ROMANA PETRI – CAVALLO DI FERRO

LA TRADIZIONE PORTOGHESE E QUELLA ITALIANA UNITE IN UN CONNUBIO DI LIBRI, PASSIONE E SCAMBIO CULTURALE

La storia di Cavallo di Ferro editore inizia in Portogallo, dall’incontro tra l’editore portoghese Diogo Madre Deus e la scrittrice Romana Petri. Indissolubilmente legata al legame affettivo che è nato tra i due editori, la sede romana è una costola dell’omonima casa editrice portoghese che vanta un importante catalogo di narrativa straniera. Dal 2005 ad oggi Diogo e Romana, insieme, hanno divulgato la letteratura lusofona in Italia, privilegiando autori di fama internazionale già pubblicati all’estero ma poco conosciuti nel nostro paese, come Miguel Sousa Tavares e José Rodrigues dos Santos. Nel 2010 aderiscono al progetto BEAT, Biblioteca Editori Associati di Tascabili, creato dalla casa editrice Neri Pozza e al quale partecipano alcuni fra i più interessanti editori indipendenti e letterari italiani. Un catalogo che propone prevalentemente traduzioni di romanzi
e racconti di scrittori portoghesi e brasiliani, contraddistingue la proposta di Cavallo di Ferro editore. “Ci siamo incontrati in occasione dell’uscita in Portogallo del romanzo di Romana, “La donna delle Azzorre”, Diogo era l’editore che lo avrebbe pubblicato. Il progetto della casa editrice è nato dopo qualche tempo per costruire qualcosa insieme nel campo per cui abbiamo maggior passione: i libri. E poi è arrivato anche il matrimonio. Due iniziative di successo”. Ma l’unicità della loro realtà sta anche nella lunga esperienza nel settore, ciascuno nel suo paese. “Questo fa di noi una squadra competente su entrambi i fronti perché giochiamo sempre in casa. Quando abbiamo iniziato, eravamo fra i pochi a portare all’estero dal Portogallo e dal Brasile anche autori che venivano considerati non “di punta”. Per noi un libro bello merita cittadinanza ovunque”. Inoltre, nonostante il numero
crescente di pubblicazioni annuali, curano i loro libri sempre con lo stesso amore e con la stessa professionalità, come fosse sempre la prima volta, “qualità che ci viene riconosciuta anche da stampa e pubblico. In tempi di mercati globali e merci uniformi, non è una
cosa da sottovalutare”. Certo, ci siamo presi dei rischi, ma il piacere di fare libri che reputiamo belli supera (quasi) tutto”. L’obiettivo è quello dello “scambio culturale” fra Italia e Portogallo. Spianare un po’ la strada agli autori meritevoli e che difficilmente emergono e, allo stesso tempo, iniziare a pensare al digitale e agli e-books.
www.cavallodiferro.it
www.cavalodeferro.com

SALVATORE IACONESI E ORIANA PERSICO – REFF

Reinventano la realtà in modo libero e autonomo attraverso un’opera di net art in continua mutazione

Due personalità unite dalla passione per l’informatica, la Rete e le nuove tecnologie quelle di Salvatore Iaconesi e Oriana Persico. Ingegnere elettronico, hacker e artista, il primo; appassionata lettrice laureata in Scienze della Comunicazione, blogger e diarista, la seconda. La loro attività si snoda tra arte, comunicazione, politica e critica economica. Dall’incontro di interessi simili nasce REFF RomaEuropa Fake Factory, la piattaforma di dibattito globale nonché azione di hacking artistico e tecnologico, performance e opera di net art che affronta temi quali l’innovazione attiva, critica e creativa, cercando il confronto con le politiche culturali e tecnologiche. La prima apparizione risale al 2009, in occasione del lancio di un concorso internazionale di remix metodologico del reale. Da allora REFF ha ottenuto importanti riconoscimenti istituzionali. L’attività di Salvatore e Oriana, attraverso REFF, è volta a creare politiche reali per l’arte, la creatività, la libertà di espressione. “Definire la realtà è un atto di potere. Essere capaci di reinventare il reale è un atto di libertà. Dalla sua nascita, REFF opera utilizzando fake, remix, reinvenzione, ricontestualizzazione, plagiarismo, reenactment come strumenti per la sistematica reinvenzione del reale promuovendo, a livello globale, la disseminazione e la riappropriazione di tutte quelle tecnologie, pratiche e teoriche, che possono essere usate per reinventare in modo libero e autonomo la realtà”. Ciò che mettono in atto tramite la loro piattaforma è una networked performance in continua mutazione. “Tutti i partecipanti all’iniziativa (le centinaia di persone che a vario titolo hanno preso parte alla performance) hanno rappresentato in maniera eccezionale, in vari istanti e in modi differenti, il desiderio di determinare nuove realtà, di poter utilizzare tecnologie, reti, relazioni, dimensioni più umane e sostenibili e di trasformare la vita in una performance, in cui è possibile utilizzare tutti questi strumenti per dar forma a realtà differenti”. L’originalità di questo lavoro sta nell’aver realizzato una vera opera d’arte di rete, il cui scopo è la creazione di uno spazio di espressione “unito all’idea di poter creare ‘realtà’ a partire dal ‘falso’. La moltiplicazione e fluidificazione del reale e delle possibilità di espressione diventa dirompente grazie alle tecnologie, e invade tutta la società”. Nel portare avanti questa creazione Salvatore e Oriana si pongono sulla linea ereditaria di Dada, del Surrealismo, delle Arti Concettuali e delle Arti Interattive.
www.romaeuropa.org

CARLO INFANTE – URBAN EXPERIENCE

Un’incubatrice di nuovi talenti e di nuove imprese creative che fa interagire reti e territorio

Giornalista, esperto di teatro, nuovi media e tecnologie per l’apprendimento, Carlo Infante dà vita all’idea di Performing Media, in cui si innesca il progetto Urban Experience nato dalla necessità di porre in una relazione più efficace l’azione individuale nello spazio pubblico attraverso le potenzialità performative dei nuovi media mobili e interattivi. Per attuare tutto ciò si devono creare dei format capaci di accogliere le informazioni ricavate dai comportamenti attivi di tutti coloro che si trovano, temporaneamente e non, a vivere un territorio. I dati emozionali e culturali ottenuti vengono trasformati in informazioni secondo il concetto della ‘moltitudine partecipante’. L’interazione tra reti e territorio porta alla creazione di eventi e all’invenzione di un nuovo spazio pubblico, sulla scia dei movimenti come Fluxus. Carlo Infante pone la sua attenzione sulla reinvenzione dello spazio pubblico tra web e territorio, coniugando nel suo Performing Media le poetiche e le politiche delle reti. I suoi studi partono dall’analisi delle interazioni tra performance e nuovi media. “Mi sono trovato a produrre eventi radioguidati, happening che usavano il segnale radiofonico per il coinvolgimento emozionale di spettatori protagonisti di esplorazioni, come nel cantiere della Rocca Albornoz di Narni nel 1988”. Questa fu l’esperienza apripista di ciò che oggi si sta sviluppando nell’Urban Experience. Come spiega Infante, “Performing Media coniuga le poetiche e le politiche delle reti, intese come estensioni di una creatività sociale che sperimenta e attua la Società dell’Informazione, attraverso l’invenzione di nuovo spazio pubblico, esplicitando le potenzialità di auto-organizzazione del social network per progetti ludico-partecipativi, secondo la linea d’iniziativa dell’Urban Experience”. L’obiettivo da raggiungere è la cultura dell’innovazione, qualcosa che possa interrompere lo stallo in cui oggi si trova l’Italia, creare quindi un ambiente nel quale “i nuovi talenti possano sviluppare le loro intuizioni che spesso abbracciano sia l’aspetto strettamente scientifico e tecnologico sia quello culturale e artistico. Si tratta di promuovere cantieri permanenti di produzione creativa, capaci di avviare prototipi e svolgere la funzione di incubatori di giovani imprese creative”.
www.performingmedia.org

FAUSTA ORECCHIO – ORECCHIO ACERBO

UNA MEDICINA CONTRO LA MANCANZA D’IMMAGINAZIONE, PER CURARE IL BAMBINO CHE È IN OGNUNO DI NOI

Il libro come medicina contro la mancanza di immaginazione e la banalità della vita consumistica, è questo che Fausta Orecchio si propone di fare da quando nel 2001 ha
fondato orecchio acerbo, la casa editrice che si occupa di titoli per ragazzi, o per adulti che hanno conservato la loro dimensione fanciullesca. Orecchio acerbo prende spunto da un racconto di Gianni Rodari, il cui protagonista incontra un anziano che ha mantenuto solo un orecchio giovane, acerbo appunto, cosa che gli permette di ascoltare le voci dei bambini, degli animali e delle piante che gli adulti non sono più in grado di sentire. Questa è la missione che Fausta Orecchio si propone: ascoltare i lettori e considerarli esseri pensanti e non consumatori, andando incontro ai loro gusti, alle loro preferenze e necessità. La particolarità che Fausta propone tramite orecchio acerbo, è presentare i libri come delle vere e proprie medicine il cui consumo non ha controindicazioni. All’interno di ogni libro è
inserito un vero e proprio bugiardino, un foglietto illustrativo da utilizzare per curarsi da “stati di grave bulimia televisiva. Sindrome acuta di insufficienza immaginatoria. Distonia o rimbecillimento da abuso di videogiochi. Irritazioni cellulari da SMS. Coaudiuvante
nel trattamento delle dipendenze da psicofamiliari (anfemammine, erononnine, coccaziine ecc…). Intolleranze alimentate (razziali, politiche, religiose ecc…). Elettroencefalodramma da iperattività. Squilibri emotivi connessi a stress per mancanza di mancanze. Stati apatici da eccesso di conformismo. Danni nel campo visivo. Abbassamento della soglia di solidarietà”. Fausta Orecchio considera il suo lavoro un vero e proprio aiuto alla crescita di
bambini e ragazzi e, tramite la casa editrice, vuole “pubblicare libri che aiutino i bambini ad affinare i sensi. Il senso dell’umorismo, per esempio. Per ridere, prima di tutto di se stessi, bisogna liberarsi di molti pregiudizi, da quelli ideologici a quelli famigliari. E il senso del
bello. Emozionarsi di fronte a qualcosa di bello è il primo passo per arrabbiarsi di fronte a qualcosa di brutto. Il senso del visionario, del surreale. Esercitarsi nella visione dell’invisibile, per non rassegnarsi a un buon senso che appiattisce la realtà esclusivamente a ciò che i nostri occhi possono distinguere”.
www.orecchioacerbo.com

RAFFAELLA HAGER TEWOLDE – LIBRERIA FANUCCI

SENSIBILITÀ E UNIONE DI CULTURE DIVERSE NELLA STORICA LIBRERIA FANUCCI DI ROMA

Libraia di professione, Raffaella Hager Tewolde dedica la sua vita ai testi in una delle sedi storiche di Roma, la Libreria Fanucci di Piazza Madama. Nonostante la sua giovane età, ha conquistato con il suo entusiasmo l’editore Sergio Fanucci, oggi a capo della casa
editrice, che le ha affidato prima la gestione degli stand nelle fiere editoriali poi, nel 2004, un impiego nella libreria. La Casa Editrice Fanucci esordisce nel 1971 nel campo della letteratura fantastica e diventa un punto di riferimento per la narrativa di genere, horror,
fantasy e fantascienza. L’obiettivo è abbattere i pregiudizi e i confini in cui spesso la letteratura di genere è relegata, dimostrando invece che la contaminazione tra diverse tipologie spesso è un catalizzatore di idee nuove e originali. In novanta metri quadri, tra tredicimila titoli, si svolge la vita lavorativa di Raffaella Hager Tewolde, nata a Roma da genitori eritrei. Il suo campo d’azione è la Libreria Fanucci nel cuore della capitale, a
contatto con migliaia di persone che ogni giorno entrano ed escono dal suo regno. Come spiega “la creatività del libraio consiste nella sua ricettività, che deve far fronte alle diverse esigenze e richieste dei lettori nel minor tempo possibile. Per questo il libraio più che un creativo è un tecnico. Diciamo pure un tecnico creativo”. Questo mestiere è basato sulla sensibilità nei confronti delle diverse esigenze del lettore, “Sta proprio qui la creatività del libraio: coniugare, come diceva qualcuno, il massimo dell’astrazione con il massimo della concretezza”. La crescita professionale, per la Tewolde, è data dal contatto giornaliero con i lettori: ognuno di loro lascia un punto di vista diverso riguardo a ciò che vede e legge, e
questo fa sì che la personalità lavorativa si sensibilizzi in maniera capillare. La speranza è che si sviluppi una maggiore attenzione verso culture diverse: “mi piace il lavoro svolto dall’associazione ‘Scritti d’Africa’ che ha il fine di promuovere in Italia una maggiore conoscenza delle culture africane nelle loro diverse espressioni”.
www.libreriafanucci.it

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