Breviario Siciliano
Un appuntamento da non perdere a Palazzo Valentini il prossimo 10 maggio: la presentazione del libro fotografico di Andrea Attardi.
Un appuntamento da non perdere a Palazzo Valentini il prossimo 10 maggio: la presentazione del libro fotografico di Andrea Attardi.
Just Photos by Extraordinary Girls
Dal 15 ottobre 2011 è attivo a Bracciano un nuovo spazio culturale, denominato “M&S Margini e Segni”. Questa piccola galleria – studio editoriale intende promuovere nuovi approcci all’arte e all’editoria, tutto a misura della contemporaneità e della creatività per il singolo individuo. Ricerche artistiche al femminile, linguaggi espressivi innovativi, piccole opere, progetti editoriali con un carattere di unicità. Con questa attività si vuole contribuire alla valorizzazione di Bracciano, dove è in atto un nuovo fermento culturale.
Il 21 dicembre alle ore 18 sarà inaugurata la mostra “J.P.E.G. Just Photos by Extraordinary Girl” di tre giovani fotografe: Giulia Caminito, Domiziana Marinelli De Marco, Gaia Van der Esch.
Tre ragazze di soli ventitré anni che hanno scoperto nella fotografia un loro speciale modo di esprimersi: il loro sguardo sul mondo esterno riflette la loro interiorità e il loro linguaggio cerca nella ‘serialità’ del contemporaneo un intatto coinvolgimento. Dall’installazione sulle ‘porte’ denominata “Soglie” di Gaia Van der Esch a quella dedicata a “Le scarpe” di Giulia Caminito, fino alla sequenza del danzatore metropolitano in “Dancing on the roof” di Domiziana Marinelli De Marco, abbiamo la possibilità di conoscere tre personalità davvero insolite, tre attitudini all’arte fotografica, tre visioni di un’intensità stupefacente. Altre serie di notevole suggestione: “Percezioni di Equilibrio” di Domiziana Marinelli, “Nascita di uno sguardo” di Gaia Van der Esch, “Passaggi” di Giulia Caminito.
La mostra sarà visibile a ingresso gratuito fino al 26 febbraio 2012.
Contatti:
Stefania Fabri s.fabri[at]alice.it; cell. 3338595049
Maurizio Caminito mau.caminito[at]gmail.com; cell. 3356400296
Novanta fotografie dai principali conflitti nel mondo per dire basta al dramma della guerra
Dal 14 dicembre 2011 al 5 febbraio 2012 al Museo dell’Ara Pacis sarà possibile visitare la mostra fotografica “Ombre di guerra” che racconta, una dopo l’altra, le guerre più recenti, dalla Spagna del 1936 al Libano del 2006: settant’anni di storia dell’iconografia del dolore attraverso novanta grandi immagini di altrettanti grandi fotografi. Ogni fotografia è una proposta per meditare sul senso della nostra tradizione visiva e sociale, sul significato e la follia di una pratica insensata e dolorosa come la guerra.
“Ombre di guerra” è un progetto Contrasto che nasce su proposta dalla Fondazione Veronesi nell’ambito delle iniziative legate alla terza Conferenza internazionale Science for Peace che si propone come obiettivi la diffusione di una cultura di pace e la progressiva riduzione degli ordigni nucleari e delle spese militari a favore di maggiori investimenti in ricerca e sviluppo.
La mostra propone una serie di icone della fotografia, selezionate da Alessandra Mauro e Denis Curti, per offrire al pubblico una meditazione ragionata sul significato e il potere simbolico delle immagini. Un percorso visivo doloroso, capace però di stimolare reazioni e richiamare l’attenzione sulla follia della guerra.
Davanti a fotografie che mostrano il dolore, la sofferenza e l’orrore della guerra, alcuni critici scambiano l’urgenza di raccontare e di creare consapevolezza con pornografia visiva, indifferenza o ipocrisia. Come se la disponibilità e l’abbondanza d’immagini orribili anestetizzassero chi le guarda, rispetto all’orrore. Queste accuse verso la fotografia documentaria, in realtà, rivelano qualcosa di semplice e al tempo stesso pericoloso: un desiderio di non guardare il mondo.
La forza dei fotografi di guerra, invece, risiede proprio nel fatto che non si girano dall’altra parte, al contrario, si impegnano nel mostrare situazioni che devono essere corrette. Il senso del loro lavoro si rintraccia nella necessità di partecipazione diretta alle vicende che raccontano, nella volontà di andare in fondo a un fatto giornalistico, nella scelta consapevole di scattare, di mostrare, di raccontare, di denunciare.
La fotografia di guerra diventa così un modo per parlare consapevolmente di civiltà attraverso la sua negazione. Mostrandoci un mondo inospitale, i fotografi ci costringono a immaginare come potrebbe essere un mondo migliore, o per lo meno un mondo meno peggiore e le fotografie rappresentano un punto di partenza per una riflessione di tipo etico.
Info: 060608
Una mostra fotografica dei migliori lavori realizzati dagli studenti dell’Istituto Quasar
L’Istituto Quasar presenta in una mostra-evento sulla fotografia le opere dei suoi migliori studenti. I lavori in esposizione dal 15 dicembre 2011 al 5 gennaio 2012 presso l’istituto, sono stati accuratamente selezionati da Riccardo de Antonis, docente del corso di Fotografia Digitale dell’Istituto Quasar, per originalità, bellezza, livello qualitativo e creatività.
Il nome della mostra rende omaggio allo storico “New York Camera Club”, fondato dal grande fotografo Alfred Stieglitz a New York nel 1896. Il Club di “amateur” della fotografia organizzò straordinarie mostre, permettendo ad importantissimi fotografi americani di affermarsi.
L’intento dell’Istituto Quasar è il medesimo. Le numerose mostre dei lavori degli studenti organizzate dalla Scuola rappresentano una preziosa occasione per presentare al pubblico i progetti realizzati e l’elevata professionalità acquisita grazie al metodo didattico dell’Istituto Quasar, che da 25 anni forma giovani talenti guidandoli nel mondo del lavoro.
Ingrasso libero.
Info: 06.8557078