conservazione”, tenuta a Roma presso l’Istituto Giapponese di Cultura ha presentato i lavori fotografici eseguiti in Oriente. Nell’ambito del Circuito di FOTOGRAFIA Festival Internazionale di Roma 2011, la galleria Studio Camera21 ha presentato la mostra fotografica di Karmen CORAK, AWARE. Oltre l’apparenza, a cura di Luisa De Marinis. Le sue fotografie sono state pubblicate presso quotidiani e periodici, come la rivista slovena Art Words magazine e sono presenti nelle collezioni private, tra cui il Centro Urasenke di Roma.

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