Stories from the Hourglass

Il 14 Aprile 2012 la Dorothy Circus Gallery inaugura l’attesissima mostra personale di Leila Ataya, artista neo zelandese di origini russe entrata a far parte dei grandi nomi del nuovo surrealismo internazionale. Come nei ritratti fiamminghi di Jan Vermeer, la bellezza della donna di Leila Ataya, è trasfigurata dall’incanto che suscita, e diviene rappresentazione del Misteroed epifania della creazione. Questa storia comincia nel giardino dell’Eden, il luogo fantastico dove tutto ha inizio.
Nasce la Donna, Eva è il suo primo nome e se nulla sappiamo dei tratti del volto, indelebile resta lo sguardo curioso che ha reso immortale la sua giovinezza e che come un fantasma attraversa il tempo.
La ritroviamo negli abiti sontuosi di una regina dai capelli rossi ed occhi di ghiaccio che svelano una sottile perfidia, accompagnata dalla posizione delle mani e dal misterioso contenuto del calice da cui fuoriescono preziose farfalle.
Lo stesso volto incorniciato da un fantasioso e ricco turbante ci seduce con la dolce pazienza di una concubina orientale che avvolge nella notte le passioni più segrete. Seguiamo i suoi passi che attraversano il Liberty, la sua pelle candida è accarezzata da una volpe dagli occhi vitrei quanto quelli della nostra la misteriosa femme fatale.
Arriviamo alla fragile e allo stesso tempo aggressiva donna contemporanea, con fiori tatuati sulle braccia ed i capelli di mille colori diversi. Sulla tela il buio impenetrabile, contrastato dalla luce di grandi occhi spalancati sul mondo, intrisi di ferocia e dolcezza e dall’incarnato diafano, moltiplicati dal riflesso dei gioielli o delle perle, che rimandano ad un’idea di perfezione ed eternità.
In ogni dettaglio di questi ritratti, come granelli di sabbia dentro una clessidra, si può tradurre l’Enigma del creato e dell’esistenza stessa, che pur restando segreto inesauribile ci preannuncia un continuo divenire.

On the 14th of April 2012 Dorothy Circus Gallery opens its doors to the long awaited exhibition of Leila Ataya, Russian-born and New Zaeland based artist, who is already a name among the big ones on the international new surrealist scenery. As in the Flemish portraits of Jan Vermeer, the beauty of Leila Ataya’s woman, is transformed by the enchantment that it arouse, and becomes a representation of the mystery of creation.?This story starts in the Garden of Eden, the fantastic place where everything begins. The Woman is born, Eve is her first name, and even though we don’t know anything about her features, her curious look, which has immortalized her youth and lives like a ghost through time, remains indelible. We find her as a sumptuously dressed redhead queen, with icy eyes that reveals a subtle wickedness, holding a misterious chalice with precious butterflies coming out of it.?The same face, adorned with a fantastic and rich turban, seduces us with the sweet patience of an eastern concubine that envelops in the night all her unrevealed passions. We follow her steps walking through the late Liberty age, her pale skin caressed by a fox with eyes as glassy as those of our mysterious femme fatale.?We arrive at the modern woman, fragile and aggressive at the same time, with flowers tattooed on her arms and her hair dyed with thousand different colors.?On canvas, the impenetrable darkness is in contrast with the light of her big eyes that look at the world full of ferocity and gentleness, while the paleness of her diaphanous skin is whidespread by the reflection of jewels or pearls, referring to the idea of perfection and eternity.?In every detail of these portraits, like grains of sand iside an hourglass, one can translate the riddle of creation and existence itself, which remains endless and yet promises us a continuous transformation.

VALENTINI CONTEMPORARY

Nove artisti di Roma Creativa: dal 28 marzo la mostra a Palazzo Valentini, grazie a un progetto della Provincia di Roma per promuovere l’arte contemporanea

TRIDIMENSIONALE

MAXXI Arte Collezione ospita fino al 23 settembre opere e installazioni anche con il contributo di Ermenegildo Zegna

Sculture, installazioni, una performance video raccontano i molteplici e diversi modi in cui gli artisti di oggi si relazionano con la terza dimensione, creano spazi reali e virtuali, in continuità o in rottura con la grande tradizione dell’arte plastica occidentale.

I protagonisti nelle terrazze della galleria tre del MAXXI sono Maurizio Mochetti, Juan Muñoz, Remo Salvadori Thomas Schütte, Franz West e un’installazione site specific “Fabulae Romanae” di Lucy, insieme a Jorge Orta, realizzata con il contributo di Ermenegildo Zegna a cura di Maria Luisa Frisa, fino al 23 settembre.

“Tridimensionale – dice Anna Mattirolo, Direttore MAXXI Arte – parte da una riflessione sulla relazione fra spazio e oggetto, elemento fondamentale della ricerca artistica contemporanea. Questa relazione dialettica è un punto di riferimento essenziale per la ricerca artistica di oggi. La mostra evidenzia ancora di più il valore della collezione permanente del museo, essenziale per comprendere i percorsi e gli sviluppi dell’espressione artistica di ieri e di oggi”.

Dichiara Gildo Zegna, CEO del Gruppo Ermenegildo Zegna: “Fabulae Romanae di Lucy+Jorge Orta è il primo degli Special Projects di ZegnArt, iniziativa che abbraccia in Italia e all’estero le attività sostenute dal nostro gruppo nel campo delle arti visive contemporanee e costituisce un esempio ben riuscito di collaborazione tra un’azienda a gestione privata e un’istituzione pubblica. Scopo di ZegnArt è raccogliere sotto un’unica comune intenzione una serie di attività per l’arte e la cultura contemporanea, che come impresa ci proponiamo di realizzare e che come famiglia abbiamo sempre sentito nostre. Oggi, con ZegnArt, abbiamo messo in atto i presupposti di nuovo pensiero, di nuovi legami e occasioni di dialogo con mondi e interlocutori diversi; l’opera diventa occasione di collaborazione e dialogo fra persone e gruppi di lavoro. Se lo spirito Zegna è sempre stato pionieristico e fortemente legato al lavoro per l’eccellenza e per l’innovazione, l’ambizione di ZegnArt è proprio quella di innovare il modello di intervento culturale, portando nell’incontro tra mondi diversi una “reciprocità” che si fa chiave di volta attorno a cui costruire il futuro.”

Da tempo il lavoro degli Orta abbraccia temi sociali, antropologici, filosofici. Il progetto per il MAXXI (un’installazione e una video performance accompagnata dai versi di Mario Petrucci) parte da uno degli elementi più tipici della loro poetica: la tenda, la capanna, la dome come forma primordiale di costruzione scultorea, concepita come un riparo, capace di adattarsi a tutti i luoghi ma anche una forma simbolica e sacra. Realizzato a partire dalle suggestioni offerte dalla città di Roma, Fabulae Romanae è il punto di raccordo di una mappa ideale che definisce delle nuove traiettorie immaginarie attraverso il tessuto urbano romano, così facendo la scultura esce dallo spazio del museo per riappropriarsi della città.

www.fondazionemaxxi.it

TREND

L’XI edizione delle nuove frontiere della scena britannica, nella rassegna del Teatro Belli,
fino al 30 marzo 2012

La rassegna a cura di Rodolfo di Giammarco propone per l’undicesimo anno propone una serie di spettacoli al Teatro Belli – piazza Sant’Apollonia, 11a – (trastevere).

COCK
23 – 24 marzo
Mobilità delle Arti
di Mike Bartlett
con Margot Sikabonyi, Enrico Di Troia,Fabrizio Falco, Jacopo Venturiero
mise en espace a cura di Silvio Peroni

QUESTA IMMENSA NOTTE
25 – 26 marzo
Teatro Cargo
di Chloë Moss
con Orietta Notari e  Raffaella Tagliabue
regia Laura Sicignano

MISTERMAN
27 – 28 marzo
Capo Trave
di Enda Walsh
con Alessandro Roja
mise en espace a cura di Luca Ricci

HYMNS
29 – 30 marzo 2012
Ass. cult. Musicale Beat 72 e Padiglione Ludwigdi Chris O’Connell
con Alessandro Bertollini, Alessio Genchi, Roberto Laureri, Mattia Mariani
mise en espace a cura di Martino D’ Amico.

Il Progetto Speciale Teatri è realizzato con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione di Roma Capitale.

www.teatrobelli.it

Last Drop of Innocence

Il 14 aprile 2012 assieme alla personale di Leila Ataya si inaugura alla Dorothy Circus Gallery anche il solo show di Valentina Brostean, esponente di origine Serba di un movimento neo surrealista in notevole espansione.
Pur continuando a rappresentare mondi onirici e surreali, da qualche anno a questa parte, prima con “Stories From a Neverland” (2010-2011) e di seguito con “Last Drop of Innocence”, Valentina abbandona l’immagine dilatata della quotidianità per intraprendere un viaggio fiabesco e mitologico nelle foreste del subconscio, nei fuochi dell’amore, nella natura a volte nordica a volte infernale.
I suoi personaggi si trasformano in elfi curiosi, innamorati, talvolta impauriti e talvolta maliziosi, esseri incantati e incantanti che con semplici gesti o enigmatiche espressioni, portano l’osservatore a proseguire il viaggio con loro, anche se solo per qualche istante.
Dunque ci ritroviamo ora in una selva oscura dove l’eroe protagonista del momento sconfigge i mostri della sua amata, per poi allontanarsi come nell’opera “Battle for Love”, ora in una Disney World tetra e insidiosa che scopriamo nell’opera “This Is Not A Disneyland”, ora in una caverna umida abitata da echi e ricordi di amori lontani.
Esseri con orecchie a punta e maschere di Pulcinella, unicorni a pois e creature sghignazzanti, sbucano fuori tra esili fiori azzurri che colano il loro nettare sul capo di amanti e divinità.
Nei sottoboschi animati dai colori ad olio densi e stratificati di Valentina Brostean prende vita un “diverso” contemporaneo, irreale e materico che ci sorride e disincanta sussurrandoci “Hey you lovers what will the future bring?”

On April 14 2012, at Dorothy Circus Gallery, another show will take place next to Leila Ataya’s.
Is the exibition of Valentina Brostean, born in Serbia, representative of a new surrealist movement that is growing considerably.
Even though she keeps on representing dreamy worlds, in the last years, first with “Stories From A Neverland” (2010-2011) and now with “Last Drop Of Innocence”, Valentina leaves her personal and exaggerated view of daily life in order to start a fairy and mythological journey into the forests of the subconscious, in the flames of love, through a nature that is at times nordic and at times infernal.
Her characters turns into curious elves in love, scared and naughty, bewitched and bewitching little creatures who, with simple gestures or enigmatic expressions, invite us to follow them in their journey, even if for a minute only.
So we’ll find ourselves first in a dark wood where our hero of the moment defeats his lover’s monters before leaving her (“Battle For Love”), then in a gloomy and treacherous Disney world (“This Is Not Disneyland”) and then again in a damp
cave haunted by echoes and memories of a distant love.
Strange beings with pointed ears and Pulcinella masks, dotted unicorns and sneering creatures, are coming out from thin blue flowers which drip their nectar on the heads of lovers and gods.
In Valentina Brostean’s underworld, filled with thick and stratified oil colours, a “various”, unreal and physical contemporary is brought to life, a contemporary that smiles to us and disenchants us while whispering “Hey you lovers what will the
future bring?”

Dorothy Circus Gallery
via dei Pettinari 76, Roma / Tel. +39 06 68805928 – +39 338 9499432
a.mazzanti@dorothycircusgallery.com
www.dorothycircusgallery.com

ROMA PROVINCIA CREATIVA