YUMEI By FUCO UEDA From June 9th, 2017 until July 15th, 2017

After a flourishing exhibition itinerary focused on of the most winsome declinations of Japanese Pop Surrealism in the spirit of rainbow, Dorothy Circus Gallery is ready to end its spring in great style, with its last unmissable artist belonging to the neo surrealist Japanese scene. June the 9th will host Fuco Ueda’s astonishing first European solo show, called “Yumei”- This world and the other world”, a term chosen by the artist to explain a complex philosophy of life perception which emerges from the ten paintings on show. Those are huge canvases overflown with oriental wisdom and delicate emotions narrated by mysterious characters laying at the bottom of sea landscapes.
Fuco Ueda was born in Japan in 1979 and graduated from Tokyo Arts graduate school. As Yosuke Ueno and Kazuki Takamatsu, she is part of those new surrealist roots developed in Japan, influenced by Yoshitomo Nara and Kawashima, and by the richest and most personal imaginaries that make this art pure and its artists extremely innovative.
The extensive use of the most natural materials, including powdered mineral pigments on paper, cloth and wood, together with acrylic paint, deeply reflects the organic quality of her fictions, where the vibrantly colored flora and fauna fill the air floating on lavender skies or growing from the groundless fog.
Those of Fuco Ueda can be simply defined as open doors on a boundless limb, where time stops streaming, fixed in an everlasting dawn, and space loses its consistence. In those stop-motion scene complex female figures remain impassive, their gazes lost in painful wander, their light bodies stuck in symbolic postures.
Fuco Ueda’s compositions reveal a sharp sense of sophistication and unperceivable lightness that shapes sceneries made of breeze and dreams’ shreds. Despite its gaudy, “shot” colors that blend into each other to create a photonegative effect, they reveal the same softness and subtle iconography recalling the Japanese prints “Ukyio”. Those were prints dealing with “A floating World”, a reality apart, as happens for Yumei, which narrates about those women’s precarious existence in the remote gardens of the unconscious, where universal truths wait to be whispered to reveal the line dividing the “here” from “there”.
“Here” or “Mei” stands for our lighted world, “There” or “Yu” is the land of the spiritual, the dark afterlife that looks upon us, yet we cannot sense. It is perceivable only through the thin layers of pale blues and purples hiding the painting perspective making things vanish into space. In the middle of the arcane matter, spirited women, their skin touched by gold, their eyes circled in red, frozen into the stillness of a memory, try to communicate with us. They are overthinking upon a vision, an awareness of that “beyond” which is unreachable for us. They are the only mediators allowed to lie on the suitable line of nowhere, where this world and the other almost touch, but everything remains in suspension.
On this boundary, figures can be neither live nor dead, while parts of their bodies turn into bones making them wandering phantoms. This is evident in “Kiss”, where the character tries meticulously to examine a bizarre flower, in search of that lost memory, the secret message concealed.
In “Flames of this and the other World”, the same girl is now revealing a new side of the story. She shows us how fire can become harmless, assuming rosy, bizarre nuances. Those are inner flames of magic knowledge floating in the air, and the figure, who gives them shelter, is their guardian, destined to live in perpetual suspension.
Bizarre shades and abstract nuances distort the natural light in Fuco Ueda’s enchanting places oscillating between the concrete and the invisible, where everything reveals to us but not in the form we are expecting. Yumei is a final explosion of outlandish colors, a vibrant stream of consciousness that will leave you breathless.

Con la fine di una florida stagione espositiva dedicata alle più accattivanti declinazioni del pop sur-realismo giapponese e all’insegna del Rainbow, la Dorothy Circus Gallery è pronta a concludere in grande stile la sua primavera con un altro imperdibile artista della scena neo surrealista nipponica.

Il 9 giugno inaugurerà la prima mostra personale europea dell’artista giapponese Fuco Ueda dal tito-lo “Yumei” – “Questo mondo e l’altrove”, termine scelto dall’Artista per spiegare la complessa filo-sofia della percezione che emerge dai dieci dipinti in mostra, grandi tele sature di saggezza orientale e delicate emozioni raccolte dai personaggi misteriosi sul fondo di paesaggi sottomarini.

Fuco Ueda è nata in Giappone nel 1979 e si laurea presso la scuola d’Arte di Tokyo. Così come Yosuke Ueno e Kazuki Takamatsu, fa parte di quella radice del nuovo Surrealismo sviluppatasi in Giappone, figlia di Yoshitomo Nara e Kawashima che si estende e si snoda tra gli immaginari più ricchi e personali che fanno di questi Artisti, dei Ninja dell’arte pura e innovativa come il contesto che li circonda.

L’uso estensivo di materiali naturali come i pigmenti minerali, tessuto e legno con la pittura acrilica, riflettono alla perfezione la qualità organica delle sue fictions, dove flora e fauna assumono sfuma-ture vibranti mentre riempiono l’aria fluttuando nei cieli color lavanda, emergendo dalla nebbia senza fondo.

Le opera di Fuco Ueda possono essere definite come porte aperte su un limbo sconfinato, dove il tempo smette di scorrere, fisso in un’alba senza fondo, e lo spazio perde la sua consistenza. In que-ste scene a stop motion, complesse figure femminili restano impassibili, I loro sguardi persi nel di-vagare malinconico, I loro corpi bloccati in pose simboliche.
Le composizioni dell’artista rivelano un senso di acuta complessità e luce impercettibile che danno forma a scenari fatti di brezza e brandelli di sogni. Nonostante i colori “shot” e sgargianti che con-trastano l’un l’altro creando l’effetto di un negative fotografico, esse rivelano la stessa morbidezza e discreta iconografia delle stampe giapponesi Ukyio. Queste opere narrano di un “mondo fluttuan-te”, una realtà a parte, come succede per Yumei, che ci mostra l’esistenza precaria di fanciulle che abitano i giardini dell’inconscio. Qui le verità universali aspettano solo di essere susurrate per mo-strarci la linea sottile che divide il “qui” dal “lì”.

“Qui” oppure “mei” richiama il nostro mondo luminoso; “lì” o “Yu” è la terra dello spirito, il buio aldilà che ci osserva, ma che noi non possiamo avvertire. Essa è percepibile solo attraverso gli strati sottili di blu pallido e violetto che nascondono la prospettiva dei dipinti, facendo svanire ogni cosa nello spazio. Nel bel mezzo della materia arcana, fanciulle ammalianti, la pelle sfiorata dall’oro, gli occhi cerchiati di rosso, restano immobili nella quiete di un ricordo, mentre cercano di comunicare con noi, per narrarci di una visione, la consapevolezza di quell’” oltre” che ci è estranea. Loro sono le uniche mediatrici a cui è concesso di giacere sulla linea del nulla, dove questo e l’altro mondo quasi si sfiorano, ma tutto rimane in sospeso.
Sul confine le figure non possono essere né vive né morte, mentre parti dei loro corpi diventano ossa, rendendole spettri vaganti. Ciò è evidente in “Kiss”, dove la fanciulla cerca di esaminare me-ticolosamente un fiore dai tratti bizzarri, in cerca di un ricordo perduto, un segreto celato.
In “Flames of this and the other World”, la stessa protagonista ci rivela un nuovo lato della storia, mostrandoci come il fuoco in realtà può diventare innocuo, assumendo sfumature rosee e improba-bili. Queste sono fiamme interiori, simboli di conoscenza magica, che fluttuano nell’aria in cerca di rifugio presso le fanciulle smarrite, guardiane destinate a vivere in sospensione perpetua.
Ombre bizzarre e sfumature astratte distorcono la luce naturale nei paesaggi incantevoli di Fuco Ueda che oscillano tra il concreto e l’invisibile, dove ogni cosa si rivela ma non nella forma in cui ci aspettiamo. “Yumei” sarà un’esposizione finale di colori eccezionali, un vibrante flusso di co-scienza che lascerà lo spettatore senza fiato.

ROMA PROVINCIA CREATIVA