Maurizio Savini nasce a Roma, dove studia alla Facoltà di Architettura presso l’Università La Sapienza. Dal 1989 inizia a frequentare l’Atélier di Gianni Dessì e nel 1992 tiene la sua prima mostra personale a Dusseldorf. Nel 1995, oltre a un’esposizione personale presso la Reiner Eickoff Galerie di Hamburg, realizza su disegno di Toti Scialoja la scenografia “La Mela di Amleto”, in scena nel chiostro di Trinità dei Monti a Roma e l’installazione dal titolo “Così” negli spazi del Museo Laboratorio dell’Università La Sapienza. “Credo che il mio lavoro sia più riconoscibile che leggibile. La provocazione della materia allontana il pubblico da una lettura più profonda, e questo non sembra un bene, ma per fortuna il tempo riesce a suggerire il senso più profondo di quello che faccio. Ne sono consapevole e mi interessa molto”. Dal 1996 Savini inizia a utilizzare gomme da masticare per la realizzazione delle sue sculture, eleggendo il chewing gum a strumento del mestiere: “le fondo, le incido, utilizzando la tecnica del mosaico. Ero già da tempo interessato a materiali che avessero una relazione industriale con la contemporaneità, ma si è trattato di un caso apparente, infatti il caso non esiste se non in pittura. Così, un caso apparente, appunto, ha voluto che un tabaccaio, un giorno, me ne regalasse dieci scatole scadute. Attualmente, per realizzare le mie opere compro gomme da masticare da un semplice grossista, ma l’industria che le produce (una grandissima multinazionale) non si è mai interessata al mio lavoro”. Nel corso degli ultimi anni, ha esposto in mostre personali in Italia e all’estero: nel 2007 alla Galleria L’Imagine – Angel Art Gallery di Milano con “Destined for Nothing”; nel 2008 a Londra con “Requiem for dissent” alla Edoardo Testori Gallery; nel 2005 a Parigi presso la Cité internationale des arts con “Tres jolie… la petite maison de pommes de terre”, oltre a numerose mostre personali a Roma presso il Pastificio Cerere, il Rialto santambrogio, Palazzo Valentini e il MACRO. “Lavoro in questa città da molto tempo. – racconta – Fondamentalmente è una sfida continua e forse questa è la cosa più coinvolgente. Il cambiamento, se c’è stato, è avvenuto senza un disegno né un progetto. Ricordo con molto piacere i progetti fatti insieme a Mario Pieroni un vero motore per Roma un uomo strordinario, infaticabile sempre attento ai cambiamenti. Infatti, oggi RAM è una consistente realtà per la città di Roma. Da pochissimo tempo ho portato a termine un progetto dal titolo “Il canto della terra” insieme all’artista Pietro Ruffo e la Fondazione Pastificio Cerere. Credo che la fondazione sia una delle poche realtà a Roma, perchè promuove borse di studio, conferenze, mostre, collaborazioni con altre fondazioni e residenze. Inoltre, è ubicata in uno stabile dove vivono e lavorano molti artisti. Ecco: per me ad oggi è ancora l’unico punto di riferimento a Roma”.
MAURIZIO SAVINI
Artista eclettico, ha esposto in Italia e all’estero, eleggendo il chewing gum a strumento del mestiere