FotoLeggendo. Elvis & Presley, due fotografi e un mito

Il 1 ottobre, le inaugurazioni in programma per la VII edizione di FotoLeggendo continuano alle Officine Fotografiche. In scena il mito di Elvis, impersonato dai fotografi Robert Huber e Stephan Vanfleteren. Elvis & Presley sono 75 fotografie, a colori e in bianco e nero, che i due fotoreporter si sono scattati l’un l’altro attraversando 11 Stati americani. Un diario di viaggio che li porta da Times Square alla Death Valley, per rivelare il lato umano della famosa icona della cultura pop del ventesimo secolo.

La mostra Elvis & Presley presenta 75 fotografie a colori e in bianco e nero scattate nel maggio del 1999 dallo svizzero Robert Huber e dal belga Stephan Vanfleteren. Elvis e Presley invitano, con le immagini esposte, a ripercorrere il loro itinerario attraverso il paesaggio americano e tra le persone che lo popolano, da Times Square alla Death Valley. Vestiti con pantaloni luccicanti, coperti da grandi occhiali e con una capigliatura voluminosa, richiamando in maniera evidente il look di Elvis Presley, i due autori si sono fotografati a vicenda durante questo viaggio, mentre entravano nei luoghi di vita quotidiana (un supermercato, un bar, un salone di barbiere…), mentre visitavano i luoghi dedicati a Elvis Presley (Holly Springs, Graceland), mentre incontravano gente impegnata nelle faccende di tutti i giorni (prendere la metropolitana, servire al bar, recarsi in ufficio…).Il percorso fotografico racconta anche un’altra storia, forse meno evidente ma altrettanto forte: mostra l’irruenza del mito nella vita quotidiana, descrive il contrasto tra l’ordinario e lo straordinario e, mentre suggerisce la necessità del mito e il desiderio di interagire con questo, lascia anche aperta una domanda su che senso, oggi, possa avere. Fotografie in bianco e nero di Stephan Vanfleteren, fotografie a colori di Robert Huber.
Elvis&Presley
Inaugurazione, sabato 1 ottobre ore 19.00 Officine Fotografiche via G. Libetta, 1 Roma, 3 – 29 ottobre 2011 | Dal lunedì al venerdì 10 – 13.30 | 15.00 – 19.30 | www.fotoleggendo.it www.offficinefotografiche.org

ZARATAN & STUDIO FORME

Arredamento, arte e oggetti di design in un nuovo spazio al centro della capitale per presentare la nuova collezione di “Arte utile”, in vetro e in ceramica

In Piazza di Santa Cecilia giovedì 29 settembre inaugura un nuovo spazio per l’ “Arte utile” che unisce le esperienze di Zaratan e Studio Forme. Alfredo ValenteLuciano Catalano “Zaratan” insieme a Giorgio Funaro e Rita Rivelli “Studio Forme” fondono la loro maestria artigianale: i primi propongono soluzioni di arredo, progetti di ristrutturazioni, ma anche oggetti di design, mobili ed opere d’arte sulla base delle conoscenze nel campo dell’arte, del design, dell’arredamento e dell’edilizia. Nello store in via di Monserrato 106  il motto che contraddistingue le loro creazioni è originalità e “sense of humour” come: candele colorate a foggia di icone pop come il Papa, Mao Tze-Tung o Stalin; posa ceneri di vetro con impresse stampe della settimana enigmistica. Ed ancora specchi a forma di regioni o nazioni sono fra le ironiche provocazioni dello shop che si presenta come un luogo di incontro per consulenze, consigli e progetti di interior design,

utilizzando materiali  primari come ferro, piombo, cemento, gesso, cera, vetro in modo singolare ed innovativo per dar vita ad ambienti ed oggetti peculiari: mobili in ferro, gessi e candele da calchi di statue antiche e moderne, candelieri in cemento, biscotti in bronzo, ciotole, piatti e formelle in vetro con decorazioni tratte dalla settimana enigmistica, per citare solo alcuni degli elementi surreali in esso contenuti. A questi si aggiungono le splendide porcellane della casa tedesca Kuhn e gli oggetti  in vetro disegnati e realizzati dagli amici di Studio Forme che disegna e realizza oggetti in vetro utilizzando diverse tecniche come la vetro fusione e la vetro scultura per creare vasi, piatti incisi e scolpiti, sculture e multipli d’arte, lampade e arredi.
www.studioformeroma.it

100” click 4 Change

La mostra fotografica che propone al pubblico gli scatti realizzati dall’organizzazione internazionale fotografica Shoot 4 Change, a Palazzo Valentini dal 16 al 30 settembre

Sono oltre 100 gli scatti in mostra nella Sala Egon Von Fürstenberg di Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma. L’esposizione è realizzata dall’organizzazione internazionale fotografica Shoot 4 Change, nata appena due anni fa per volere di Antonio Amendola, oggi Presidente, l’Associazione di Promozione Sociale intende sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, attraverso la produzione e la diffusione di immagini fotografiche, cui è demandato il compito di documentare particolari situazioni di bisogno e di segnalare realtà virtuose facendole venire alla luce, restituendogli voce e visibilità semplicemente con un click. Per questo primo progetto il racconto fotografico si sviluppa attraverso le immagini di “Persone, Luoghi e Fatti”. Sono i volti, gli occhi e le espressioni di tutte le persone incontrate ad essere i protagonisti di specifiche realtà realistiche che svelano le diverse identità interiori e sociali. “Come in un moderno Grand Tour, vengono scoperti e ritrovati i Luoghi. Il territorio viene visto sia come forma naturale sia come riflesso di una condizione particolare, comunque generatore di altre realtà. Ed, infine, i Fatti, gli eventi, le manifestazioni che vengono privilegiati come momenti storici significativi. Persone, Luoghi, Fatti sono documentazioni di una storia cui altrimenti non avremmo accesso. Mondi perduti o solamente invisibili che recuperano un’esistenza attraverso la fotografia documentaria attraverso il racconto dei fotografi e del loro punto di vista”. All’attività capillare dell’Associazione si affianca l’omonimo photo social network, nato nel 2009, che oggi conta più di 600 iscritti in tutto il mondo tra fotografi professionisti, come Ed Kashi del National Geographic USA, e amatoriali che ne arricchiscono l’archivio. I reportage proposti sono realizzati a sostegno di cause sociali in tutto il mondo, dall’ Italia agli USA, dall’America Latina ai Paesi del Medio Oriente e dell’Asia. Con questo spirito la mostra romana propone tutta una serie di attività  collaterali per sensibilizzare e rendere partecipe chiunque voglia avvicinarsi per comprendere i nuovi meccanismi di comunicazione utilizzati dall’associazione e cominciare a dare il suo contributo al network. Infatti, i fotografi protagonisti della mostra saranno disponibili per ‘letture portfolio’ come occasioni di confronto e dibattito sui temi proposti e sugli sviluppi di questo nuovo modo di comunicare realtà complesse in maniera semplice, ma determinante, e Alfons Rodriguez, vincitore del “Premio Nacional de Reportage Social y Solidario 2010”, oltre che membro attivissimo di Shoot 4 Change sarà presente a Roma con il workshop Fotogiornalismo nelle aree di crisi. Un’iniziativa ulteriore per sostenere le attività dell’Associazione che è al fianco di numerose organizzazioni non profit per iniziative di sensibilizzazione di impatto locale, nazionale ed internazionale, come ad esempio la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza o le iniziative ONU contro la povertà (Stand- Up, Take Action). Parliamo del progetto con Antonio Amendola.
Come è nata l’idea di realizzare “Shoot 4 Change”?

Shoot 4 Change è un’organizzazione non profit nata da due anni, ma il progetto ha avuto origine da un blog, che avevo realizzato tempo fa, dove si parlava del compito della fotografia e principalmente del ruolo della fotografia sociale e dell’impatto che potesse avere anche nella nostra quotidianità. All’interno del blog si è sviluppata man mano una rete di contatti grazie anche ad alcune esperienze e mostre, in particolare quella sul terremoto a L’Aquila e un coinvolgimento per una copertura sulla Marcia della Pace itinerante. Fu quest’ultima esperienza che mi portò a fare attraverso il blog una “chiamata” a fotografi che fossero interessati alla manifestazione: in pochi giorni abbiamo coperto Italia, Argentina, Los Angeles e New York. Da qui mi sono reso conto di quanto fosse possibile coinvolgere la creatività del popolo della rete anche per raccontare storie di tutti i giorni, spesso sottovalutate o ignorate, e portare avanti un’idea di crowdsourcing fotografico.
La forza di Shoot 4 Change, infatti, è racchiusa nella convinzione che, anche con una semplice fotografia, si possa contribuire al miglioramento e al cambiamento. Come?
Non siamo utopistici, non crediamo che una fotografia possa cambiare il mondo anche se è successo in alcuni casi. A volte la forza delle immagini è riuscita, anche in passato, a far percepire la realtà in maniera differente e di sensibilizzare su quello che stia succedendo. Ispiriamo i nostri membri a un “cambiamento di prossimità”, nel senso di poter acquisire una consapevolezza sui cambiamenti che si verificano sotto i nostri occhi. Sono storie locali di prossimità per dare consapevolezza di ciò che accade per dare la possibilità del cambiamento… È una goccia nell’acqua, ma ha il suo valore. Raccontiamo storie lontane per ispirare sotto casa, oppure al contrario storie sotto casa per cambiare tutto il mondo, ognuno un po’ e un po’ alla volta. Per far questo affianchiamo sia le grandi associazioni umanitarie internazionali (Amnesty, Medici Senza Frontiere, World Food Program, Oxfam International per citarne alcune) sia le piccole associazioni di volontariato di quartiere o comunque di impatto tipicamente locale. Considero i progetti che realizziamo come un’interconnessione creativa: ognuno può contribuire sullo stesso tema con uno o più scatti, e questo fa sì che si abbiano più punti di vista e una visione globale, a 360 gradi. Inoltre il nostro lavoro è richiamo alla sensibilizzazione della gente e mira a coinvolgerla attivamente. È capitato ad esempio con un lavoro fatto a Binario 95, un centro diurno romano di accoglienza per senza dimora. Era un lavoro collettivo che ha coinvolto in prima persona gli home less che si sono fatti fotografare. Rivedendosi in foto, dopo tempo, hanno cominciato ad avere più cura della loro persona ed è stata qui la forza del nostro lavoro: una semplice fotografia può ritrarre il senso di dignità delle persone, o restituirgliela.
Come si fa ad aderire al vostro network?

Attraverso il form sul nostro sito. Il requisito essenziale è l’originalità della storia e del taglio ‘out of the box’ dato al racconto. Think different! dico spesso. Shoot 4 Change è a portata di click. ‘Shoot local, Change global’è il nostro motto: non occorre essere necessariamente fotografi di fama mondiale per essere buoni fotografi sociali. Ciò che occorre è fotografare, e quindi raccontare, le tante storie di solidarietà a ‘chilometro zero’. Il valore aggiunto di Shoot 4 Change è la connessione virale di tutte queste storie in rete e attraverso i social network. Siamo una hub di best practice, il cui punto di forza principale è costituito dal volontariato, dall’internazionalità resa possibile dai nuovi media, e naturalmente dalle capacità umane, professionali e creative dei nostri membri, sempre al servizio di cause sociali.
Come è possibile presentare i portfoli?

Durante i giorni della mostra sarà possibile conoscere gli autori e parlare direttamente con loro. Poi ci sono due occasioni collaterali. Open Show, una sorta di workshop aperto. L’altro Shoot4Minutes si tratta di un evento di presentazione di progetti fotografici: chiunque vorrà partecipare avrà 4 minuti a disposizione per raccontare un proprio progetto fotografico. Questa è una nuova tipologia di condivisione che porteremo avanti anche nei prossimi mesi, in maniera itinerante nei locali o negli spazi di diverse città d’Italia, per offrire l’opportunità di riportare storie e creare collegamenti. Noi stiamo per strada e usiamo la rete per chiamare le persone e coinvolgerle nel nostro progetto… Perché ci sono tante storie che devono essere raccontate.
http://www.shoot4change.net/

SEMINARIO SULL’INNOVAZIONE

A Porta Futuro, il 26 settembre, un’incontro con l’imprenditore Cosimo Spera membro del Silicon Valley Italian Executive Council

InnovAction Lab, lancia a Roma una serie di seminari sul tema dell’innovazione. Verranno ospitati speaker italiani e stranieri disponibili a raccontare le loro esperienze professionali e a offrire consigli a chi vuole darsi da fare sul mercato. Il primo appuntamento, organizzato con la collaborazione del progetto Roma Provincia Creativa – Dipartimento Innovazione e Impresa della Provincia di Roma, è fissato per lunedì 26 settembre, alle ore 17:30, presso Porta Futuro – via Galvani 108 – Roma – http://www.portafuturo.it. Incontreremo Cosimo Spera, imprenditore seriale, membro del Silicon Valley Italian Executive Council che ci parlerà di “The success of failure” ossia come imparare dai nostri errori. Per iscriversi (si segnala che i posti sono limitati!) andare a questo link http://innlabtalks.eventbrite.com/

COMUNICARE IL DESIGN ITALIANO

Il 22 settembre al Macro Future, La Pelanda, la Sapienza Design Factory organizza una giornata di incontri e riflessione sul rapporto tra imprenditoria e design

Comunicare il design italiano si inserisce tra le iniziative che festeggiano il 150° anniversario dell’Unità d’Italia all’interno degli eventi “Unicità d’Italia” organizzati dalla Sapienza Università di Roma | Sapienza Design Factory – con il partenariato di Fondazione Valore Italia. Una giornata organizzata in due sessioni di incontri che sono arricchite da una serie di performance collaterali e vedono coinvolti gli studenti dei Corsi di Laurea in Design della Sapienza ed i designer partecipanti ai 4 workshop organizzati da Sapienza Design Factory tra giugno a settembre al Macro Future. Il programma inizia alle ore 10.00 con un seminario che prende spunto dalla presentazione del cinquantesimo numero della rivista DIID_Disegno Industriale Industrial Design per discutere di vecchie e nuove modalità utilizzate e da utilizzare per comunicare il “sistema design”. A seguire, un incontro a due: “Designer e imprenditore: l’alchimia del design”. L’appuntamento prevede un dialogo tra Matteo Cordero di Montezemolo e il designer Stefano Giovannoni, organizzato sotto forma di doppia intervista con domande pensate e rivolte ai due interlocutori, per esplorare e comprendere il rapporto tra designer e imprenditore che ha fatto grande il design italiano nel mondo. Un’occasione per i giovani designer di poter conoscere dalla viva voce di un imprenditore e di un designer, quali sono le prospettive di sviluppo del design italiano.L’incontro prosegue con il racconto della case history del gruppo Charme, per esplorarne gli obiettivi e le prospettive per il futuro oltre ad alcuni dei più significativi lavori di Giovannoni per aziende italiane.
http://www.macro.roma.museum/

ROMA PROVINCIA CREATIVA