Giulia Ananìa, romana, è cantautrice e poetessa, autrice e paroliera. Le sue canzoni hanno radici nel grande patrimonio cantautoriale italiano e i rami tesi verso il folk-rock indipendente americano. A soli 26 anni ha collezionato oltre 300 concerti in tutta Italia, tre tour tra Francia e Spagna e innumerevoli premi musicali e letterari, grazie alla pubblicazione del libro di poesia “Nessuno Bussa”. La propensione alla trasversalità creativa l’ha portata a comporre colonne sonore per il cinema e il teatro e a condividere il palco con artisti del calibro di Ascanio Celestini, Antonio Rezza e Niccolò Fabi. Nel 2010 arriva la firma del contratto con Warner Chappell e la collaborazione con alcuni dei più grandi autori italiani.
Giulia regala ai suoi pezzi il proprio abito: consapevole e trasognato. “L’istinto creativo si è palesato dalla prima adolescenza. Subito una chitarra, un pianoforte, dischi su dischi, l’esigenza di scrivere testi, prosa e poesia. Di scaraventarli tra le persone, perché un’opera diventa tale nel momento della condivisione”. Segnalata tra i 10 migliori artisti emergenti da la Repubblica, si è esibita in rilevanti teatri e locali nazionali, quali l’Auditorium Parco della Musica e il Circolo degli Artisti e ha stretto sodalizi artistici con illustratori e artisti visivi, tra cui la regista Lidia Ravviso. Con la sua band composta da Marta Venturini alla chitarra elettrica, Filippo Schininà alla batteria e percussioni, Andrea Ruggiero al violino elettrico e Leonardo Milani ai synth e al piano rhodes, Giulia sta ultimando presso lo Studio Nero di Roma il suo primo album, che vedrà la collaborazione di grandi artisti del panorama nazionale. “Mi piace scrivere canzoni come fossero scenografie di film. Ogni verso deve essere un’inquadratura perfetta, per rendere visiva e sensoriale la storia che voglio raccontare. Il mio intento è quello di evocare la poesia nella canzone, con un linguaggio semplice e al contempo emozionale”.
Tra i suoi desideri primeggia uno spettacolo teatrale musicale sul tema della Roma multietnica, un’opera corale densa di videomaker, scenografi, attori, musicisti. La Roma che ha nel cuore e che le somiglia, quella dei “Sali e tabacchi” e di Gabriella Ferri, la città eterna che ha definito come “Fuliggine barocca – contrappeso maestoso al cielo leggero”.
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