Marco Rossati, emiliano, classe 1943, assente con una personale dal 1991 dalla scena artistica romana per vari impegni all’estero, vi ritorna con la stessa nobiltà pittorica con la quale si era imposto negli anni ’80 tra gli artisti adottati dall’Apollodoro di Paolo Portoghesi, quale interprete della tradizione artistica italiana e deciso assertore della “bella” pittura.
Gli stessi artisti contemporanei, anche se talvolta incompresi, hanno qualcosa di nuovo da proporre e se le loro ricerche e sperimentazioni hanno il diritto di entrare nella storia dell’arte, hanno il diritto di restarvi quelle di pittori quali Marco Rossati che trasudano dalle loro opere il DNA dei valori tradizionali della nostra cultura.
I concetti di bellezza, armonia, manualità, intelligenza ed anche ambiguità, nel senso di pluralità dell’immaginario, propri della pittura di Marco Rossati, si ritrovano tutti in questa esposizione, dalla classicità delle figure degli anni ’80 alla vena surrealista degli anni ’90 fino agli ultimi recenti scorci di paesaggio urbano.
Viene presentata in contemporanea la cartella completa di 10 acqueforti su Japon nacré Les Oh ! Tomobiles di un maestro internazionale del surrealismo, movimento al quale in un certo periodo la pittura di Marco Rossati è stata legata, ma in maniera certo non pedissequa: Sebastian Matta (Santiago del Cile 1911 – Civitavecchia 2002), un omaggio dello Studio S e di Marco Rossati all’artista cui recentemente l’Auditorium di Roma ha dedicato per il centenario della nascita un’importante retrospettiva a cura della Fondazione Echaurren – Salaris e che viene qui ricordato nel decennale della morte.
Dal 31 maggio al 23 giugno 2012
Studio S
via della Penna, 59, Roma
lun-ven 15.30-19.30, Sab 11.00-13-30 e 15.30- 19.30
ingresso libero