Le opere di Balla, Cagli, Donghi, Colla, Afro, Mafai, Martini, Leoncillo, Raphael fino a Tancredi o Rotella raccontano l’arte italiana del primo ‘900 nella grande mostra che inaugura il Musia, il nuovo spazio polifunzionale per l’arte contemporanea ideato dal collezionista e imprenditore Ovidio Jacorossi. Dal Simbolismo all’Astrazione il percorso espositivo aperto al pubblico culmina con un’ardita video installazione (dal titolo ‘Il Teatro di Pompeo’), appositamente realizzata da Studio Azzurro, che sviluppa il tema dell’assassinio di Cesare, avvenuto appunto nell’area in cui sorge il palazzo di via dei Chiavari, sede della galleria nel cuore della città eterna. Inoltre lo spazio ospita una cucina (Ben Hirst, chef inglese conosciuto a Roma per il suo passato da Necci e al Margutta Vegetariano, è a capo della brigata), un caffè, un wine bar, due residenze d’artista. Il tutto su tre livelli fra cortili, scale elicoidali storiche e scale nuovissime firmate dall’architetto Iacoponi, chiostri, spazi interrati, tre aperture al piano terra che abbracciano mezza strada. “Vogliamo dimostrare che l’arte contemporanea ha un potenziale di creatività in grado di contaminare molte altre discipline e qui noi ne abbiamo individuate alcune”, illustra Jacorossi.
Tutti i venerdì alle 19 visita guidata e degustazione. Più info su https://musia.it/