“Perchè per i bulli non tifa mai nessuno“. Questa la frase di benvenuto che compare sul blog di Roberto Recchioni, sceneggiatore e disegnatore di fumetti attivo dal 1993. Cominciando con piccoli editori e autoproduzioni, Roberto è arrivato a firmare le storie del famoso indagatore dell’incubo “Dylan Dog” per la Sergio Bonelli Editore, casa editrice leader nel settore fumettistico in Italia. Questo è solamente uno dei tanti lavori che lo coinvolgono in veste di sceneggiatore. Oltre a collaborare, in qualità di redattore, con molte riviste legate al mondo dell’intrattenimento Roberto ha creato i personaggi di “John Doe”, “David Murphy” e “Detective Dante”. E’ proprio con la sua attività autoriale che prende forma una poetica ben precisa. Per dirla con le sue parole: “cerco di portare un disturbo all’interno di un contesto (quello del fumetto popolare) sin troppo rassicurante e omogeneo“.
Non è un caso se Roberto Recchioni sceglie di chiamare il suo blog, da tempo ormai ai primi posti della classifica dei blog più visitati e influenti del web, “dalla parte di Asso Merrill”. Il titolo è ispirato al famoso villain del racconto “Stand by me” scritto da Stephen King. Asso è un ragazzaccio, uno che se la prende con i deboli, non è certo un eroe. Da qui la massima “perchè per i bulli non tifa mai nessuno”. Non va presa alla lettera, naturalmente.
Perchè non è per i “cattivi” che si vuole tifare, quanto invece usare il loro punto di vista per esplorare nuovi territori narrativi che il senso comune talvolta nasconde. Così spiega l’autore: “il mio scopo è suscitare reazioni nel mio pubblico. Reazioni quanto più conflittuali possibili. Voglio spingere i miei lettori a sentirsi scomodi, un poco a disagio e per niente rassicurati. Quando mi riesce, sono soddisfatto“. Roberto ha inoltre lavorato su due altri miti del fumetto italiano: “Diabolik” e l’albo di “Tex”, quest’ultimo in uscita per la fine del 2013. Il comune denominatore tra le storie classiche e i personaggi creati ex novo da questo sceneggiatore di talento è un lavoro di indiscutibile qualità. Caratteristica, questa, che a detta sua non ha nulla a che vedere con l’originalità: “credo che l’originalità sia un mito da sfatare a prescindere” spiega Roberto. “Penso che il ‘come’ sia sempre più importante del ‘cosa’. E, questo, sin dai tempi di Omero“.
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