Metaphisicamen-te di Mauro Sgarbi

a cura di Togaci

… Dal 4 al 19 aprile 2012 in mostra all’Hulahoop Club la personale diMauro Sgarbi. Un viaggio nei mondi surreali dell’artista, tra il fiabesco e la disincantata visione antropomorfica di una natura primordiale. Live painting Lee Sergic con musiche di Daghn.

testo di Camilla Cossu

Primordiale è l’aggettivo che descrive ciò che è indescrivibile. La differenza tra astratto e palpabile è pura elucubrazione, un macchinoso marchingegno umano usato dalla mente come difesa dall’attacco inconscio di forme che esistono senza giustificazione alcuna. Queste sono collettive e personali al tempo stesso e posseggono un valore capace di parlare a chiunque si ponga in ascolto, a chi voglia offrire al proprio sguardo la visione ottimista di un luogo che si ritrova senza fatica, tra brillanti colline e cieli luminescenti. I rami delle creature antropomorfe a cui Lee Sergic dà vita si stagliano verso l’alto, comunicano la volontà di colloquiare con l’infinito e perdersi dentro un panorama gustosamente fiabesco. L’orizzonte possiede la vacuità di una finestra aperta su un mondo parallelo che tutto provoca, fuorchè spavento. Si amplifica la sensazione che esista sempre una nuova creatura ed una nuova creazione fantastica al di là di ogni dettaglio dipinto sulla tela, posto lì a suggerire agli umani di oltrepassare la siepe terrena per recuperare il disincanto ormai perduto. Il ruolo creativo dell’artista sembra quasi coincidere con l’invocazione universale alla creazione della natura, dal tratto volutamente ambiguo ed intriso di speranza pacifica. I panorami definiti dagli strati di colore slittano tra campiture erbose ed abitazioni fuori portata, mentre gli elementi naturali più noti sono generati dall’incontro fra geometrie ludiche.
Nelle opere di Lee Sergic c’è il sapore di una rara ed arcaica tenerezza, vi si legge l’invito a camminare all’interno di scenari mentali che si definiscono per essere a loro riqualificati. Questi sono portatori di simboli di un passato che si vuole fare eterno presente e travalicare il limite del pensiero umano, superare la siepe della “ragione” per confondersi, con serena partecipazione, tra le pieghe dell’essenza delle “cose”.

Artedal 04/04/2012 al 19/04/2012
HulaHoop

VIA DE MAGISTRIS,91/93 – Roma

Orario 20:00 CHIUSO DOMENICA

aperitivo €8.00+tessera annuale

Info +393493191935

STANISLAO DI GIUGNO

E’ tra gli artisti di Valentiny Contemporary, la mostra a Palazzo Valentini che inaugura il 28 marzo

Artista romano, Stanislao Di Giugno si divide tra la capitale e Berlino, dove lavora con la post produzione di immagini, oggetti e suoni che assumono nuove forme e significati inaspettati ed enigmatici. Nelle sue opere l’obiettivo è superare la produzione seriale e di massa della realtà, all’interno delle quali introduce nuovi elementi.
Per questo Di Giugno utilizza diversi media: collage, pittura, assemblaggio e installazione sonora, nella sua costante ricerca del ‘nonsense’. Nelle sue opere la realtà destrutturata assume una nuova connotazione espressiva, etica e interpretativa.

Le sue caratteristiche lo portano a partecipare a diverse mostre tra cui “When in Rome”, collettiva con i principali artisti contemporanei del territorio romano tenutasi a Los Angeles presso l’Istituto di Cultura italiana. “Le opere di ogni artista sono inevitabilmente figlie del tempo in cui sono state prodotte. Ma in ogni secolo ci sono state correnti e lavori omologhi. Il mio obiettivo è quello di mantenere un’autonomia creativa e una non sudditanza economica dal mercato dell’arte tale da permettere un’evoluzione libera e sincera della mia attività”.

Il suo lavoro si contraddistingue per la creazione di ‘cortocircuiti tra forma e contenuto’ perché tende a stravolgere quella logica del senso comune. “Attraverso le mie opere – chiarisce l’artista – indago il tema dell’originalità e dell’autorialità come prerogativa principale. Cerco sempre di mettere in discussione un’idea consolidata e di dialogare con il passato, senza subirne la costrizione. Cerco sempre di essere sorpreso io stesso, in prima persona, dalle possibilità delle mie creazioni. Cerco qualcosa che si scontri anche con il mio gusto. L’irripetibilità e l’eterogeneità sono, per questo, una peculiarità delle mie creazioni”.

La sua è una costante ricerca di una dimensione nuova da attribuire non solo all’opera d’arte ma anche al ruolo dell’artista: “Non mi vengono in mente realtà privilegiate. Ho sempre considerato l’arte un campo aperto e mi piacerebbe come artista poter avere una carta che attesti la mia professione, far parte di un ordine professionale come un commercialista o un medico e avere facilitazioni per accedere in vari ambiti, dalle Università alle biblioteche, ai laboratori di ricerca o altre istituzioni dalle quali un privato cittadino è normalmente escluso”.

IDA GALATI – SUIT OF THE CITY

Ida Galati, 29 anni, di origine calabrese ma romana d’adozione. Psicoterapeuta, con la passione per il canto e la musica. E’ da sempre incline ai rapporti interpersonali, sia in ambito lavorativo, dove si è occupata di orientamento, selezione e formazione del personale, sia nel ramo creativo: ha infatti organizzato eventi musicali e artistici, partecipandovi anche … Leggi tutto “IDA GALATI – SUIT OF THE CITY”

Ida Galati, 29 anni, di origine calabrese ma romana d’adozione. Psicoterapeuta, con la passione per il canto e la musica. E’ da sempre incline ai rapporti interpersonali, sia in ambito lavorativo, dove si è occupata di orientamento, selezione e formazione del personale, sia nel ramo creativo: ha infatti organizzato eventi musicali e artistici, partecipandovi anche in prima persona.

Appassionata di moda e web marketing, cerca di coniugare le due passioni attraverso la realizzazione del suo ultimo progetto-scommessa: a luglio del 2010 fa nascere ufficialmente, grazie al “Fondo per la Creatività” della Provincia di Roma, Suit of the City, un modo di promuovere, sia live che on line, il baratto intelligente, il divertimento sano e le relazioni sociali. Suit of the city è il nuovo portale web che offre a tutti la possibilità di incontrare migliaia di persone interessate a swappare abiti e accessori di qualità, in maniera totalmente gratuita.

Lo swapping, che significa letteralmente “scambiare, barattare”, nasce a New York e rappresenta in America e in Inghilterra l’ultima tendenza in fatto di moda. “Il sistema è doppiamente utile, perchè consente di fare shopping anche quando non si hanno soldi da spendere e di liberarsi di capi sbagliati guadagnando qualcosa di più adatto”. Inoltre agli appassionati viene dato modo di incontrarsi anche dal vivo durante gli swap party organizzati dalla Galati, che rende originali e divertenti gli eventi grazie alla creazione di veri e propri show, con tanto di presentatore, cantante e valletta sui generis.

La forma embrionale di questi raduni è stato il seme dal quale è nata l’idea del progetto: “I miei armadi sembravano voler scoppiare, avrei avuto bisogno di un magazzino. Dopo l’ennesimo alibi col quale mi convincevo a tenere abiti e scarpe (quasi) mai messi, ho finalmente deciso di chiamare le mie amiche ed organizzare un baratto-party a casa mia. Solo dopo ho scoperto che tale usanza era già diffusa all’estero, così ho iniziato a organizzare questi eventi nei locali romani e poi è venuta da sé anche l’idea del portale”.

Il successo di Ida proviene probabilmente dall’attenzione e dall’empatia che manifesta: “Ciò che mi interessa sono i veri desideri delle persone. Sono una psicologa appassionata di web marketing, quindi cerco di leggere, esplorare, capire, per adattare la mia offerta alle volontà collettive. Vorrei che Suit of the city diventasse simbolo di scambio… soprattutto umano”.

www.suitofthecity.it

Mario Tozzi Poesia del silenzio

Giovedì 22 marzo p.v. in via delle Botteghe Oscure 34 alle ore 18.00
La mostra, che si avvale della collaborazione dell?Archivio Mario Tozzi diretto dal prof. Mario Tiezzi, presenta un insieme di opere iconiche, ed emblematiche dell?artista. Nato a Fossombrone vicino Urbino nel 1895 e deceduto a Saint-Jean-du-Gard nel sud della Francia nel 1979, Mario Tozzi ha frequentato l?Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1913 con Morandi e Licini. Dopo la Prima Guerra Mondiale si trasferisce a Parigi nel 1919 e qui espone in vari Salon. Tra gli anni ?20 e ?30 nascono le sue opere maggiori; a Parigi fonda il “Groupe des Sept” con Campigli, de Pisis, Paresce, de Chirico, Savinio, Severini. Di tanto in tanto frequenta il Caffè del Duomo a Montparnasse e fa amicizia con Zadkine, Giacometti, Gonzales, Leonor Fini e Magnelli. Incontra Ozenfant, Jean Lurçat, Max Jacob. Nel 1935 Tozzi continua l?intensa attività artistica; le sue opere vengono acquistate da importanti musei internazionali. Dal governo francese gli viene conferita la “Legion d?Onore”. Nel 1936 si trasferisce a Roma, ove si dedica all?affresco. Espone alla Biennale di Venezia nel 1938 e nel 1942. La salute va peggiorando e l?artista è costretto a diradare sempre più la sua attività produttiva ed espositiva. Nel
1958 espone alla galleria Annunciata di Milano. La mostra è determinante perché indica il momento in cui l?artista si riaffaccia alla ribalta internazionale dopo il lungo periodo di riflessione e di approfondimento che ha contraddistinto gli anni quaranta e cinquanta. In questa occasione
Raffaele Carrieri, che non vedeva l?amico da circa trent?anni scrive: “ Tozzi aveva perfezionato i suoi strumenti. Gli strumenti di Tozzi avevano perfezionato il silenzio di Tozzi”. Nel 1960 si stabilisce nella casa paterna di Suna sul lago Maggiore dove opera attivamente con esposizioni ed una intensa produzione di busti e volti femminili su fondi bianchi.
Agli inizi degli anni ?70 ritorna a Parigi.
a cura di
Palazzetto Art Gallery
in collaborazione con
Archivio Mario Tozzi
Testi di
Achille Bonito Oliva
Vincenzo Mazzarella
Marilena Pasquali
Palazzetto Art Gallery
via delle Botteghe Oscure 34
00186 Roma
Direzione Franco Ruben
Creative director Eros Renzetti
dal martedì al sabato 10.00 -19.00 Lunedì chiuso
www.palazzettoartgallery.com
info@palazzettoartgallery.com

La ville à l’envers Francesca Mariani e Chiara Luzi recoivent Claudia Ottaviani

A cura di Togaci
Progetto Comunicativo Cristina Ricatti
… Dal 23 marzo al 3 aprile al Pigneto il mondo si capovolge: all’Hula Hoop club attecchisce (mette radici) l’installazione site-specific “La ville à l’envers”, fulcro delle doppia personale di Francesca Mariani e Chiara Luzi.
Un piccolo borgo fantastico scende dal soffitto con un cumulo di case ammonticchiate una sull’altra a testa in giù. Non esistono regole in questa città fiabesca, dal design retrò e accattivante, popolata da animali fuori contesto, figurine misteriose, dove il dentro sta fuori, l’interno si fa esterno. Tutto è possibile, la realtà oppressiva della vita quotidiana è risucchiata dai piccoli camini e dalle finestre che la trasformano in musica, parole, pezzi d’arredo stravagante, piccole operette nascoste sui muri di cartone a rivelare l’abilità delle due artiste e la loro tecnica illustrativa.
Opere individuali di Francesca e Chiara completano la loro espressione figurativa in questa mostra dove il tema fiabesco, romantico e surrealista si avvale di un’altra giovane artista, Claudia Ottaviani. Esperta nell’arte del tatuaggio, ha trasferito la sua tecnica pittorica sulla carta, e ammalia lo spettatore con figure malinconiche di principesse aliene e simboli onirici.
Il sogno supera la realtà, vince noia e frustrazione della vita quotidiana: la creatività è pronta a sbocciare con i fiori della rinascita primaverile.

Hula Hoop Club,
via L.F.De Magistris 91/93
Pigneto, Roma
aperitivo ore 20.00

 
ROMA PROVINCIA CREATIVA