Dietro al progetto di ricerca artistica Santasangre si celano sei personalità diverse ma accomunate dalla passione per le sperimentazioni linguistiche e artistiche: Diana Arbib, Maria Carmela Milano, Pasquale Tricosi, Dario Salvagnini e Roberta Zanardo. Come compagnia sono residenti dal 2003 presso il Kollatino Underground, centro di produzione culturale indipendente alla periferia di Roma anche se la loro attività si muove in contesti nazionali e internazionali. Le performance si snodano attraverso vari tipi di linguaggi artistici come il video, la musica, l’estetica degli ambienti e il corpo. Partecipano al RomaEuropa Festival, e nel 2009 ricevono il contributo dal MiBAC, mentre vincono nel 2010 il progetto “Focus on Art and Science in the Performing Arts”. Nel gruppo Santasangre non esistono gerarchie, ma individualità artistiche che si esprimono confrontandosi reciprocamente. Il teatro è “il luogo – dicono – in cui possono essere contenute tutte le forme d’arte, dove fare interagire simultaneamente tutti gli elementi espressivi che noi utilizziamo come il video, l’audio, il corpo e l’estetica degli ambienti. Questo avviene in un periodo di confronto reale con l’astante creando un’esperienza non riproducibile. Il teatro è il tempo che ci siamo presi per dar vita alle riflessioni sul mondo contemporaneo che viviamo”. Essere originali significa “essere in modo autentico quello che si è veramente, quello che si è prima di tutto, senza filtri o sovrastrutture, quello che si è in origine, non in senso cronologico ma nel senso di un assoluto, ovvero essere profondamente, intimamente noi. In un percorso artistico questo significa attuare un processo di puntualizzazione progressiva della propria personalità artistica. Quanto più questa si precisa tanto più si allontana la necessità di guardare all’esterno e in questo modo chi e cosa è stato un esempio da imitare si trasforma in riferimento a cui riconoscere semplicemente un’affinità”. Un’originalità si intreccia di continuo alla creatività in quel luogo ideale emotivo in cui la libera espressione coincide con il proprio essere. I Santasangre chiedono “allo spettatore una disponibilità cognitiva ed emotiva alle sollecitazioni estranee al parlare diretto in modo che ogni frammento possa portare in sé un’ambiguità che permetta di interpretare la visione secondo la propria istintività. L’atto di creazione che ci poniamo di realizzare deve essere esperienza per tutti i sensi e per tutte le facoltà percettive”.
www.santasangre.net
SANTASANGRE
Dalla periferia romana ai contesti internazionali, all’insegna dell’autenticità