Classe 1973, Lorenzo Mieli (oggi MD di Grundy Italia e Amministratore Delegato di WildSide), insieme a Gabriele Immirzi ed Elena Recchia, ha fondato Wilder nel 2001. “Attorno a Wilder, nel corso degli anni, si è aggregato un network di creativi, tecnici e producer. Con questi abbiamo cercato di costruire un rapporto duraturo anche al di là dei singoli programmi. Oggi, dopo nove anni, i risultati di questa strategia sono evidenti: Wilder ha formato gruppi di autori che sono nati con l’azienda, cresciuti in azienda, e che oggi sono professionisti riconosciuti e affermati”. Già nei primi anni di attività Wilder ha consolidato una linea editoriale attenta all’innovazione dei linguaggi, all’ibridazione dei generi, alla sperimentazione e all’esplorazione di tematiche attraverso prospettive innovative. La società si è caratterizzata da subito come una realtà people-oriented, attenta a mantenere nel tempo i gruppi di lavoro, per proporsi sul mercato come un vero e proprio brand. “Per la tv, il ‘movimento’, cioè l’aggregazione di una comunità intorno al prodotto, è il pubblico. In generale però le società di produzione, se pure hanno una linea editoriale che le distingue l’una dall’altra, agli occhi del grande pubblico rimangono dei soggetti opachi. Conta il canale, non il produttore. Poi, naturalmente ci sono le eccezioni, casi in cui la temperatura emotiva del pubblico di un determinato programma raggiunge livelli tali, che si trasforma in qualcosa di diverso, cioè in una comunità di fan. Il pubblico di Boris per esempio, è un pubblico peculiare solo a Boris e trasversale anche al mezzo televisivo: centinaia di migliaia di persone che downloadano la serie dal web, caricano scene su youtube, le commentano, creano delle community dedicate. Un fenomeno incredibile, con i suoi tormentoni, le sue passioni e in relativa autonomia anche rispetto alla serie ‘ufficiale in onda sul satellite. Ecco, se io dovessi indicare un movimento che Wilder ha contribuito a creare e che ci ha riconosciuto, direi che sono “i fans di Boris”. Più che nei dati d’ascolto, il nocciolo del successo della serie sta proprio lì”. Proprio con Boris, Lorenzo Mieli nel 2008 è stato premiato dalla giuria popolare del “Roma Fiction Fest” come miglior produttore. “L’industria dell’audiovisivo è ancora profondamente romanocentrica, ma negli ultimi dieci anni il panorama si sta evolvendo. Del resto a Roma si fa tv da sessant’anni e…si sentono tutti. Nel bene in termini di disponibilità di risorse qualificate e di aziende con una credibilità consolidata, nel male quando ci si scontra con gli ingranaggi elefantiaci, le lungaggini, e le placche di potere di un sistema che in mezzo secolo si è, per forza di cose, calcificato. Problemi che noi, lavorando soprattutto per una multinazionale, abbiamo sofferto un po’ meno di altri. Resta il fatto che se nei prossimi anni, come credo, la tendenza del settore sarà quella di delocalizzarsi da Roma, tutti ne gioveranno: i produttori, i broadcaster e quindi anche gli spettatori. Ne sono convinto”.
www.wilder.it
LORENZO MIELI – WILDER
Giovane società di produzioni televisive attenta all’innovazione dei linguaggi e all’ibridazione dei settori