Libraia di professione, Raffaella Hager Tewolde dedica la sua vita ai testi in una delle sedi storiche di Roma, la Libreria Fanucci di Piazza Madama. Nonostante la sua giovane età, ha conquistato con il suo entusiasmo l’editore Sergio Fanucci, oggi a capo della casa
editrice, che le ha affidato prima la gestione degli stand nelle fiere editoriali poi, nel 2004, un impiego nella libreria. La Casa Editrice Fanucci esordisce nel 1971 nel campo della letteratura fantastica e diventa un punto di riferimento per la narrativa di genere, horror,
fantasy e fantascienza. L’obiettivo è abbattere i pregiudizi e i confini in cui spesso la letteratura di genere è relegata, dimostrando invece che la contaminazione tra diverse tipologie spesso è un catalizzatore di idee nuove e originali. In novanta metri quadri, tra tredicimila titoli, si svolge la vita lavorativa di Raffaella Hager Tewolde, nata a Roma da genitori eritrei. Il suo campo d’azione è la Libreria Fanucci nel cuore della capitale, a
contatto con migliaia di persone che ogni giorno entrano ed escono dal suo regno. Come spiega “la creatività del libraio consiste nella sua ricettività, che deve far fronte alle diverse esigenze e richieste dei lettori nel minor tempo possibile. Per questo il libraio più che un creativo è un tecnico. Diciamo pure un tecnico creativo”. Questo mestiere è basato sulla sensibilità nei confronti delle diverse esigenze del lettore, “Sta proprio qui la creatività del libraio: coniugare, come diceva qualcuno, il massimo dell’astrazione con il massimo della concretezza”. La crescita professionale, per la Tewolde, è data dal contatto giornaliero con i lettori: ognuno di loro lascia un punto di vista diverso riguardo a ciò che vede e legge, e
questo fa sì che la personalità lavorativa si sensibilizzi in maniera capillare. La speranza è che si sviluppi una maggiore attenzione verso culture diverse: “mi piace il lavoro svolto dall’associazione ‘Scritti d’Africa’ che ha il fine di promuovere in Italia una maggiore conoscenza delle culture africane nelle loro diverse espressioni”.
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