Stella Jean, giovane stilista italo-haitiana, ha capito di voler lavorare nella moda sin dalla prima volta che è entrata in un laboratorio di sartoria. Inizia come modella ma poi, racconta, “ho corretto il tiro e trovato la mia dimensione nella possibilità di esprimermi come stilista“. Seconda classificata al concorso di moda Who is on Next? nel 2011, Stella partecipa nello stesso anno a Fashion-ABLE Haiti, un’iniziativa ideata dall’ambasciata di Haiti in collaborazione con il Comune di Roma. L’evento nasce per aiutare l’economia dello stato caraibico dopo il tragico terremoto che ha colpito Portau-Prince.
Le origini di Stella, quella creola da un lato e occidentale dall’altro, hanno influenzato le sue creazioni, uniche nel loro genere. “La moda mi ha concesso un ampio spazio” – spiega – “dove far finalmente respirare queste due culture e trasformare un tallone d’Achille in punto di forza e di partenza“. Il suo metodo di lavoro si ispira a quello di Madeleine Vionnet. La giovane stilista per creare i suoi abiti salta il passaggio del disegno, proprio come faceva la stilista dell’ottocento che aveva la necessità di drappeggiare e plasmare l’abito direttamente sul corpo. Ma la vera protagonista della moda di Stella è la “Wax & Stripes philosophy”. Il wax è un tessuto tipicamente africano che è stato “contaminato” dai colonizzatori europei, nella fattispecie dagli olandesi, nel periodo dell’espansione coloniale. Conquistatori che indossavano le camicie a righe: “stripes”. “Ecco perchè – come si legge nella presentazione della collezione – in ogni creazione di Stella sono presenti sia fantasie multicolor che fantasie millerighe, testimonial di due mondi lontanissimi tra loro. In questo modo l’esplosione di colori viene ‘mediata’ dalla camicia da uomo e dalla sua assoluta portabilità. Inoltre, i tagli si addicono a un look sia da giorno che da sera“.
L’abito diventa così espressione della multiculturalità, dell’incontro tra culture e mondi diversi uniti dal linguaggio universale della moda. “Questa collezione” – spiega Stella – “è una sincera dichiarazione d’intenti che vuole però ramificarsi in ulteriori matrimoni culturali. Per fare tutto ciò è necessario del tempo per conoscere e studiare le varie culture e tradizioni che voglio miscelare. Ciò che più temo è la facilità con cui si utilizzano le tradizioni e gli stili delle culture a sud dell’equatore. Con una lieve tendenza alla caricatura e alla parodia“.